Capitolo 5 - Iniziano i guai

138 22 3
                                    


"Non è possibile! Certo sei cambiato tantissimo, se non ti avessi visto ogni giorno negli ultimi 10 anni, probabilmente giurerei che questo gran pezzo di figliolo, dotato di tartaruga e alla moda, non è il mio compagno di banco delle superiori".

War non si dà pace e continua ad arrovellarsi su come e perché Sang non abbia abbinato il mio nome alla persona che ha avuto di fronte, pranzando.

"Caro il mio amico d'infanzia! E perché mai avrebbe dovuto?" lo interrompo, ridendo "secondo me non ricorda nessuno dei compagni, a parte le ragazze che sbavavano al suo passaggio e i ragazzi che si masturbavano nei bagni davanti a una sua foto!"

Lo confesso, un pizzico ci sono rimasto male. Nei film zuccherosi che passano in tv la sera tardi c'è sempre la scena in cui i due si ritrovano dopo anni, il brutto anatroccolo è diventato un fiore e la canaglia del passato non può che innamorarsi perdutamente, mangiandosi mani e piedi per non aver capito il gioiello che si nascondeva sotto quel fagotto senza forma. Si ok, di solito parliamo di un principe e una principessa ma le fiabe politicamente corrette non sono più di questo mondo, quindi mi sento autorizzato a vedermi in quelle scene. Ma questa purtroppo è la realtà!

Sangham Saramvat è solo un cliente, o speriamo lo diventi presto e come tale sarà trattato. Niente pensieri personali, niente fantasticherie, niente sogni dal passato.

"Eh... In, insiste il mio amico, stai bene? Cosa hai provato? E' sempre un bel ragazzo? Insomma dimmi qualcosa!" Continua War con una raffica da domande a cui cerco di porre un freno... "Mah! E' un bell'uomo, sì. Ma come tanti altri!"

Tentativo terribilmente disperato di sminuire la faccenda, lo ammetto e infatti War non ci casca neanche per un secondo.

"Non credo neanche a una parola di quello che stai dicendo. Vuoi farmi credere che la cosa non ti ha toccato per nulla! Ma andiamo. Forse non gli sarai cascato ai piedi o non avrai ceduto all'istinto omicida, ma non dirmi che non hai provato nulla!".

Ok va bene, non posso mentire a War, sarebbe come mentire a me stesso. Lui mi conosce come nessun altro!

"Ok, è bello da morire, ha un fisico da sballo, è elegante, signorile e mostra lo status sociale senza esagerare. Insomma la canaglia di 10 anni fa con qualche ruga in più e una laurea incorniciata da qualche parte" affermo senza neanche respirare mentre War prima sbarra gli occhi e poi aggiunge un sorrisetto malizioso.

La verità è che da quando ci siamo incontrati... scatto come una molla ogni volta che squilla il telefono in agenzia pensando sia la sua segretaria che fissa un nuovo appuntamento. Lo ammetto. Non è un interesse puramente professionale ma, non lo confesserò a nessuno, neanche sotto tortura.
E' probabile inoltre che War si aspetti di continuare lui nell'affare visto che da sempre abbiamo diviso i ruoli, affidando a me l'aspetto organizzativo e a lui quello dei contatti con i clienti. Quindi davvero inutile pensarci ancora, almeno non nei prossimi dieci minuti.

"Però In, scherzi a parte, evidentemente non ha abbinato il professionista che aveva davanti al suo compagno di classe, semplicemente perché non ricorda i nomi, punto" conclude il mio amico con tono risolutivo.
Sul perché Sang non abbia riconosciuto nel nome di War quello del suo vecchio compagno, abbiamo invece una spiegazione. All'epoca War aveva come cognome familiare Kutmiphol ma il mio amico non lo amava perché lo identificava con la famiglia paterna che aveva allontanato suo padre quando lui era molto piccolo perché in disaccordo sulla scelta della sposa del primogenito.

Quando i suoi avevano divorziato, arrivata alla maggiore età, aveva chiesto e ottenuto di modificare il cognome, eliminando quello del padre e sostituendolo con quello della famiglia materna, Jonkenwat.

Sempre tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora