"Chi ti chiama?" mi domandò curiosa Jey.
"Ehmm.. Frank" le feci guardare lo schermo del telefono.
"Rispondi" mi incitò.
"Forse..." dissi.
"No ora..."
"No non posso" dissi scuotento la testa.
"Si che puoi..."
Il telefono squillava, ora o mai più. Premetti il tasto verde e misi il telefono all'orecchio.
"Pronto" la mia voce tremava.
"Piccola, mi devi scusare per ieri.." ecco al solito, "te lo giuro, io non ero in me, ero arrabbiato con te, e..."
Lo interruppi, "non mi interessa, appena sei entrato hai fatto il cretino con quella. Non mi interessa, perché se tu eri un altro e mi volevi davvero, non te ne andavi con quella. Scusami ma hai sbagliato di grosso a comportarti in quel modo..."
"Ma non è successo niente con lei... Te lo giuro"
"Frank come posso fidarmi di te!"
"Beh io con te allora, se non avresti fatto la casca morta con Marco non sarebbe successo niente.."
"Ma come ti permetti, eh? Non puoi mettere a confronto tra me e Marco e quello che hai fatto tu con Marika che ci sei andato a strusciarti.."
"Ma non ci sono andato io, lei è venuta da me!"
Jey mi guardava vittoriosa, mi disse a bassa voce "continua così" e mi alzò il pollice.
"E tu potevi anche evitare. Anche se non avevi la mente lucida e mi volevi davvero restavi con me anche se avevamo litigato!"
"Perdonami" disse sussurrando.
"Come?" risposi.
"Tu sei l'unica a cui ho aperto il cuore, l'unica che mi capisce e che mi ascolta"
"Frank io..."
"Ascolta Sara, ho sbagliato davvero. Ho capito solo dopo di averti persa e tu sei molto importante per me, quindi farò di tutto per farmi perdonare e riacquistare la tua fiducia"
"Okay.." restai senza parole non mi aspettavo che diceva tutto questo. Allora dopo tutto mi voleva ancora, mi batté forte il cuore, la voragine che avevo dentro si stava per chiudere e mi sentivo più felice.
"Ora devo chiudere Sara"
"Okay... Ciao!"
Chiuse il telefono e ancora mi sentivo scossa da tutte quelle parole.
"Che ha detto?" chiese Jey curiosa.
"Ha detto che farà di tutto per riconquistarmi..."
"Sara, devi stare attenta, non devi essere ingenua, cerca di capire le sue mosse in anticipo, se ti vuole davvero o sta cercando solo di divertirsi..."
"Lo so..." sussurrai.
"E non essere troppo ingenua cavolo, ti devi svegliare dal mondo dei sogni, se non fai la furba alla fine ci ricaschi sempre tu. Vedi, Frank con delle semplici parole ti ha fatto indebolire, sa ormai come sei fatta quindi ti prende con la tua ingenuità"
A questo non avevo pensato. Aveva fin troppo ragione, dovevo stare al suo gioco e vedere che mosse cercherà di fare.
Me ne tornai a casa con mille dubbi, tanto era sopra pensiero che quasi mi stava investendo una macchina, l'uomo sbucò dal finestrino arrabbiato "ma stai dormendo?" si stavo dormendo avevo gli occhi tappati dall'amore. Dovevo essere più furba e non farmi incastrare di nuovo. "Scusi" dissi e sfrecciai con la bici verso casa.
Appena arrivai a casa erano appena le dodicdodici così aiutati mamma a cucinare.
"Perché stiamo cucinando così tante cose?" domandai nel frattempo che tagliavo a dadi pezzetti di tacchino.
"Oggi abbiamo un ospite"
Mi sorpresi, non avevamo un ospite a pranzo da quanto papà è morto.
"Ma chi è?" domandai.
"Li conoscerai, ti piacerànno..."
Non è solo una persona ma di più. Continuai a tagliare il tacchino. Appena finì lo misi in un piatto, presi una ciotola e dopo aver pulito le carote le tagliai a piccole fette, nella stessa ciotola misi del pistacchio, noci e altra frutta secca, li mescolai insieme. Poi presi una padella, quando cominciò a riscaldarsi, presi il tacchino tagliato a dadi e lo feci arrostire, quando già era un pò dorato, buttai l'olio nella stessa padella insieme alle carote e alla frutta secca e li feci friggere insieme. Questo piatto era uno dei miei preferiti, solo perché me l'aveva insegnato mio padre quando ero piccola e da quel giorno in poi non me lo scordaj più. Era l'unico insegnamento che mi restò di mio padre.
Mia mamma tagliava l'insalata mentre nonna tagliava la frutta per la macedonia. Tutte e due erano felici avevano un sorriso stampato in faccia, chissà chi erano questi ospiti. Forse dei loro spasimanti? Oddio che bello. Nonna e mamma che si erano di nuovo innamorate. Certo, per la nonna sarebbe stato incredibile ora che è vecchia, ma chi se ne importa, tanto l'età non conta. E dire che nonna ha 70 anni e si sente una ragazzina. Mamma che ha 40 anno si sente vecchia. Io che ho 18 anni mi sento una neonata, in questa casa abbiamo un disordine con l'età.
Io tempo passava e già avevo un pò di ansia, non vedevo l'ora di vedere questi due spasimanti. Sistemai la tavola con le posate, tovaglioli, bicchieri, piatti e bevande.
Già mamma aveva buttato la la pasta nell'acqua e ancora nessuno era arrivato.
Nel frattempo che passavano i minuti, andai in bagno a guardarmi allo specchio per essere più presentabile. Appena uscì, sentì suonare il campanello. Dall'ansia dentro il mio stomaco si stavano ingarbugliando le budella.
"Vado io" gradai.
Arrivai fino alla porta, misi la mano nella maniglia e aprì. Aspettandomi due uomini affascinanti vestiti con giacca e cravatta e che ognuno portava un mazzo di fiori, il mio sorriso svanì solo dopo quando riconobbi lui, Marco, e dietro c'era un uomo sulla quarantina.
"Bel modo per darci il benvenuto!" disse con una risata che mi fece ribollire il sangue.-----------------
Ciaooooo :)
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Ho voglia di te
RomanceSara, una semplice ragazza, tra cui avrà una vita non noiosa, ma piena di eventi e misteri. All'inizio è solo una semplice ragazza, ma con il passare del tempo tra delusioni e dolori, cambia totalmente. Non sarà più la Sara che conosceremo, ma nuova...