Hai abbandonato me...
Chuuya?
Sei veramente tu?
Davvero sei triste per ciò?
Appoggio il cellulare accanto a me sul divano, e mi abbandono allo schienale, con le braccia incrociate dietro alla testa. Non avrei mai creduto che Chuuya avesse visto il mio allontanarmi dalla mafia come un abbandono nei suoi confronti. In fondo, non ha mai fatto molto per dimostrare di tenerci a me.
Anche se neanch'io sono stato del tutto sincero con lui su questo punto...
Nakahara Chuuya, l'unico che sia riuscito a farmi provare sentimenti diversi dalla rabbia, l'unico con cui ho potuto trascorrere momenti quasi normali all'interno dell'ambiente della mafia, l'unico che abbia mai capito cosa mi passasse veramente per la testa.
L'unico che abbia mai "amato".
Io non ho mai capito cosa possa essere l'amore, essendo sempre stato circondato da persone che mi sfruttavano per i loro interessi, e l'unico rimastomi vicino per un po' è stato Odasaku, morto tra le mie braccia quattro anni fa.
Ma Chuuya, con i suoi lunghi capelli rossi legati, i suoi occhi più profondi e blu dell'oceano stesso, le sue lentiggini, le sue tenere fossette, i suoi perfetti denti bianchi, e la sua adorabile bassa statura è l'unico che mi permetteva, solo guardandolo, di percepire quella sensazione di farfalle che mi pervadono lo stomaco, facendomi desiderare di abbracciarlo e di tenerlo stretto a me per sempre, di accarezzargli dolcemente la testa, di provare il sapore delle sue morbide labbra...
Scuoto la testa, rimproverandomi per gli improvvisi pensieri che hanno attraversato la mia mente e l'hanno stravolta per alcuni secondi. Decido di alzarmi e recarmi in cucina a cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Apro il frigo, il quale interno assomiglia più ad una landa desolata. Scorgo dell'insalata ammuffita in una ciotola in fondo ad un ripiano, una busta scaduta di qualche salume, due uova andate a male e una bottiglia di latte ormai cagliato sulla porta. Sospirando, richiudo il frigo e mi allontano avvilito verso lo sgabuzzino che mi ostino ancora a definire "dispensa". Prendo una confezione di ramen istantaneo e torno in cucina a riscaldarlo.
Finito di mangiare, mi ributto sul divano e riprendo in mano il mio vecchio telefono pieghevole. Lo riaccendo e continuo a leggere i messaggi di Chuuya.
Chibi-chan
Oi, Dazai
Non me ne frega un cazzo se sei scomparso e non ti arrivano più i messaggi, io continuerò a romperti le palle lo stesso.
In ogni caso, adesso sono io a dover controllare l'addestramento di Akutagawa.
È proprio una rottura, io che vorrei solo starmene a casa in pace.
A volte me ne vado al porto ad ascoltare lo sciabordio delle onde contro le barche ancorate al molo, e annuso l'intenso odore di sale e del fritto dei ristoranti sul lungomare.
Chissà se te lo ricordi ancora, idiota...
Certo che me lo ricordo, Chuuya.
E come potrei dimenticare tutte le nostre missioni al porto, per qualche traffico illegale o traditore in fuga? E quando finivamo di sporcarci le mani andavamo a guardare il mare, senza dire niente, ognuno assorto nei propri pensieri, finché uno dei due non si allontanava in silenzio verso un bar o un ristorante vicino, ogni volta uno diverso, e l'altro lo seguiva per farsi offrire qualcosa. Credo che insieme abbiamo provato tutti i locali del porto di Yokohama.
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Il suo ultimo messaggio ~Soukoku~
FanfictionSono passati 4 anni da quando Dazai ha abbandonato la mafia ed è entrato nell'Agenzia, ma ancora non si trova a suo agio. I suoi colleghi sono ottimi collaboratori, certo, e Kunikida è un partner certamente preparato, ma a Dazai manca qualcosa...qua...