uno sfortunato viaggio

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Dicembre 1892

era una fredda notte d'inverno, il suono dei corvi riecheggiava tra le montagne, l'acqua cristallina fredda come il ghiaccio sgorgava dalle foci, la luna splendeva su tutto il paesaggio, facendosi strada tra i rami fitti degli alberi ed i sentieri, le immense praterie facevano da sfondo alla vicenda.

"papà, mi prometti che andrà tutto bene?" chiese la piccola Mary-Beth, ancora tredicenne. Era spaventata, tutto si stava muovendo troppo in fretta, non riusciva a capire più niente.

"si, piccola, te lo prometto" rispose, accarezzandole quei capelli rossi come il fuoco che tanto adorava "forza, andiamo prima di perdere il nostro treno per Boston".

Presero le ultime valigie prima di uscire dalla loro villa sulle alture. Era una casa spaziosa e ospitale, l' ideale per crescere la piccola Mary-Beth. Una volta saliti in carrozza ed aver caricato i loro effetti personali su un'altra appena dietro di loro, partirono per la stazione. Era notte fonda e Mary-Beth, di tanto intanto, quando non dormiva, alzava lo sguardo e osservava il paesaggio intorno a lei: il terreno era segnato dalle orme dei cavalli e delle diligenze che di tanto in tanto passavano, la luna era leggermente coperta dalle nuvole.

Una volta arrivati in stazione si diressero al binario da cui sarebbe partito il loro treno. Mary-Beth amava le vacanze: la tranquillità e la pace che le donavano era indescrivibile, si sentiva cullata, al riparo dalla frenesia quotidiana, di cui aveva già fatto esperienza nonostante la sua giovane età.

Passò un po' di tempo, dopo di che il treno arrivò al binario, pronto per condurre Mary-Beth verso una nuova avventura che sarebbe, però, durata solo pochi giorni. Una volta salita sul treno, fu accolta da un rigenerante profumo di incenso che si fece strada tra le sue candide narici. Il maggiordomo li accolse calorosamente, guidandoli verso la loro piccola stanza dove avrebbero passato la fredda notte.

"prego, da questa parte" disse con fare ospitale e la famiglia lo seguì. La ragazza non fece a meno di guardarsi attorno: i muri erano di un elegante legno di ciliegio, le sedie di un velluto di smeraldino, proprio come i suoi occhi. Le persone ridevano e parlavano tra di loro , pasteggiando squisite pietanze fumanti.

Camminò lungo il corridoio fino ad arrivare alla stanza che era stata assegnata alla sua famiglia. Era molto piccola e composta da due coppie di letti a castello, anch'essi in legno, come il resto del treno. L piaceva l'atmosfera che quell'ambiente le donava, era tutto così rilassante; si sentiva come se fosse a casa.

Dopo aver disposto le valigie in camera, il treno finalmente partì e Mary-Beth si appoggiò al finestrino per scorgere l'ambiente circostante che sembrava volare via da quanto il treno correva veloce. Era un'osservatrice attenta, lo era sempre stata. Era un tipo introverso che non amava particolarmente le interazioni sociali, né aveva molti amici. Era così timida, così impaurita dal mondo che temeva che prima o poi la avrebbe spezzata.

Il suo flusso di coscienza venne interrotto dalla madre Bertha.
"tesoro, vieni, la cena è pronta" le disse con fare amorevole, prendendola per mano. Raggiunsero la sala da pranzo e dopo poco tempo le pietanze arrivarono. Mary-Beth assaporò ogni boccone con appetito: la cena simboleggiava già l' inizio della vacanza per lei.

Continuò a guardare dal finestrino finchè non si accorse che il paesaggio si stava muovendo più velocemente de previsto: le sagome erano sempre più sfocate, il paesaggio era a malapena visibile.

La famiglia, come il resto dei passeggeri si lasciò prendere dal panico. Mary-Beth era spaventata, così tanto che non riuscì a muovere un muscolo. Vide dal finestrino che il ponte davanti al treno stava cedendo e una scia di brividi le passò lungo la schiena. Era terrorizzata, si sentiva inerme, senza via d'uscita. Cercò di tirare i freni di emergenza ma niente funzionò. Era tutto inutile.
il ponte si avvicinava a vista d'occhio e Mary-Beth e la sua famiglia erano ancora bloccati su quel treno.

