non cambierai mai

76 7 10
                                    

La vita è una scelta continua. Si sceglie di dare un bacio,di fare del bene piuttosto che del male, di scrivere una poesia, di sentirsi liberi. C'è qualcosa nell'intero universo che lega indissolubilmente le persone, quello che decidono di fare e come si comportano: la scelta. Quell'elemento che reca e toglie al contempo il dolore agrodolce della tribolazione.

Arthur non sapeva che cosa lo avesse portato ad aiutare Mary, la sua vecchia fiamma ma qualcosa dentro di lui si era risvegliato, qualcosa di buono, di genuino...voleva diventare una persona migliore, prima di tutto per se stesso. Questa volta la scelta che aveva compiuto non era sorta dal puro desiderio di compiacere Mary e la sua odiosa famiglia, bensì dal suo desiderio di fare del bene. Perciò decise di aiutarla.

Si diresse verso il saloon dove il padre di Mary era solito andare per ubriacarsi e frequentare uomini loschi.
Una vota entrato, le sue narici vennero pizzicate da un nauseante odore di alcol.

Lo vide. Stava parlando con alcuni uomini vicino al bancone, tracannando un'intera bottiglia di un liquore che pareva essere whiskey.

"signor Gillis, io e sua figlia dobbiamo parlarle"disse Arthur con fermezza.

"perché pensi che io debba dare ascolto ad uno scervellato fuorilegge come te?" sputò acido. Arthur ormai era abituato a questo tipo di trattamento da parte sua.

"senta, pezzo di-"

"papà" lo trattenne Mary "Arthur voleva dire che è pericoloso che tu continui a frequentare quei loschi figuri. Non è vero?"

"già" si limitò a rispondere.

Arthur lasciò che la figlia parlasse al padre e , per fortuna, lo convinse, o almeno, Mary sperava di averlo fatto.

"oh, Arthur...non so come ringraziarti, vuoi...vuoi fare qualcosa? Magari potremmo andare a teatro" Mary propose, spostandosi una ciocca di quei capelli corvini dietro l'orecchio, per poterlo vedere meglio. Era in ansia di una risposta positiva.

"vedo che non hai cambiato le tue passioni" rise Arthur. Non sapeva cosa lo avesse preso ma iniziava a provare di nuovo una certa simpatia per Mary, nonostante non fosse più di quel tipo. Era un uomo fedele e dai sani principi e, dunque, non avrebbe mai tradito Mary-Beth. Tuttavia, non fece a meno di domandarsi il perché fosse tornata. Voleva fargli una cortesia per aver salvato suo fratello Jamie dalla setta? Voleva rivederlo? Non lo riusciva a capire.

Si divertirono molto a teatro, come ai vecchi tempi. Arthur stava bene con lei, nonostante non provasse più alcun sentimento amoroso. Decise di accompagnarla alla stazione, dove la donna avrebbe preso il treno per tornare a casa. La aiutò a sistemare le valigie e la salutò.

"oh, Arthur, non cambierai mai, lo so" gli disse con il suo solito tono melenso. Arthur si limtò ad annuire senza dire una parola, dopo di che decise che era ora di fare ritorno all'accampamento.

Mary-Beth era seduta comodamente vicino al fuoco per riscaldarsi un po' in quella fredda notte.

"allora? Ti sei divertito con la tua amichetta Mary, mh? Dutch mi ha raccontato tutto" esordì sarcastica. Un misto di delusione e rabbia si intravedeva nei suoi smeraldi che avevano perso la loro luce.

"Mary-Beth...è acqua passata ormai, non provo più nulla per lei, per chi mi hai preso" cercò di tranquillizzarla, seppur invano. Il volto della ragazza era rosso di rabbia.

"ho visto come sei corso da lei appena hai letto quella lettera...non me ne faccio nulla delle tue parole! Non ti rendi conto di tutto quello che abbiamo passato, Arthur? Sono quasi morta per te!"

quelle parole lo colpirono dritto al cuore. Sapeva che Mary-Beth aveva ragione anche se lui non aveva, d'altra parte, completamente torto, dato che Mary Gillis era solo un'amica e niente di più.

"Mary-Beth, non scappare da me, ti prego"

ormai era troppo tardi, la ragazza salì sul suo cavallo e si diresse verso la foresta, sparendo nel buio come una piccola lucciola, che, però aveva perso tutto il suo bagliore.

Si diresse verso le montagne, voleva rilassarsi, o per lo meno, voleva provarci. Non passò molto tempo prima che la giovane donna perdesse la strada, era immersa nel buio più totale.

Iniziò a piangere, un po' per la delusione, un po' per la specie di isteria che stava provando in quel momento. Si lasciò andare completamente al dolore. Del resto, era ancora giovane e Arthur era una delle sue prime esperienze d'amore, la più intensa fin'ora. La aveva completamente sconvolta, travolta, sconquassata. L'amore e l'ardore che provava per lui non erano equiparabili ad una normale relazione: ogni volta che incrociava il suo sguardo penetrante lo stomaco si chiudeva in una morsa, le gambe tremavano ed battito era accelerato. Non si era mai sentità così per nessuno. Nessuno.

Ben presto, però, si accorse del guaio in cui si era cacciata. Era rimasta sola, non c'era anima viva in giro. Urlò per chiedere aiuto ma nulla. Silenzio tombale.

All'improvviso sentì una voce, una familiare. Era Arthur che si era addentrato nella foresta solo per cercarla. Dio solo sapeva come avesse fatto.

"Mary-Beth, sei impazzita? Scappare così nel bel mezzo della notte?" esordì con fare preoccupato.

"ah allora vedo che ti importa ancora di me"

"va bene, ora basta con le tue battutine acide da stronzetta" si avvicinò a lei, per poi avvolgere il suo esile corpo in un caldo abbraccio. Stava tremando di freddo e iniziò a piangere di nuovo. Inutile dire quanto le fosse mancato il suo tocco, così rassicurante, così premuroso.

"Arthur...me lo giuri che tra te e Mary non c'è più niente?" gli fece gli occhi dolci.

"lo giuro" la strinse a sé. Era la sua sincerità a parlare, Arthur era un uomo buono, infondo, e così voleva rimanere "forza, andiamo a Valentine, l'accampamento è troppo lontano"

lei lo baciò con foga, come se non lo avesse visto da anni e così fece lui, stringendola a sé.

"non scappare più da me, Mary-Beth"

WICKED GAME - arthur morganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora