Capitolo 23

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La strada per raggiungere il circo era ben fatta, un piccolo sentiero fatto di pietre incastonate perfettamente tra di loro lo condusse davanti al tendone gigante. Vi era una piccola fila di persone, in procinto di entrare all'interno. Due grandi tabelloni, invece, erano situati all'entrata: su uno dei due, quello sulla destra, vi era la foto di Keigo.
Lo aveva trovato.
Sopra la scritta:'uomo alato'.
Sulla sinistra, invece, c'era la foto di una donna, lei aveva quattro gambe e quattro braccia.

Non era un circo, no.
Era un dannato freak show. Un fenomeno da baraccone.

"Signore, ha il biglietto ?"
Una donna, all'interno di un baldacchino in legno, lo stava scrutando; gli occhi blu lo stavano scrutando da sotto la frangia di cappelli scuri, contornati da spessi occhiali rossi.

"Quanto il biglietto ?"

"Sono quindici yen."

Gli occhi di Touya si sgranarono: non possedeva quella cifra. Poi passarono in rassegna a guardare i visi delle persone che entravano all'interno del tendendo; dovevano essere tutti dei ricconi, a giudicare dal loro aspetto, costavano più le cose che indossavano che tutto il resto.

"Non...posseggo quella cifra."

"Allora non può entrare. Questo posto è riservato solo a gente esclusiva." La donna, con un sopracciglio alzato, lo guardò dalla testa ai piedi e disse:" ci credo che non puoi permetterti quella cifra."

"Hey."
Sibilò, stringendo i pugni. Aveva intenzione di dirglierne due, a quella. Ma poi, facendo un grande respiro, rilassò le mani e chiuse per un attimo gli occhi.
"Bene. Allora vado via."
Senza aggiungere altro, girò i tacchi e si allontanò. Aveva un piano. E quel piano includeva del sangue versato, se solo fosse stato necessario. Fece il giro del grosso tendone, di soppiatto.
Se fosse stato davvero un circo, come tutti gli altri, doveva essere fornito anche di grandi gabbie nella quale avevano recluso i prigionieri. E lo trovò. Riconobbe le sue gosse e rosse ali, seduto dietro le sbarre di ferro di una grossa carovana. Al fianco della stessa, vi era invece una donna, quella con quattro gambe e quattro braccia.
Si avvicinò alla carovana in cui vi era il biondo e appoggiò le dita intorno alle sbarre, stringendole:"Keigo."
Il biondo, alzando la testa, la quale era immersa tra le ginocchia portate al petto, guardò il corvino con uno sguardo colmo di meraviglia mista a tristezza.

"Cosa ci fai tu qui ?"
Sussurrò, corrugando le bionde sopracciglia.
"Vattene."
Disse poi con voce ferma.
Vide le sue mani stringersi in due pugni, così tanto fino a farsi sbiancarono le nocche.
"Vattene via, Dabi." Sibilò, cambiando subito l'umore.

"Sono venuto a salvarti."

"No."
Disse fermamente Keigo.
"Tu sei venuto solo per portarmi via, in quel covo di maniaci."
Ringhiò; era seduto sal centro della gabbia. Aveva tutto il viso sporco di terra e polvere.

"Vieni con me. Questa gabbia non è il posto che fa per te."
Anche Touya, a quel punto, strinse le dita intorno alle sbarre. Lo guardava dritto in quegli occhi, delusi e stanchi. Probabilmente Keigo non dormiva da giorni.

"Come faccio a uscire da qui ?"
Sussurrò, dopo un breve istante di silenzio. Touya, staccandosi con le mani dalle sbarre, ispezionò la serratura facendo dei passi all'indietro e la guardò. Rimase a guardarla, fino a che non sentì delle voci provenire alle sue spalle.
"Nasconditi." Bisbigliò Keigo, strisciando verso le sbarre e sfirandole con le dita sottili e pallide. "Stanno tornando." Gli occhi color grano ispezionarono la figura slanciata del detective, poi si spostarono a guardare il retro della carovana e con un cenno del capo gli fece segno di nascondersi li.
"Non guardano in quel posto."
Stava indicando dei cespugli.
Touya si apprestò a raggiungerli, si inoltrò in essi e si accovacciò, nascondendosi tra le foglie rese scure dai colori della notte: un paio di uomini si avvicinarono verso la carovana della donna con quattro braccia, uno dei due prese un mazzo di chiavi e ne infilò una nella toppa, aprendola. L'altro prelevò la donna e la trascinò con loro.

Era facile così. Ma come avrebbe dovuto recuperare quel mazzo di chiavi ?

Quando i due se ne furono andati, Touya ritornò davanti alla gabbia di Keigo. Non era l'unica piena in quel momento. Ce n'erano altre disperse in quel posto, ma non aveva il coraggio di guardare in ognuna di esse quando il suo pensiero, e i suoi occhi, era unicamente concentrato solo verso il biondo.

"Allontanati."

Se non poteva prendere quelle fottute chiavi, allora doveva rimediare con altro.
Prese la pistola dalla fondina in cuoio, munita di silenziatore, e sparò alla serratura. Questa si aprì con un cigolio e, senza che dicesse nulla, Keigo sfrecciò fuori dalla sua gabbia e prese tra le  braccia il corvino, spiccando il volo, lontano da lì. Lontano da tutto quell'orrore. Voleva buttarsi dalle spalle tutto ciò che aveva vissuto in quel maledetto circo, e se ciò voleva dire andare con Touya e offrirsi in sacrificio allora preferiva fare quello piuttosto.

Road for freedom (Dabihawks)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora