Cadere alla tentazione però esserne felici.

55 2 0
                                    

Il mattino seguente mi svegliai di soprassalto. Guardai la sveglia erano le sei e mezza. Mi alzai e andai a fare una doccia. Il problema era trovare il bagno! Non volevo svegliare Sara, ma così ero costretto ad aprire tutte le stanze. La porta accanto alla mia stanza la aprì ma di sicuro era la camera da letto di Roberta. La porta accanto era la stanza di Sara, mancavano solo tre porte da aprire. Cazzo ma quanto è grande questa casa. Aprì la porta, era tutto buio accesi la luce e scoprì che era soltanto un minuscolo sgabuzzino. Provai l'altra porta e finalmente trovai il bagno, la prima cosa che visti erano delle gambe stupende, Sara si stava pettinando i capelli ed era coperta con solo ed esclusivamente un asciugamano che le copriva bene o male il fondo schiena. Mi piaceva la vista che avevo di fronte, questa ragazza era così perfetta, carnagione chiara, capelli mori e degli occhi stupendi che quando li guardavo mi ci perdevo, aveva anche delle lebbra così perfette e carnose avevo una voglia irrefrenabile di morderle, e quel nostro primo bacio era indimenticabile aveva anche un sapore buonissimo quasi come se fosse miele.
"Stronzo maniaco" si accorse di me tirandomi la spazzola che mi centrò in pieno naso. Cazzo non solo era bella ma aveva anche una buona mira. Misi le mani nel naso, cazzo era doloroso.
"Sei una..." non feci in tempo a finire la frase che mi butto fuori dal bagno con una spinta. Ero tipo in sotto schock, era capitato tutto velocemente.
"Ma sei una stronza" dissi dietro la porta.
"E tu un maniaco visto che mi stavi spiando!"
"Non ti stavo spiando, stavo solo aspettando che tu uscivi dal bagno" anche se questo era solo un fottuto lavoro me la volevo sbattere almeno una volta, tanto per passarmi lo sfizio.
Visti la porta aprirsi. Uscì fuori quella donna succolenta e la guardai con malizia.
"Fammi vedere" mi guardò il naso. Era talmente vicino che forse avrei avuto anche la possibilità di rubarle un bacio, ma ero così ipnotizzato dal suo sguardo che non riuscivo a muovermi e questo non mi era mai capitato.
I suoi occhi non brillavano come tutti i giorni erano spenti e tristi. Stava diventando anche imbarazzante.
Mi diede un leggero schiaffo sulla guancia, "non hai nemmeno un graffio quindi non ti lamentare più" e se ne andò chiudendosi dentro la sua camera.
Entrai in bagno e mi feci una doccia, andai di nuovo in camera mi vestì velocemente e andai sotto in cucina a prepararmi la colazione.
Dopo venti minuti sentì arrivare Sara. Visti che aveva solo dei pantaloncini e una maglietta a bratelle. Ma cazzo lo faceva apposta per provocarmi? Perché se era per me l'avrei sbattuta sul muro e me la sarei fatta. Stava in silenzio a prepararsi la sua colazione. La osservai senza distogliere lo sguardo, si sedette di fronte a me per mangiare. Notavo che era infastidita, forse perché la fissavo ma non volevo cedere.
"Cosa vuoi?" disse alla fine.
"Potresti chiedermi anche scusa per avermi tirato la spazzola sul naso!"
Aprì la bocca in una o, "dovresti chiedermi tu scusa per essere entrato senza bussare!"
"Ma io che ne sapevo che eri sveglia a quell'ora..."
Mi fissò per un interminabile secondo, "tu qui sei ospite quindi hai il diritto di bussare" si alzò e se ne andò infuriata. Ah le donne... Vogliono avere sempre ragione su qualsiasi cosa.
Dopo aver finito di mangiare mi sedetti sul divano accanto a Sara e guardai la TV insieme in silenzio.
"Non vai al lavoro?" disse interropendo il silenzio che si era creato.
"No, mi sono preso qualche giorno libero!"
"Come mai?"
Mi girai a guardarla, ma fissava la TV con nessun interesse. Era ancora arrabbiata.
