Ovviamente non mi sono fatta fregare dalle sue parole. Altro che prendermi cura di lui.
Gli ho quasi bruciato l'amichetto con il caffè; intrappolato le dita nella porta; schiacciato il piede con il divano mentre cercavo di spostarlo e gli ho quasi fatto venire un infarto. L'avevo avvisato che starmi accanto sarebbe stato pericoloso.Rido al ricordo.《Mi manca un solo giorno alla fine della ferma. Ti prego, prova a non uccidermi》dice con le mani in alto facendomi ridere.《Non l'ho fatto apposta 》mi guarda male non credendoci per niente.
《No hai ragione. Hai solo inconsciamente deciso di uccidermi - o peggio - privarmi del mio bene più prezioso》si lamenta furioso.《Ma quanto sei drammatico. Sei tu che sei voluto rimanere qui. Non ti ho mica invitato io》ribatto versandomi da bere.《L'ha detto il dottore》si giustifica innocentemente.
《Lui ha detto: "qualche volta guarda cosa fa, in modo che non gli succeda nulla". Non ha detto: "invitalo a casa tua e prenditene cura come se fosse un bambino"》è del tutto vero, è quello che ha detto Evans.
《E io che ti ho preparato la cena per ringraziarti!》si gira verso la porta. Ora riesce a camminare, è già passata una settimana eppure sembra passato un intero secolo.
La cena? Ha cucinato lui? Per me? Non ci credo. Vado verso la cucina seguendolo. In effetti sul tavolo ci sono due piatti apparecchiati. È persino riuscito a non rompere nulla, miracolo. Mi avvicino ai fornelli analizzando che la cosa che ha fatto sia commestibile.
《Tu sai cucinare?》sono sorpresa.《Perché non dovrei?》dal suo tono di voce mi sembra di averlo leggermente offeso.《Perché ti vedo sempre mangiare schifezze》rispondo pronta, giustificando me stessa.《Si bè, quello è un'altro paio di maniche》mi siedo guardandolo attentamente.
《Che hai da guardare?》mi richiama duro.《Non riesco ancora a credere che tu sappia cucinare》sono sbalordita. Prende i piatti mettendoci dentro la sua pietanza. Ha fatto il filetto alla Wellington, un piatto che perfino io non ho mai fatto.
《Buon appetito》guardo scettica il piatto che ho davanti non sapendo che cosa aspettarmi. Non'è che cerca di avvelenarmi? Solo per vendicarsi dei piccoli incidenti di percorso.《Non ti ho messo il cianuro. Mangia e basta poi dimmi cosa ne pensi》mi ordina autoritario.
Con riluttanza assaggio sicura che abbia un sapore tremendo. La presentazione non'è male, però non so ancora il sapore. Appena lo assaggio mi immobilizzo sul posto.《Allora? Che te ne pare? 》chiede guardandomi dall'altra parte del tavolo.
《È... è commestibile》non'è e vero, è decisamente squisito, ma questo non glielo dirò mai.
Inarca un sopracciglio aspettando con pazienza.《Solo commestibile?》sembra deluso, sorrido dentro di me.《È già un complimento, che altro vuoi?》non si accontenta mai di nulla, dovrebbe imparare a essere meno esigente sull'attenzione che pretende dalle persone.
Mi guarda per qualche minuto cercando di capire meglio i miei pensieri, povero illuso.《Lo so che ti piace ma preferisci non ammetterlo e mi sta anche bene, ma continuare a negare la tua cotta per il sottoscritto mi sembra una perdita inutile di tempo》inarca un sopracciglio guardandomi malizioso.
Sbuffo alzando gli occhi al soffitto irritata. Da quando l'ho salvato da una morte certa non fa che insinuare che mi sia presa una cotta per lui, che poi non'è assolutamente vero. Lo fa per irritarmi ma non cedo al suo giochetto.
《Se non vuoi ritrovarti da solo credo che ti convenga chiudere il becco》lo minaccio sorridendo maligna tenendo la forchetta impugnata con sicurezza.《Se mi cacci sarai costretta a dormire da me》ribatte sicuro di sé. Già, dimenticavo che devo fargli da babysitter, è una specie di missione speciale, posta sotto obbligo però.
STAI LEGGENDO
Secret Life
ActionA romantic spy story. L'adrenalina è il loro nutrimento. L'inganno la loro arma più letale. L'astuzia la loro forza. Spie nate per combattere senza mai mollare. ...