Capitolo 7

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Il cuore gli batteva così forte nel petto, inoltre sentiva ancora la testa girare a causa dell'alcol  e, per sfortuna, aveva portato solo una bottiglia con sé, consumata nell'hotel. Per fare spazio alle armi che aveva portato.
Si sentiva un completo demente a iniziare una missione come quella, da solo e ubriaco.
Continuava a correre, veloce e lontano dalla stazione, dovette fermarsi solo qualche minuto a riprendere fiato fino a quando percepì due grosse mani che gli si appoggiarono sul viso eo tirarono indietro, così tanto fino a che si sentì sbattere con la schiena contro qualcosa di duro.

"Ti ho beccato."
Ancora la voce.
Di quell'uomo.
Atsuhiro.
Era lì dietro di lui, che lo stringeva con una morsa ben salda delle braccia. Nonostante facesse tutto per dimenarsi, l'uomo era abbastanza forte, forse più di lui, anche se non sembrava così tanto da quando lo aveva visto fuori la stazione. Forse era un effetto dovuto allo smoking che indossava.

Touya si girò solo con la testa, guardandolo con la coda dell'occhio, la semi oscurità, nella quale erano entrambi avvolti, non giocava a suo favore però si accorse che fosse lui. Riconobbe i suoi capelli scuri e arricciati all'estremità, anche i suoi occhi erano così scuri come l'ambiente che c'era intorno a loro.

"Cosa vuoi ?"
Chiese Touya a denti stretti, cercando invano di districarsi da quella specie di abbraccio ma l'altro lo stava stringendo così tanto che non riusciva a liberarsi dalle sue braccia, nonostante cercasse in tutti i modi di sfuggire dalla sua presa.
"Lasciami in pace, cristo."
Sibilò ancora, gli pestò un piede ma l'altro, nonostante avesse fatto un ringhio di dolore, non accennò a lasciarlo in nessun modo.

"No, tu verrai con me."
A quel punto, guardandolo ancora con la coda dell'occhio, Touya riuscì ad assestargli una gomitata dritta nello stomaco, così forte da fargli lasciare la presa e sciogliere subito quella specie di abbraccio più soffocante di una stretta di un pitone.
Fece abilmente scivolare le dita nel borsone che aveva con sé e afferrò la pistola, puntandogliela contro con un click sonoro che rimbombò nell'aria, come una sterzata di vento.

"Non verrò da nessun parte, fin quando non mi dirai cosa sta succedendo."
La voce del corvino era ferma, distaccata, come quella di un abile guerriero che conosceva le sue tecniche. La mano intorno all'arma era ben salda; un passo falso, l'avrebbe fatta scattare. Gli bastava solo quello, ma gli servivano anche delle informazioni.

L'altro sorrise; lesse uno sforzo immane nel suo sguardo, mentre si mise dritto. Il labbro ancora rosso del sangue che aveva versato precedentemente fuori la stazione.

"Chi è Tomura ?"
Lo incitò Touya; l'arma ancora puntata davanti al suo viso, mentre fece un passo all'indietro per allontanarsi il più possibile dal sul nemico.
Era la seconda regola: mai stare a distanza troppo ravvicinata dal nemico. Una mossa poteva bastare per ribaltare la situazione.

"Non mi spareresti mai."
Ghignò l'altro in risposta. I denti bianchi, resi luminosi da un fascio di raggio lunare che li raggiunse on quel vicolo.

Touya premette il dito sul grilletto; uno sparo sferzò l'aria, rimbombando nei dintorni, l'eco riempì quel posto reso vuoto dalla mancanza di civili, ma il proiettore non colpì il suo nemico, gli andò a sfiorare la guancia che si tinse di una striscia rossa ma questo bastò per fargli perdere tutta quella spavalderia che aveva lasciato spazio alla paura. Lo notò dai suoi occhi sgranati e dalle sue pupille ridotte in due pallini neri.

"Il primo sparo è stato un avvertimento, ma il prossimo non lo sbaglio. Non ho mai sbagliato nella mia vita."
E l'altro lo sapeva benissimo.
"Chi è Tomura ?"
Ripeté il corvino.

Road for freedom (Dabihawks)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora