Ieri sera mi ero addormentata ancora con mille dubbi e pensieri nella testa. Invece appena sorto il sole mi svegliai scontrosa con una rabbia da travolgere tutti. Sembravo una iena, se mi capitava davanti Frank con tutta la rabbia che avevo dentro l'avrei colpito con tutte le forze che avevo, e se per puro caso mi sarebbe passata davanti Marika certo che un capello nella sua testa non gliene avrei lasciato. Mi alzai dal letto scaraventando la coperta per terra, uscì dal cassetto una maglietta e dei pantaloncini, andai in bagno mi sciacquai il viso e mi lavai i denti. Ancora erano le sei e mezza del mattino, mamma e nonna stavano dormendo, così decisi di mangiarmi una cosa al volo e di uscire a scaricare la tensione con una corsa. Prima di uscire lasciai un bigliettino a mamma che sarei andata a correre, presi le auricolari e l'mp4 e uscì. Respirai l'aria fresca mattutina, era una goduria uscire presto la mattina, il sole non era ancora alto e non c'era nessuno in giro se non qualche altra persona che correva o chi andava al lavoro con l'auto. Prima di iniziare a correre, misi le auricolari e attivai la prima canzone Bad Romance di Halestorm. La giusta canzone che mi dava adrenalina, cominciai a correre. Corsi fino dall'altra parte del paese, poi arrivai al parco e per un pò mi riposai. Avevo corso più di un'ora, senza fermarmi non mi era mai capitato. Bevvi un pò d'acqua dalla fontana e mi asciugai la bocca con la mano, stavo sudando come un uomo e facevo puzza come un uomo, la cosa era tragica. Mi sedetti nella panchina e mi rilassai. Sospirai, ci voleva questa corsa, mi sentivo più serena e meno carica di tensione. Mi misi comoda nella panchina con gambe incrociate e cazzeggiai un pò con l'mp4 quando sentì una voce strana. Alzai la testa, prima non lo riconobbi perché già c'era il sole alto e quindi mi accecò un pò gli occhi, mi misi la mano nella fronte per fare ombra ai miei occhi. E lo riconobbi era Marco.
"E così qui tutta sola, con le auricolari e tutta sudata... Mi sa che sei mattiniera vero?" si sedette accanto a me. Anche lui era andato a correre, aveva i pantaloncini, una maglietta bianca e nel collo aveva le auricolari, ed era tutto sudato. Con il sole gli spiccavano di più gli occhi, era bellissimo.
"Come vedo anche tu sei mattiniero"
"Già"
"Allora ti piace correre?" domandò.
"Si, corro per scaricare tutta la tensione..."
"Eri nervosa?"
"Un pò" ma questo dov'era uscito fuori, si era bello, ma faceva domande stupide.
"Come mai?" chiese inclinando la testa di lato e facendo un mezzo sorriso.
"Ma i cazzi tuoi?" mi alzai.
"No aspetta" mi afferrò il braccio, guardo la sua mano nel mio braccio e lo guardai con una occhiataccia spruzzando tutto il venleno immaginario, lui capì l'occhiata e mi lasciò subito il braccio, "piccola non volevo farti arrabbiare"
"Non chiamarmi piccola".
"Ehy bambina..." lo interruppi.
Mi stava dando proprio sui nervi, "nemmeno bambina, mi chiamo Sara!" dissi gridando ogni singola sillaba per farlo sentire.
"Ehy ci sento io..." mi guardò serio, "piccola" rise concludendo.
Alzai gli occhi al cielo, "beh io comunque vado, ciao" gli feci cenno con la mano. Mi sorrise a trentadue denti e mi salutò con la mano. Camminai verso casa con la musica ad alto volume. Era bello, aveva gli occhi bellissimi un azzurro cielo, aveva un sorrise da far svenire e aveva un fisico attraente, però era antipatico e un pò maleducato.
Pensandoci, forse ero stata troppo esagerata con lui, in fondo lui mi aveva domandato una domanda semplicissima, e io l'avevo attaccato troppo presto. "Oh uffa.." sospirai, sono una stupida. Vabbe, tanto chi lo rivede più.*****
Arrivai a casa sfinita, appena entrai mi presi una bottiglia d'acqua. Mamma era alzata che faceva colazione con una tazza di latte e nonna era appena arrivata in cucina sbadigliando.
"Che succede Sara, ti vedo bella pimpante..." disse nonna sedendosi nella sedia.
"Sono solo andata a correre".
"Ti è passato il dolore di pancia"
Mi fermati di botto, mi ero dimenticata che avevo preso questa scusa ieri sera, mi misi una mano in fronte, feci un salto e mi sedetti nel bancone della cucina.
"Ehm... Si si" mi leccai le labbra e guardai per terra.
Mamma e nonna si misero a ridere, e le guardai senza capire niente di quello che stava succedendo in quel momento.
"Cosa avete da ridere tutte e due?"
"Non sei brava a dire bugie" dissero entrembe. Scoppiati a ridere e alzai le mani, "okay colpevole" scesi dal bancone.
"Signorina, sai che tu puoi dire tutto" disse mamma prendendo un biscotto.
Mi avvicinai a lei, "lo so mamma" le rubai il biscotto dalle mani.
E me ne andai. Mi diressi verso il bagno, preparai la vasca con l'acqua calda e cominciai a svestirmi. Appena era a temperatura piacevole, mi ci buttai dentro, mi stiracchiai nella vasca godendomi quello stato piacevole che mi dava l'acqua. Non volevo più uscire da quella vasca, non per l'acqua ma per quello che mi aspettava dopo. Non volevo affrontare Frank non dopo quello che mi aveva fatto soprattutto con Marika. Vederli insiemi mi ha distrutto il cuore, mi scese una lacrima, mi ha ferita e pensando a lui sentivo ancora di più quella voragine nello stomaco, non volevo essere così mi sentivo troppo fragile. E tutta colpa sua se mi sento così, non volevo più parlargli è stato uno stronzo con me. Bene, mi ha dato un buon motivo per diventare veramente cattiva con lui, se lo merita.
Trattenni il respiro e andai sott'acqua, volevo morire lì sotto. Quando non riuscì più a trattenere il respiro riemersi in superficie.
Dopo della doccia, mi vesti con un altro paio di pantaloncini, una magliettina verde acqua, mi sistemai i capelli con una coda da cavallo, prima di uscire dalla mia stanza mi buttai nel letto prendendo da sotto il cuscino il cellulare. Notai che c'erano sei chiamate perse: una di Jey, una di Marika e le altre quattro da Frank. Jey mi avrebbe chiamata se mi ero ripresa, ma la cosa più strana era la chiamata persa di Marika, non mi aveva mai chiamata, cosa voleva da me? E Frank già mi aspettavo che so era pentito, che ha fatto una cazzata bla bla le solite cose dei cretini. Chiamai Jey.
"Sara" rispose subito al secondo squillo, la voce sembrava troppo preoccupante, "dove sei finita?"
"Ehm.. Sono a casa, ieri te l'ho detto che non mi sentivo bene!"
"Si me lo ricordo... Ma Frank mi ha detto..."
"Cosa ti ha detto?" la interruppi.
"Mi ha detto, che te ne sei andata ieri sera solo per andarti a divertire con il suo amico Marco?"
E come se una pugnalata al cuore mi diedero, "cosa?" gridai, "non è per niente vero, la verità del perché me ne sono andata è stata solo per colpa sua, ho visto Marika e Frank che si strusciavano a vicenda, e io già avevo visto abbastanza!" dissi tutto d'un fiato.
"Non mi dirai che sei gelosa?" domandò.
"Ehm.. Forse non te l'ho detto ma ci siamo baciati cinque giorni fa!" mi grattai la testa.
"Cosa?" gridò, "perché non me l'hai detto? Perché con lui? Perché? Perché?" continuò a gridare. E io dalla disperazione cominciai a ridere, "non c'è niente da ridere signorina! Ora io vengo e mi racconti tutto"
"No no vengo io" confermai, era molto meglio prima che mamma
Avrebbe origliato.
"Okay ti aspetto" chiusi la chiamata.
