Cattura

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Cerco di aprire gli occhi, ma tutto quello che vedo è il buio.  Sento la testa pulsare; mi fa un male incredibile. Non sento né le braccia né le gambe, sembrano addormentate. L'ultima cosa che ricordo è che stavo cercando di accendere la luce ma non sono riuscita nel mio intento.

Provo a muovermi ma non riesco minimamente a mettere in collegamento arti e muscoli.
A quanto pare non vogliono collaborare.
Se solo potessi muovermi, anche il minimo indispensabile, potrei prendere il coltello che ho all'interno del sandalo, ma i miei muscoli oggi non sono dalla mia parte.
A quanto sembra hanno proprio deciso di prendersi delle ferie, senza neanche avvisarmi.

Non ho sensibilità, in nessuna parte del corpo.
Non riesco a muovere nemmeno la bocca.
Sono in trappola. Resto in quella scomoda posizione per un tempo che non so bene definire.

Ho come l'impressione di essere osservata, studiata.
Non riesco a spiegarmi questo strano presentimento, in fondo non c'è nessuno. Non c'è nessuno qui con me, ovunque io sia e ovunque qui sia. Inizio a pensare ai miei genitori, ho lasciato tutto per diventare una spia.

Ho rinunciato alla possibilità di una vita normale, al sicuro da pericoli di questo genere, per finire dove?
A lottare per sopravvivere. Potrebbe sembrare strano, ma non mi pento affatto, di niente.
Rifarei tutto dall'inizio alla fine.

Persa nei miei pensieri non mi accorgo dei passi che si avvicinano verso il posto dove mi trovo.
Dopo qualche secondo, con un colpo secco, mi viene tolto quello che, sembra essere un cappuccio, dalla testa.

I miei occhi ci mettono un po ad abituarsi alla luce.
Chiudo e apro le palpebre per mettere bene a fuoco l'immagine che ho dinanzi. In piedi, accanto a me, c'è un uomo dai lunghi cappelli scuri che mi guarda come a sfidarmi.

Ricambio lo sguardo, notando che sulle labbra ho una specie di scotch che mi impedisce anche il minimo verso. A giudicare dalla sua espressione è divertito. Vedermi legata, zittita e costretta al silenzio lo deve divertire parecchio in effetti.

Le ciocche di capelli sfuggite all'acconciatura, mi ricadono sparse davanti agli occhi, alcune, invece sono appiccicate sulla fronte. Sento un caldo infernale. Dove diamine mi hanno portata?

Continua a fissarmi curioso senza dire una parola.
Non dice nulla, almeno fino a quando dalla porta non entra un'altro tizio. È giovane a giudicare dai lineamenti leggeri.

Non riesco a distinguere i tratti particolari.
Ho ancora un leggero velo di nebbia negli occhi che mi impedisce di distinguere bene le cose, in questo caso, le persone.

Si avvicina con passo elegante, mi osserva, poi di scatto gira la testa verso il tipo che mi sta di fianco.
Gli dice qualcosa che non riesco a capire, o sentire, una delle due. A quanto pare non funziona proprio nessuna parte del mio corpo.

L'uomo che mi si trova accanto, esce subito di fretta, lasciandomi sola con quel tizio misterioso.
A sembra pare deve avergli dato un ordine.
Quando si avvicina di più riesco a distinguere meglio i suoi lineamenti confusi.

Ha i capelli scuri tenuti all'insù da un ciuffo dall'aspetto morbido al tocco. I suoi occhi sono marroni, ma non di un marrone comune, no.
I suoi occhi sono di un color nocciola, marroni all'interno con pagliuzze verdi all'esterno, la corona è di un verde scuro. Sono semplicemente bellissimi.
Senz'altro catturano l'attenzione, di certo non lasciando indifferenti.

Mi guarda impassibile. Solleva la mano all'altezza della mia faccia, non mi muovo, non mi sposto.
Non perché non possa, almeno questo piccolo movimento sono in grado di farlo, non mi scosto al suo tocco per fagli capire che non mi fa nessuna paura e che non mi faccio intimidire.

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