Rimasi allibita da quello che vedevo davanti ai miei occhi, ma non solo per quel posto, ma per Frank perché non me l'aspettavo da lui. Come avevo detto lui non era un tipo da cosa romantiche, e forse non lo conoscevo molto bene. Mi portò in un prato bellissimo dove sbucavano tanti fiori di tutti i tipi di colore, l'erba era verde è bella da vedere, attorno c'erano gli alberi, spiccava il cielo azzurro con qualche nuvola sparsa qua e là. Feci qualche passo avanti, "come hai scoperto questo posto?" domandai restando a bocca aperta.
"Da piccolo gironzolavo in tutti i posti fino a trovare questo bellissimo posto, e questo è l'unico ambiente che mi fa stare bene con me stesso quando dentro ho un vulcano che sta per esplodere o quando sto giù di morale" quella era l'unica volta in cui si era più aperto di più emotivamente.
"Lo adoro questo posto" camminai più avanti sfiorando l'erba con le dita. Sentì che lui era dietro di me. Guardai tutti i fiori che incontravo camminando, mi fermai davanti ad un fiore abbastanza alto era viola e aveva un profumo buonissimo, chiamato iris.
Mi girai verso Frank, "davvero è bellissimo, grazie" sorrise. Oddio quel sorriso, lo guardai con occhi diversi ora, era un altro ragazzo davanti ai miei occhi. Non era più quel ragazzo duro e orgoglioso, sta volta era molto fragile e forse questo posto lo rendeva così, anche perché questa radura mi faceva sentire più serena, sentivo tutti i muscoli del viso rilassarsi. Lo abbracciai, non lo so perché lo feci, il mio cuore, il mio istinto mi disse di farlo. Ma non era un abbraccio che davo sempre, sta volta c'era più amore. E la cosa che mi sorprese è che lui ricambiò l'abbraccio. Restammo lì per pochi minuti, era stato breve ma bellissimo.
"Siediti cerbiatta" mi ordinò.
Mi sedetti accanto a lui, con le gambe incrociate mentre lui stese le gambe, capì in quel momento che le sue gambe erano molto lunghe.
"A settembre insieme in classe..."
"Già" risposi, "un pò mi spaventa stare con voi ragazzi" ammisi.
"Perché?" mi guardò negli occhi.
"Non lo so, non sono più abituata a stare in classe anche con dei maschi".
"Ah già vero, voi per tre anni siete state solo ragazze"
"Si.."
"Vabbe dai non sarà tanto male, anche per noi sarà strano.."
"Si, dovremmo essere una classe unita ci dovremmo aiutare l'un l'altro" dissi tutto d'un fiato.
Mi guardò, "si anche io lo stavo pensando. E poi ci sarà da divertirsi con le tue compagne, c'è quella biondina bassa... Com'è che si chiama?"
"Marika" dissi con tutto l'acido che avevo nella lingua.
"Ecco, lei è bona. Me la vorrei sbattere qualche volta"
Lo guardai stupefatta, era ritornato il ragazzo spregevole e orgoglioso di prima, ecco la cosa che mi dava fastidio che c'erano le mie compagne e conoscendo lui, lui non mi avrebbe più cagata avrebbe guardato le altre, che, diciamoci la verità loro erano più belle e più formose di me, quindi da una parte lo capivo che voleva sprigionare le sue emozioni con loro e non con me, mi rattristai pensando a questo.
"Vedi che stavo scherzando" rise a squarciagola e mi diede un colpo nel braccio. Risi pure io per non far capire che stavo diventando gelosa e non volevo nemmeno esserlo.
Divenne serio, "sai quand'ero piccolo avevo sempre paura di stare da solo, per questo mi comportavo da bambino cattivo, prendevo in giro sempre quelli indifesi, poi dopo mi sentivo in colpa e gli chiedevo subito scusa. Quando poi un giorno, altri bambini più grandi cominciarono a insultarmi e capì in quel momento cosa vivessero quei bambini che prendevo in giro io, così cercai in tutti i modi di cambiare..." quel bambino fragile è cresciuto e ora è diventato molto piú duro all'esterno e dentro molto molto fragile. "Sai non mi aspettavo..." lo guardai non sapevo se continuare.
"Cosa?" corrugò la fronte.
"Non mi aspettavo... Cioè, che tu mi portavi in questo posto meraviglioso. Cioè, questo prato bellissimo non pensavo che facesse per te!"
"Ancora non mi conosci" disse stendendosi tra l'erba e mettendosi le mani sotto la testa.