Uscì dalla mia stanza, "mamma sto andando da Jey!"
"Stai attenta" gridò.
Io scappai correndo, presi la bici per fare più in fretta e mi diressi verso casa di Jey.
Arrivai dopo una ventina di minuti, suonai al campanello e mi aprì la mamma di Jey.
"Salve signora Gilbert"
"Ciao Sara. Come stai?"
"Bene, lei? La vedo in gran forma!" aveva un fisico da far paura anche se aveva avuto quattro gravidanze, la sua pelle era perfetta e i neanche un capello fuori posto, era una donna fantastica, come Jey d'altronde, lei era anche fantastica, somigliava molto a sua madre, anche il fisico e i capelli biondi come la madre, tranne dagli occhi, la madre li aveva castani mentre Jey neri presi dal padre. Scese dalla scale provenienti dalla sua stanza, "Sara" mi chiamò, "andiamo nella mia stanza"
Feci un sorriso a sua madre e salì le scale. Entrai nella sua stanza, Jey si mise comoda nel letto con le gambe incrociate, io mi sedetti nel bordo del letto.
"Allora?" domandò curiosa, "racconta, non aspetto altro" alzò le mani.
Sorrisi, "beh io e Frank cominciammo a vederci dopo della fine della scuola... Al solito, messaggiavamo e poi abbiamo cominciato a vederci solo come amici" continuai lei era così interessata che neanche mi interruppe, "sapevo che comunque con lui non avevo nessuna possibilità, in fondo sai com'è lui, lui è un tipo scontroso, antipatico e anche un pò gentile e che mi capiva. Un giorno tutte e due eravamo annoiati..."
"E vi siete baciati?" mi interruppe.
Risi, "no, siamo usciti e lui mi portò in uno dei suoi posti importanti. Quel posto era bellissimo, eravamo lì e lui sembrava un'altra persona, davvero! Era come se non fosse più quella persona che conosciamo tutti, si era rilevato un altro ragazzo, e mi ha raccontato alcune cose del suo passato. Ed eravamo lì seduti in quella radura che stavamo scherzando e ci bacciammo. Prima un bacio tenero poi con più passione.."
"Wow" Jey era con le gambe piegate e la testa poggiata nelle ginocchia. Era così interessata alla storia, "non mi aspettavo questo da Frank" disse.
"Nemmeno io dissi malinconica" e anche se non ci vedevamo da ieri sera ma mancava.
"Ma poi dopo che è successo?"
Guardai in tutte le direzioni della sua stanza, tranne lei, non volevo parlarne. Sapevo che parlarne sarebbe stato meglio, ma sapevo anche se ne dovevo parlare il dolore, la voragine che avevo dentro di me si intensificava di più.
Mi accarezzò il braccio, "ehy.." disse cercandomi d'aiutare.
"E solo che parlarne fa male.."
"Lo so... Ma non credi che io in qualche modo possa aiutarti?"
La guardai negli occhi, in fondo aveva ragione, non potevo preoccuparmi di niente. Lei c'era sempre stata come io c'ero stata io per lei, nei momenti tristi, di rabbia e anche felici, quindi potevo fidarmi. Le raccontai tutto di quel giorno al suo compleanno, dell'incontro con Marco, lui che si era seccato e che era stato con Marika, me ne era andata e delle chiamate perse.
"Quindi tu non l'hai più chiamato?"
"No!"
"E se lo chiamassi ora, cosa gli diressi?"
"Non lo chiamerei perché se sentirei di nuovo la sua voce scoppierei a piangere, e non vorrei che lui mi vedesse così debole"
"Ma sai, io credo che..."
Si interruppe a causa di una canzone, capì che era il mio cellulare. Lo presi dalla tasca e appena lessi il nome spalancai gli occhi.
Frank!
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Ho voglia di te
RomanceSara, una semplice ragazza, tra cui avrà una vita non noiosa, ma piena di eventi e misteri. All'inizio è solo una semplice ragazza, ma con il passare del tempo tra delusioni e dolori, cambia totalmente. Non sarà più la Sara che conosceremo, ma nuova...