Yuzuki si alzó dal pavimento dopo essersi assicurata che le bende non fossero completamente imprignate di sangue. Si diresse verso il salone ed aprí il mobile con gli utensili per pulire. Prese uno straccio e lo inumidí d'acqua nel lavandino. Poi andó dal bagno alla stanza vuota per pulire le goccie di sangue che erano cadute sul parquet. Fece cosí fino alla stanza con lo specchio rotto, che era quella messa peggio. Se Yuzuki avrebbe anche solo toccato lo specchio si sarebbe rotto olteriormente.
Poi Yuzuki notó una cosa: c'era un piccolo spazio tra la fine dello specchio e l'angolo della parete, era leggermente rialzato. Non lo aveva notato prima, provó a toccarlo, spinse verso il muro e poi ritiró la mano, si aprí un piccolo sconparto simile ad una cassaforte, ma dentro c'erano solo dei coltelli, un accendino, una pistola, delle sigarette e... Una semplice penna per scrivere. Yuzuki la prese in mano, era piú pesante di una penna normale, probabilmente a causa delle decorazioni dorate intorno a tutta la circonferenza; premé il clic e invece che una punta a sfera, ne uscí una lama sottile e all'apparenza tagliente. Poi prese la pistola, una Softair a molla beretta M92. Yuzuki la posó subito per terra, e passó alle sigarette, c'era un pacchetto di Marlboro e uno di Pall Mall. Praticamente le stesse di Jigen Daisuke pensó Yuzuki. Dopo passó ai coltelli: ce n'erano quattro, tutti uguali erano tipo quelli per tagiare il pesce.
Yuzuki rimise tutto apposto tranne la penna, che si mise in tasca. Andó a mettere apposto lo straccio con cui aveva pulito il sangue, e dopo tornó in camera. Prese un foglio di carta ed "aprí" la penna, la lama uscí e Yuzuki la conficcó perpendicolarmente sul foglio di carta tenuto dalla mano bendata e dal tavolo. Il foglio si strappó nel punto dove si era conficcsta la lama fino alla mano. Poi Yuzuki provó a tagliare la carta in orizzontale, si laceró senza il minimo sforzo. Era la lama piú tagliente che Yuzuki avesse mai visto. Ripremé il clic per ritrarre la lama e rimise la penna nella tasca della tuta. Yuzuki andó a prendere il telefono e lesse l'ora: le 11 meno 19. Si guardó intorno e gli occhi le caddero sugli scaffali sopra la scrivania colmi di libri e manga. Afferró il pacco di Your Name e lesse i tre volumi. Una volta finito di leggere quello, lo scambió con Cupid Shock, fece scorrere la copertina, tolse la cartolina ed inizió a leggere i due volumi. Poi fece la medesima cosa con Voglio Mangiare Il Tuo Pancreas e A Silent Voice, finché non le venne fame. Afferró la borsa, ci mise il telefono e scese le scale per dirigersi al McDonald's. Prese un Happy Meal, anche se lei tanto Happy non era, scartó la sorpresa e la osservó mentre mangiava il panino con le patatine e la maionese. Quando ebbe finito, prese la sorpresa e tornó a casa.
Si immerse nei suoi pensieri e quando si rese conto di essere arrivata si giró piú volte per vedere se era effettivamente lí. Risalí le scale e andó a posare la borsa ed il giocattolo. Non aveva voglia di starsene in casa senza fare niente, quindi si ridiresse verso le scale, chiuse la porta e si rimose le chiavi in tasca. Avrebbe fatto un po'di giri. Si mise gli auricolari alle orecchie e mise la playlist che aveva ascoltato qualche giorno prima. Premé il tasto Loop per non farla interrompere. Camminó per non si sa quanto verso le vie di Rappongi. Le valanghe di turisti non finivano piú, Yuzuki si sentiva soffocare. Si diresse verso il Supermarket e prese una Mostar classica. Si rimise sulla panchina dove era stata con Bakugou e la bevve. Poi si tené la lattina in mano, anche se c'erano un'infinitá di cestini. La playlist aveva finito il primo giro, e inizió la canzone di Amour Plastique dei Vidoclub. Yuzuki chiuse gli occhi e si premé gli auricolari nelle orecchie per sentirla meglio. Si concentró sul testo e non sulle persone che la squadravano mentre passavano.
Improvvisamente si sentí bruciare la pelle dagli sguardi, tolse le dita degli auricolri, prese la lattina e si diresse verso Rappongi. Andó al Tatoo&Piercing, aprí la porta e staccó le cuffiette dal telefono. Mise il volume al massimo per far diffondere la musica nella stanza. Inizió a pulire letteralemnte tutto mentre cantava mentalemente le canzoni. La playlist fece minimo altri tre giri anche se Yuzuki aveva finito di pulire da ore. Yuzuki si era stancata della musica, spense il telefono e se lo mise in tasca, chiuse la porta del negozio e si diresse non si sa dove. Sguardo perso, la testa piena di scarabocchi e frasi del passato, camminava a testa bassa per le vie invase dai turisti. Si immerse nel primo vicolo che trovó, si appoggió alla paretecon la schiena e le gambe tese sul terreno. Era annoiata, era tutto cosí monotono, doveva trovare qualcosa da fare, prese il telefono ma non le si accese. Era morta la batteria. Yuzuki uscí dal vicolo e andó verso casa, mise il telefono in carica e andó nella stanza vuota. C'erano ancora dei cocci sul pavimento, la mano fasciata le pulsava e l'altra era sull'orlodi esplodere dal rossore. Yuzuki si sedé sulla parete con la finestra davanti allo specchio. Non c'era molta luce, si stava annuvolando... Poi la stanza si illuminó per un fulmine, e poi si sentí un tuono. Poi ancora un altro fulmine.
Fulmine... Yuzuki si alzò da terra e guardó verso una parte dello specchio non conpletamente rotta, provó ad attivare il Quirk con il palmo verso il pavimento. Era molto che non lo usava di sua volontá, era poco allenata e si sentiva.