"Vorrei conoscerti, voglio entrare nei tuoi pensieri, voglio capirti, voglio che tu parli con me che sfoghi tutte le tue paure come hai fatto prima. Vorrei... Vorrei anche essere di più per te non solo una semplice amica, voglio restarti accanto e vivere i giorni con te e forse magari unirmi a te in quel senso" quelle parole non so perché li dissi, non avevo neanche ordinato la mia bocca di parlare. Ero così in imbarazzo senti avvampare, non riuscì nemmeno a guardarlo. Non sentì pronunciare una sua parola, e avevo paura ad alzare la testa e guardarlo. Sentì che si alzo sedendosi, "ehy..." mi alzò la testa dal mento, i miei occhi erano bagnati dalle lacrime.
"Non mi aspettavo che provavi tutte queste emozioni per me"
Feci un debole sorriso, "lo so che non ti piaccio e forse anche..." mi chiuse le labbra con il suo dito.
"Sara, tu mi piaci. Anche io vorrei essere di più per te!"
Mi si illuminarono gli occhi, "davvero?" chiesi sbalordita.
Annuì. Non so perché ma mi avvicinai di più al suo viso e lui fece la stessa cosa fino a quando le nostre labbra non si toccarono. Era come me li ero immaginata, le sue labbra erano morbide e carnose. Gli diedi la possibilità della sua lingua a entrare a contatto con la mia. Il bacio divenne più passionale, ci alzammo tutte e due in ginocchio senza staccare le nostre labbra. Lui mi cinse i fianchi e con il suo tocco mi vennero i brividi nella schiena, misi le braccia intorno al suo collo. Mi spinse verso l'erba fino a quando lui si mise sopra di me, con una mano mi accarezzò la guancia, il collo, il seno fino ad arrivare alla coscia che l'alzo in modo che lui aderiva molto al mio punto debole. Le mie mani accarezzarono la sua schiena, e i baci divennero più passionali, non potevo crederci stavo baciando Frank. Si staccò da me, eravamo tutte e due senza fiato.
"Wow.." disse.
"Cosa?" gli accarezzai le guancie.
"Dovevo baciarti prima, sei fantastica".
Sorrisi al suo complimento, il mio cuore stava per esplodere dalla felicità e le farfalle dentro il mio stomaco non stavano per niente ferme.
Ci alzammo tutte e due da terra e ritonammo a casa.
"Allora ti è piaciuta la passeggiata?" domandò ridendo.
"Certo la passeggiata più bella al mondo" risi insieme a lui.
Entrammo a casa, ancora nessuno era arrivato.
Ci sedemmo nel divano, mettendo sopra le mie gambe sulle sue e cominciammo a parlare di tutto, della vita, della scuola, della famiglia.
Dopo due ore che avevamo esaurito tutte le nostre idee col parlare, restammo per un pò in silenzio. Appoggiai la testa nel suo petto cullandomi del suo respiro e le sue braccia attorno ai miei fianchi.
"Cos'è l'amore?" domandò tutto d'un fiato.
Restai un pò in silenzio, per decidere le giuste parole da dire e analizzando ogni singola parola.
"Beh l'amore..." mi alzai dal suo petto per poterlo guardare negli occhi, "è quando metti il bene prima del tuo della persona che ami. E poi quando sei innamorato, al centro del tuo mondo c'è solo quella persona che tu ami e niente può farti cambiare idea su quella persona. E quando trovi la persona giusta sentirai anche delle farfalle nel tuo stomaco" puntai il dito verso la sua pancia. Lui mi guardava attentamente senza distogliere lo sguardo dai miei occhi, "e tu hai mai provato questi sentimenti?"
"Si.." sussurrai.
"Con chi?"
Avevo paura di rispondere, forse lui non provava le mie stesse emozioni, "con te" sussurrai.
Resistetti al suo sguardo senza distoglierlo, "e tu hai mai provato queste emozioni?"
Restò un pò in silenzio, e quel silenzio mi fece un pò di paura.
Annuì solamente, "con te" quelle parole erano semplice, ma con la loro semplicità mi fecero riempire il cuore di gioia.----------------------
Ciao, non so se vi piace la mia storia, quindi vorrei se commentate, anche se non vi piace o se ce qualcosa che non va, io non mi offendo, accetterò qualsiasi critica.
Spero che vi piaccia, questa è la mia prima storia che pubblico.
Vi lascio, kiss kiss xoxo
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Ho voglia di te
RomansaSara, una semplice ragazza, tra cui avrà una vita non noiosa, ma piena di eventi e misteri. All'inizio è solo una semplice ragazza, ma con il passare del tempo tra delusioni e dolori, cambia totalmente. Non sarà più la Sara che conosceremo, ma nuova...