Ad un tratto sentì de rumori provenienti dalla prateria: erano degli uomini a cavallo che gridavano un nome in particolare : Colm O'Driscoll. L'uomo corse lungo il corridoio per poi uscire dal treno. Stava per gettarsi sul suo cavallo quando notò che il vestito della ragazza era impigliato tra i sedili del treno. Quegli occhi smeraldini piangenti gli fecero stringere il cuore...non poteva lasciare che una ragazza così giovane e bella andasse incontro a un così tragico destino.

Così, la aiutò e la prese per mano, nonostante lei fosse riluttante.

"dove mi stai portando? Dobbiamo salvare la mia famiglia!" gridò con gli occhi rossi dal pianto ed il volto cosparso di lacrime.

"senti, ragazzina, o salvo te o moriamo tutti!" sputò acido Colm, il quale non aveva la fama di essere un uomo di buon cuore ma l'azione che aveva appena compiuto, dimostrò che anche lui disponeva di un cuore.

Prese la ragazza di peso e la portò fuori dal treno.

"al mio tre, salta" le intimò, indicando un destriero dal manto nero come la pece.

E così fece, Mary-Beh prese coraggio e infine compì quel folle gesto che la avrebbe salvata, seguita da Colm che saltò sul suo cavallo.

In pochi secondi il treno andò incontro al suo tragico destino: continuò ad andare così velocemente per poi cadere giù dal burrone. Mary-Beth sentì il boato e non fece a meno di piangere a dirotto.

Vi amerò sempre, pensò la ragazza, ancora troppo giovane per assistere ad un evento del genere anche se, infondo, non si è mai pronti.

"ora sei al sicuro" le disse Colm, galoppando fino all'accampamento.

Aprile, 1899.

era una calda giornata di primavera, il sole si faceva strada tra le tende dell'accampamento, il cinguettio degli uccelli creava una bellissima sinfonia insieme al fruscio degli alberi ed il rumore dell'acqua del lago.

Mary-Beth si svegliò dolcemente, era di buon umore. Ormai era diventata una bellissima giovane donna, nonché ottima compagna per ciascuno dei membri della sua banda. Sbadigliò, dopo di che si sedette sul letto, che non era mai troppo comodo. Si mise i vestiti con calma, senza fretta, pensando a che cosa la avrebbe aspettata oggi: probabilmente sarebbe andata a caccia con i suoi due fidati migliori amici.

Una volta uscita dalla tenda, un profumo di zuppa le inebriò le narici, era la sua preferita, quella alle nocciole. Josephine, l'anziana della banda, nonché quasi nonna di Mary-Beth, la preparava ogni domenica, come da tradizione da sette anni a quella parte.

"buongiorno, cara, dormito bene?" chiese l'anziana signora.

"benissimo" rispose Mary-Beth prendendo una porzione della così amata zuppa e sedendosi attorno al fuoco, dove la raggiunsero i suoi due migliori amici: Jimmy e Alina, i quali la abbracciarono subito.

Non era stato facile per Mary-Beth inserirsi nella nuova banda, soprattutto dopo il traumatico incidente dei suoi genitori ma Jimmy e Alina, suoi coetanei, la avevano accolta subito a braccia aperte.

Alina era una ragazza socievole, creativa e affabile. Era capace di stregare chiunque con quegli occhi azzurri e la sua gentilezza, che, però non doveva essere data per scontata, in quanto faceva scintille se la si faceva arrabbiare e Mary-Beth lo sapeva molto bene.

Jimmy, nonché fratello gemello di Alina, era un ragazzo dolce ma al contempo troppo avventato e alla ricerca costante di rischi. La rossa si ricordava bene il giorno in cui, per il suo diciottesimo compleanno, Jimmy rubò un bellissimo cavallo arabo roano, che poi venne chiamato Atlantis, il fidato destriero di Mary-Beth.

"io e Alina pensavamo di andare a caccia per portare qualcosa in tavola stasera, vuoi unirti?" chiese Jimmy con il sorriso stampato sulla faccia. Mary-Beth annuì entusiasta prima di montare sul suo cavallo, insieme agli altri.

Galopparono finché non raggiunsero un punto abbastanza fitto della foresta e subito avvistarono una giovane cerva. Mary-Beth sguainò l' arco e con un colpo secco, la prese.

"bel colpo!" escamò Alina.

Tornarono all'accampamento, per poi cenare tutti insieme, come una famiglia. Dopodiché tutti si recarono nelle loro tende per riposare e così fece anche Mary-Beth.

WICKED GAME - arthur morganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora