CAPITOLO 8

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Aziraphale condusse Crowley fino alla camera da letto, sostenendolo per un braccio. Una volta all'interno lo fece sedere sul bordo del letto e lo scrutò con apprensione. Anche se aveva cercato di non darlo a vedere, salire le scale era costato al demone fatica. «Crowley, sei sicuro di sentirti davvero bene?»

«Ho la costituzione di un toro.» Il demone sollevò le sopracciglia, con l'ombra di un sorrisetto sulle labbra.

«Vedremo.» Aziraphale si accostò a lui e iniziò a sfilare le bende. Lo fece lentamente, svelando la pelle ancora arrossata delle spalle e del petto. Le piaghe erano sparite, fortunatamente, ma c'erano ancora dei segni di bruciatura abbastanza evidente. Passò dita leggere sopra di esse. «Forse potrei...»

Crowley lo afferrò al polso. «Non occorre, angelo. Nessun miracolo, neanche il più insignificante.» Poi aggiunse, con un tono di voce tanto dolce che Aziraphale non gli aveva mai sentito. «Sto bene, ora sto bene davvero.»

Quelle parole così affettuose gli fecero salire un groppo in gola. «Oh, Crowley, potrai mai perdonarmi per averti fatto così tanto soffrire?»

Le dita del demone lasciarono il suo polso e gli sfiorarono la bocca. «Ti ho già detto che ti ho perdonato, no?»

«Ma sei un demone, potresti aver mentito.»

Crowley sorrise ancora. «Uhm, sì, forse. In questo caso sai già quello che devi fare, no?»

Aziraphale terminò di togliere le bende, poi scosse il capo. «In realtà non ne ho la minima idea, il kamasutra mi sembra un po' troppo complesso per una prima volta.» Passò una delicata carezza dalla spalla fino al palmo della mano del demone e poi, senza neanche pensarci, se la portò alla bocca, baciandone il dorso. In quel momento gli sembrava che nessuno dei libri che aveva letto potesse aiutarlo sull'argomento, ma mentre rifletteva i suoi occhi correvano inevitabilmente sul corpo seminudo di Crowley.

Lo aveva sempre considerato bello, anche se non glielo aveva mai detto. In ogni secolo, dai tempi del giardino dell'Eden fino agli ultimi anni terreni, lo aveva osservato avvertendo come un senso di beatitudine interiore che non si era neppure mai spiegato fino in fondo. Era semplicemente piacevole da guardarsi: la figura longilinea, la flessuosa postura, i capelli rossi, il profilo affilato, i suoi incredibili occhi demoniaci, il più palese attributo infernale che nascondeva dietro occhiali scurissimi. E gli piacevano infinitamente anche le grandi ali nere. E come camminava, come sedeva, come gli parlava o anche quando se ne stava silenzioso al suo fianco, sorseggiando il Whiskey mentre lui era impegnato in altre cose.

D'istinto gli appoggiò le dita sotto il mento e gli piegò il volto verso di sé, baciandolo di nuovo. Il demone lo assecondò docile.

«Questo è già un buon inizio,» sussurrò Crowley a fior di labbra.

«Dici? Allora potrei andare avanti, forse improvvisare?» Aziraphale gli mordicchiò delicatamente il labbro inferiore e sentì che l'altro si protendeva verso di lui con tutto il corpo.

«Ma certo, come in uno spettacolo di magia,» sussurrò il demone, con voce oltraggiosamente lasciva. «Meraviglioso Mr. Fell.»

«Signor demone!» esclamò Aziraphale, separandosi quel tanto che bastava a guardare Crowley con finta riprovazione, avvertendo dentro di sé emozioni piuttosto forti e non proprio familiari. «Siete un tentatore a dir poco straordinario!»

Come un formicolio interiore, quelle emozioni percorrevano il suo corpo, lo mettevano in agitazione, ma in senso buono. Come quando si attende l'arrivo di qualcosa di delizioso, quei pochi istanti in cui ci si prepara a sentirsi felici! Ma c'era anche altro, una spinta profonda, un calore intenso, un desiderio che non aveva un nome bensì una forma assai precisa.

«In effetti...» balbettò e le sue mani racchiusero il viso di Crowley, tenendolo ben fermo davanti a sé. «Sembra proprio una magia.»

Il bacio che gli diede fu molto, ma molto più audace di quanto lui stesso credesse possibile.

* * * *

Okay, angelo! Pensò Crowley, mentre la lingua di Aziraphale si faceva strada tra le sue labbra, cercando un contatto più profondo e intimo. Questo è davvero inaspettato!

Avvertì un mugolio basso provenire dalla sua stessa gola e, benché persino lui non avesse le idee troppo chiare, comprese immediatamente ciò che avrebbero dovuto fare.

Seguire l'istinto e, come dicevano Nina e Maggie, lasciare che i loro corpi, e i loro cuori, parlassero con onestà.

E quel bacio! Per tutti gli Inferni! Era qualcosa di così autentico che gli fece venire meno il fiato! «Azira...» Cercò di respirare mentre si aggrappava alle spalle dell'angelo con tutta l'intenzione di trascinarselo addosso.

Aziraphale fraintese, perché si allontanò da lui e lo fissò con aria allarmata. Aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi. «Scusami, ti ho fatto male? Io non so bene cosa mi è preso...»

«No, no!» Crowley lo afferrò al colletto per trattenerlo. Non gli avrebbe mai più permesso di respingerlo! «Era perfetto! Non pensare. Ecco, fai solo quello che senti sia giusto!»

Ma nell'istante in cui pronunciò quella frase si rese conto di quanto potesse essere un errore. Lui aveva un'idea molto chiara di cosa fosse giusto, ma Aziraphale?

Nell'angelo era ancora presente il senso di giustizia celeste? Quel tipo di giustizia che aveva ben pensato di uccidere i figli di Giobbe per poi ricompensarlo con figli nuovi, come se fossero ciabatte o pentole o qualsiasi altro stupido oggetto.

Eppure, era stato lo stesso Aziraphale a studiare insieme a lui un piano per ingannare il paradiso e proteggere i ragazzi e, lo stesso Aziraphale che era corso a salvarlo senza preoccuparsi delle conseguenze e che ora era lì, seduto sul letto, con i palmi caldi delle mani sulle sue guance e due grandi occhi brillanti ed emozionati piantati sui suoi.

«Cosa ne dici?» osò bisbigliare, speranzoso.

Quel silenzio lo stava distruggendo. Ti prego, non di nuovo. Implorò tra sé. Non rifiutarmi di nuovo.

Le palpebre dell'angelo si abbassarono e la perdita di contatto fu già una prima pugnalata.

«Ciò che sento sia giusto?»

Crowley gli lasciò il colletto e poggiò le sue mani sopra quelle di Aziraphale e tentò ancora, con apprensione. «Ciò che senti sia giusto, non ciò che pensi sia giusto.»

L'angelo annuì. «Hai ragione, in effetti questo fa parecchia differenza.» Quando sollevò lo sguardo gli rivolse un sorriso amorevole che sembrò improvvisamente rimettere a posto l'intero universo. «Quello che sento essere giusto è salvare te dalla distruzione e salvare questo mondo che è ormai la nostra casa.»

Crowly lasciò lentamente ricadere le proprie braccia. «Sì, certo, angelo. Immagino che sia una priorità.» Non era proprio un rifiuto, ma non riusciva comunque a non sentirsi deluso.

«Crowley, io ti amo e anche questo è molto giusto.»

E quello fu un colpo al cuore. Il demone serrò la mascella, gli occhi che pizzicavano, ribellandosi alla sua volontà di apparire "quello duro", quando gli era ormai drammaticamente evidente quanto fosse lui il fragile. «Davvero? Allora amami anche adesso!»

«Non ho mai detto che non lo avrei fatto.»

*** Vi ricordiamo che il prossimo aggiornamento sarà giovedì ♥️ ***

WILL THE NIGHTINGALE SING AGAIN?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora