Michele si alzò a malincuore dalla sua sedia quando lo vide arrivare, il volto severo, tutt'altro che deferente. «Già una riunione? Vedo che ti stai dando molto da fare.»
«Ci sono alcune cose non molto chiare nel piano di Metatron.»
A quel nome l'arcangelo sbuffò, ma non si azzardò ad aggiungere altro.
Pochi istanti dopo fece il suo arrivo Uriele, accompagnato da due angeli minori che portavano alcuni registri tra le braccia.
«Come da te richiesto, Aziraphale, tutte le narrazioni di Enoch.»
Aziraphale fece un leggero cenno di ringraziamento. «Prima di cominciare, vorrei chiedervi quanto ne sapete del cosiddetto progetto: Secondo Avvento.»
Michele e Uriele si guardarono negli occhi.
«Non di nostra competenza, invero,» specificò Uriele, serafico come al solito. «Ma Saraqael potrebbe esserti d'aiuto. Ha curato in prima persona i rapporti tra Enoch e Dio e vede il Metatron molto più spesso di noi.»
«Capisco, e perché Saraqael non è qui?»
Michele sollevò un sopracciglio. «In qualità di Arcangelo Supremo, puoi richiamarlo in qualunque momento. In quanto a noi, ti siamo ancora utili?»
I due angeli minori si avvicinarono ad Aziraphale e gli lasciarono i registri sulle braccia.
«Beh, dovremo ancora parlare di questo Secondo Avvento, ma forse prima sarà opportuno che mi consulti con Saraqael.» Barcollò sotto il peso dei registri, ce n'era di roba da analizzare!
«Molto bene, perché i nostri compiti ci aspettano,» continuò seccamente Michele. «Ho un Paradiso da sorvegliare.»
Sorvegliare da chi? Si domandò Aziraphale, comunque sorrise cortese. «D'accordo, allora, quando sarà il momento faremo una nuova riunione.»
«Ma certo, Arcangelo Supremo.»
Ad Aziraphale non sfuggì il vago tono sarcastico sul suo nuovo appellativo, ma in tutta onestà non gli importava affatto. Guardò i libri tra le sue braccia. Enoch parlava di corruzione, peccato, depravazione, tanto tra umani quanto tra angeli. Tutto quello diventava sempre più inquietante e preoccupante.
Quando distruggerete l'umanità sarà come se fosse stato l'inferno a farlo.
Quella frase gli sibilò all'improvviso in testa. Oh, Crowley, mio caro Crowley, a quanto pare c'è di più in ballo che la sola umanità! Si morse le labbra, quanto gli mancava il suo demone, lo avrebbe visto imprecare a mezza bocca per poi annuire con aria consapevole e dire, sicuro: bene, ok, vediamo cosa si può fare. Quanto gli mancava sentire la sua voce!
Sospirò. I due arcangeli se ne erano già andati e nemmeno se ne era accorto. Poco male, non c'erano peggiori alleati di coloro che si sentivano ingiustamente trattati. Michele non sopportava essere il subordinato di uno come lui e Uriele, beh Uriele in pratica non sopportava niente e nessuno.
Forse davvero avrebbe potuto fare affidamento solo su Saraqael. Si avviò per tornare al suo posto di lavoro, sentendosi più solo che mai.
* * * *
«Io aspetterò qui, signor Demone, la prego di fare in fretta e non correre rischi inutili.» Muriel si sistemò accanto all'ascensore. Una figuretta chiara su uno sfondo sfarzosamente luminoso.
Se un tempo, ormai davvero troppo remoto, quella era stata la sua casa, ora la trovava così spocchiosa. Persino l'interno della sua Bentley era molto più accogliente.
«Farò presto, ma se non dovessi vedermi, torna alla libreria e non preoccuparti più di me.»
«Ma lei mi aveva assicurato...»
Alzò la mano e le diede un buffetto sulla guancia. «Lo so cosa avevo detto, andrà tutto bene e tu non finirai nei guai.»
Tempo di agire, tempo di rintracciare l'Arcangelo Supremo e riportarlo a casa. Senza un piano ben preciso, a dire il vero. Poco male, avrebbe improvvisato, magari con un qualche trucchetto di magia che Aziraphale tanto amava.
Peccato che i corridoi apparivano tutti uguali e non v'erano indicazioni di sorta. Pensa, Crowley, pensa! Dove avevano tentato di giustiziare Aziraphale, subito dopo il mancato Armageddon? Ci era arrivato sulle sue stesse gambe, una svolta a sinistra, una a destra e...
«Guarda un po' chi abbiamo qui, mi era parso di sentire olezzo d'Inferno!»
Crowley si bloccò. Forse il suo piano improvvisato era un po' troppo improvvisato. Tirò fuori il sorriso più sfacciato, ma sarebbe servito a qualcosa davanti al più litigioso di tutti gli Arcangeli?
«Michele, è sempre un grande dispiacere!»
«Lo immagino.»
L'arcangelo schioccò le dita e le gambe di Crowley si fecero così pesanti da farlo crollare in ginocchio.
«Aspetta, non vengo qui per conto dell'Inferno.» Tutto il suo corpo era rigido, come se ogni fibra e ogni tessuto stessero diventando marmo. Non era proprio facile neanche respirare o parlare.
«Certo che no, non avresti potuto. Ho il sospetto di sapere chi ti ha invitato.» Ora era Michele a sorridere, in maniera a dir poco minacciosa.
«In realtà Aziraphale non c'entra nulla!» Crowley cominciò a temere di aver complicato di brutto le cose.
«Difficile crederlo, visto quanto tu e lui...» Michele fece una smorfia e con un gesto della mano sembrò scacciare un pensiero sgradevole. «Ma non riuscirete a scamparla come Belzebù e quel traditore di Gabriele. No, non questa volta.»
Si voltò di spalle e si incamminò. Una forza invisibile prese a trascinare Crowley dietro l'arcangelo. «Dubito che ci sia bisogno di un processo, caro il mio demone, c'è già stato in passato e ha decretato la tua Caduta. Mi limiterò a sbarazzarmi di te e a farlo presente al nostro beneamato Arcangelo Supremo.» Gli lanciò un'occhiata da dietro le spalle. «Chissà, magari otterrò un encomio.» Rise e quella risata fece accapponare la pelle di Crowley.
Raggiunsero la grande sala che Crowley aveva tentato di trovare, ma non c'era traccia di Aziraphale, non c'era traccia di alcuna presenza angelica, a parte Michele.
Alcuni gesti rapidi delle mani dell'arcangelo e il demone si ritrovò bloccato a mezz'aria, da catene invisibili che gli tirarono gli arti, tesi come su di una croce.
«Cammini su suolo divino perché invitato, ma se vieni investito in pieno dalla luce sacra, hai idea di cosa ti succederà?»
«Mh, non ho tutta questa voglia di abbronzarmi, sai?»
«Il tuo corpo materiale si distruggerà e poi, a poco a poco, persino quello astrale. E, come dicono gli umani? Bye bye, demone!»
«Ti sei fatto un tipo mondano, Michele? In effetti non sarebbe male se frequentassi di più gli umani, saranno fallibili, ma sanno insegnarti davvero molte cose.» Sarebbe presto morto, svanito per sempre, quindi perché continuare a battibeccare? Beh, in quel disastroso disastro dove aveva perso tutto quello che per lui contava, almeno non aveva ancora perduto se stesso.
«Figuriamoci.» Michele torse la bocca con disprezzo, fece un passo indietro e schioccò ancora le dita.
La luce sacra lo avvolse, splendore dell'Onnipotente. Acido sulla sua pelle, sul viso, sulle mani, sui capelli. Gli abiti che andavano dissolvendosi a poco a poco, come lentamente si sarebbe disgregato lui stesso. Serrò bene i denti e trattenne il grido di dolore che gli si era gonfiato nel petto.
«Addio, demone.»
Cercò di muoversi, di rompere la costrizione che l'arcangelo gli aveva imposto. Ma lui, ormai, non aveva più quel potere. Chiuse gli occhi. Dall'eternità alla fine, non gli rimaneva che aggrapparsi a ciò che di bello c'era stato nella sua lunga esistenza e a quell'ultimo, piccolo, disperato ma prezioso contatto con l'essere più dolce e adorabile del creato. Gli sarebbe bastato anche solo un altro, un ultimo bacio con il suo angelo.
* * * *
NOTA DELLE AUTRICI:
Visto che il capitolo finisce con un brutto cliffhanger, per evitare troppo dolore (ci ha già pensato Gaiman per tutti noi) pubblicheremo il 4 capitolo venerdì invece che martedì prossimo.
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WILL THE NIGHTINGALE SING AGAIN?
FanfictionCosa succederebbe se Crowley, nonostante il cuore spezzato, decidesse che non vuole affatto rinunciare ad Aziraphale? Un piccolo "What if" per cercare di sopportare un po' meglio l'attesa della terza stagione di Good Omens.