"Mi andava..."
Stavolta si girò verso di me e aveva uno sguardo di chi la sapeva lunga, tra cui mi fece ridere.
"Che ce?" dissi.
"Uno non se la può pensare così e si prende qualche giorno di vacanza..."
"Io posso"
"Aaah ovvio..." disse guardando di nuovo la TV.
Restai in silenzio.
"Vuoi che ti accompagni a scuola?"
"No grazie" disse come se stava spuntando veleno. Abbi pazienza Marco com questa donna, dissi a me stesso.
"Tanto nemmeno ci vado.."
"Tu e lui siete nella stessa classe?" chiesi. Annuì.
Mi alzai e andai a prendere il PC. Volevo sapere notizie in più su questo tipo Bill Zane.
Mi sedetti di nuovo nel divano ma per essere cauto mi posizionai di fronte a lei. Anche se Sara stava giocando con il cellulare, non mi sembrava che era attenta ai miei atteggiamenti. Scrissi sul PC l'insolito nome, e la cosa più rivoltante e scioccante trovai molte notizie su di lui. Cliccai la prima. Ed era un articolo bello lungo ma ne valeva la pena leggerlo e archiviare tutto su di lui. Sopra l'articolo si trovava una sua foto in primo piano. Faceva impressione, ancora non mi rendevo conto che quel tizio fosse il padre di quella bellissima e innocente ragazza. Notai che di lato nel collo dell'uomo c'era una macchia rossa, forse era una voglia, ma non mi ero accorto nella foto che mi aveva fatto vedere Roberta. Forse.. Ma credo impossibile, che quella voglia ce l'avesse pure la figlia. Guardai Sara, era ancora intenda a giocare con il cellulare, ma purtroppo non riuscivo a vedere per quei dannati capelli. Mi venne un idea ma forse era da stupidi e da stronzi a farlo, ma ero troppo curioso. Posai il pc nel divano, mi avvicinai a lei. Le presi dalle mani il telefono e lo buttai via. Mi guardò come se fosse pazzo, infatti lo ero. La guardai con uno sguardo malizioso. Misi le mani sulle sue coscie. Lei era ferma, era impassibile forse voleva capire cosa cercavo di fare. La feci scivolare dal divano in modo che si metteva in ginocchio così che eravamo alla stessa altezza. Aveva lo sguardo confuso. La accarezzai nelle braccia e mi accorsi che ad ogni mia carezza aveva dei brividi.
"Cosa fai?" sussurrò, aveva pure la voce spezzata.
"Ssshh" le sussurrai nell'orecchio. Ero uno stronzo pervettito, non dovevo approfittare così di lei, però mi piaceva fare in questo modo, mi divertivo e lo facevo per lei in modo che non pensasse più a quello stronzo. Le sfiorai la guancia con le labbra e piano scesi sotto nel collo. Anche se lo scopo era un altro non riuscivo più a fermarmi, era così bella, aveva un buono odore. Spostai i capelli dal collo e visti che aveva la stessa voglia rossa. Okay, ora come mi fermo? Già mi stavo eccitando. Sperando che lei starà pensando con la mente lucida mi potrebbe fermare. No. Non stava pensando con la mente lucida, le sue braccia le portò alle mie spalle e spostò la testa all'indietro in modo che potessi continuare a baciarla suo collo. Con le mani scesi più sotto, palpai il suo sedere e poi misi le mani sotto la sua maglietta. Sentì un gemito proveniente dalla sua gola. La sua mano mi accarezzò la guancia e premetti le sue labbra con le mie con un leggero tocco. Mi diede l'accesso di entrare e il bacio cominciò a diventare più passionale. Aveva lo stesso sapore come il miele, le morsi il labbro e poi... La sua mano si trasformò in un arma micidiale. La guancia mi bruciava, e mi guardò con uno sguardo arrabbiato, preso di collera e se vedevo bene i suoi occhi cominciarono a bagnarsi.
"Azzardati un'altra volta ad approfittare di me e te ne puoi andare direttamente a casa tua!" si alzò e se ne andò, sentì correre e la porta sbattere. Forse avevo fatto troppo lo stronzo sta volta.

Ho voglia di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora