Emozioni

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Sentendomi intorpidita, mi alzo. Ma cosa... ?
Sono sdraiata su una superficie morbida. Mi trovo in un letto, nel buio, chissà dove. Forse sono a casa di Danil. Ma come ci sono arrivata? Devo essermi addormentata in auto.

Mi alzo facendo attenzione a non sbattere contro qualcosa. Appena tocco con le gambe nude la superficie del suolo, mi aspetto di sentire un brivido di freddo, ma questo non accade. Il pavimento, o parquet, da quello che riesco a sentire, è caldo. Che bella sensazione. Non devo nemmeno indossare le calze e le scarpe che mi sento bene.

A tastoni arrivo all'uscio della porta aperta. Esco in quello che sembra il corridoio. Avanzo in silenzio, fino ad arrivare in salotto. È semplice e raffinato. Una caratteristica di Danil; ultimamente vedo solo raffinatezza. Percorrendo con lo sguardo la stanza, noto una luce azzurrina. Da dove viene?

Guardo dappertutto in cerca di qualcosa che possa fare quell'effetto. Non trovo nulla, credo di avere le allucinazioni. Sento il collo pesante, così alzo la testa verso il soffitto, per sgranchirlo. Ecco cos'era quella luce. Rimango a bocca aperta.

Davanti a me, o meglio, al di sopra della mia testa, si estende una lunga lastra di color azzurro che illumina la stanza. La cosa strana è che non'è una lampada, bensì una vasca d'acqua. È incredibile, non ho mai visto una cosa simile. Come hanno fatto a metterla lì?

Continuando a guardare sù, non mi accorgo di quello che accade qui giù. Una figura imponente si trova alle mie spalle, che mi guarda sorridendo. Senza girarmi so chi è.《Ti piace?》annuisco incantata da quella vista.

《Quando ho deciso di farla costruire, l'architetto a cui avevo affidato l'incarico mi ha dato del pazzo》lo guardo.《Perché?》già ho una vaga idea, ma meglio non sparare sentenze.《Insomma; avere una lastra d'acqua sopra la testa non'è il massimo per la sicurezza》mi fa l'occhiolino andandosi a sedere dietro il bancone di marmo.

Mi piace questo posto; oltre alla vasca, perché ha la cucina open space che da sul salotto. Lo raggiungo sedendomi sulla sedia al suo fianco. Lo vedo un po silenzioso, o forse è una mia impressione.《Non riesci a dormire eh?》scuote la testa.《Nemmeno io》sospiro pesantemente.

Non mi piace la sensazione di non poter cadere nelle braccia oscure del sonno, detesto sentirmi così. Lo sento alzarsi, andandosi a mettersi di fronte alla credenza posta sopra la testa, di color nero lucido. Lo apre prendendo due tazze.

In pochi secondi sulla piastra di cottura liscia in ghisa smaltata e vetrificata ci mette un pentolino e si appoggia con la schiena al ripiano, tenendo le braccia incrociate e lo sguardo su di me. Perché mi osserva in quel modo? Che cosa ho fatto?

Aggrotto la fronte confusa ricambiando l'occhiata. Quando penso che il suo sguardo sia troppo intenso e insostenibile, si gira. Data la poca luce, non riesco a capire che cosa stia mettendo nei bicchieri, ma una volta che mi porge il mio, sento un buon profumo penetrarmi nelle narici. Sembra camomilla, ma più intensa.

Prende nuovamente posto accanto a me e mi osserva. Ok, quella situazione mi fa leggermente saltare i nervi. Lo guardo.《Che cosa c'è?》scuote la testa, ritornando a guardarmi come se si fosse risvegliato da un sogno ad occhi aperti.

Dovevo capirlo prima che sta ancora pensando a tutta la faccenda. Molto probabilmente sta pensando a come proseguire con l'indagine.

Prima di addormentarmi, in macchina, gli ho fatto capire l'intenzione che ho. Gli ho detto che voglio arrivare in fondo alla faccenda e trovare il responsabile della morte di Sarah. Ancora una volta, lui mi ha sorpresa dicendomi che ci stava già pensando.

Siamo in sintonia, questo è chiaro, ma non credo ci sarà mai dell'altro. Con Steve, nonostante le regole che lo vietavano, c'è stato qualche momento di intimità. Con Danil invece; non desidero quel tipo di legame. Con lui mi sento del tutto diversa da come sono di solito. Mi sento tranquilla, al sicuro. Cosa che con Steve non è mai accaduto.

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