capitolo 14 - Mentire o confessare?

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Ci ho messo due giorni per smaltire la sbornia e molti di più per digerire il fiele amarissimo provocato dalle parole e dai gesti di Sang.

Non ci ho dormito per una settimana. E' stato molto difficile perfino raccontare a Thames, cosa fosse successo in quel bagno. Il mio amico ha continuato a tenermi il braccio sulle spalle quasi a sorreggermi anche quando siamo arrivati ​​a casa. Il bello è che non posso dire assolutamente nulla a mia discolpa. Sang aveva tutte le ragioni di essere così infuriato. Forse al suo posto io avrei fatto una scenata!

Siamo seduti sul divano di casa. Thames mi ha preparato una zuppa contro la sbornia sperando mi faccia soprattutto passare il mal di testa. L'amaro che sento in bocca non sparirà molto facilmente.

Continuo a pensare a quello che è successo. Continuo a pensare che ho fatto sesso nel bagno della palestra con Sang e che Sang mi ha costretto. Continuo a pensare che avrei potuto ribellarmi. Non sono mingherlino e i muscoli che ho messo sù negli anni, a qualcosa sarebbero serviti. Avrei tranquillamente allontanato Sang e senza nemmeno molto sforzo. E invece no. Ho accettato la sua forzatura. Che poi forzatura non è stata per me. Il mio corpo ha accolto Sang perché lo riconosce, centimetro per centimetro. Dentro e fuori. 

Ma allora perché mi sento così? Perché In sei un maledetto idiota, ecco perché! Perché consenti a Sang di manovrarti come un burattino. Ha fatto quello che ha voluto in un momento di rabbia e poi è andato via senza nemmeno dire una parola. Sono frustrato, amareggiato. Triste. 

"In, mi permetti di parlare?" Mi dice intanto Thames porgendomi la ciotola. "lo sai anche meglio di me che hai sbagliato tutto ma proprio tutto in questa storia, vero?" la domanda è diretta.

Annuisco. So che è tardi dirlo ma vorrei cancellare con una bacchetta magica gli ultimi mesi. Tornerei molto volentieri al giorno in cui War si è ammalato e all'appuntamento con Sang sono stato costretto ad andare io.

Cosa avrei fatto? Niente più di quello che ho fatto già, solo avrei precisato la mia identità da subito. "Ciao sono In, il tuo vecchio compagno di scuola. Penso che non puoi riconoscermi perché sono cambiato. Tu come stai?"

Ecco qualcosa del genere.

"Credo che la cosa da fare ora sia solo una" continua intanto Thames "riposa, ammortizza il colpo, rimettiti in sesto. Magari fai passare qualche giorno ma poi chiarisci. Una volta e per tutte. Sang era un ragazzotto prepotente, un bullo menefreghista. Ok. Stasera l'ha fatta grossa, lo ammetto e non ha giustificazioni ma finora mi pare si fosse comportato in modo decisamente maturo".

"Dillo Thames" lo interrompo "si è comportato in modo più maturo di me" conclude mentre il mio amico sorride.

"Non dovete fare la gara della maturità. Quel che è fatto, ormai è fatto. Però si può rimediare. Parla con lui da uomo a uomo. E basta. Vedrai che riuscirete a chiarirvi".



E' passato quasi un mese. Ho seguito i consigli di Thames, cercando di riprendermi e prepararmi a un chiarimento con Sang.

Il lavoro mi ha aiutato. Inizio settimana, frenesia da lunedì colmo di lavoro, appuntamenti, chiacchiere. Chiacchiere, lavoro, appuntamenti. Una corsa tra un incontro, presentazione di progetti e taxi. La mattinata è stata di quelle da ricordare. Ho firmato due contratti e rotto una scarpa.

Sono a casa da nemmeno un minuto e già squilla il cellulare. Sono tentato di non rispondere. Dopo questa mattinata, mi merito cinque minuti di respiro. Impossibile. Il display mi rimanda il nome di "War" che lampeggia tempestoso. Sì. OK. OK. Ho capito.

Afferro il telefono per rispondere predisponendomi al sorriso e lanciandomi letteralmente sul divano. "Se vuoi sapere com'è andata stamattina, puoi anche rilassarti caro socio", gli risponde senza neanche dargli il tempo di parlare.

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