EPILOGO - SECONDA PARTE

359 17 15
                                    

* 25 Dicembre, poco dopo la mezzanotte. *

Quando anche l'ultimo umano fu uscito dalla libreria, Aziraphale fece un lungo sospiro soddisfatto, e anche un po' sollevato. Insomma, era diventato piuttosto bravo a organizzare eventi mondani, e questa volta non c'erano stati diavoli a interrompere il divertimento, anche se era stato tentato di invitare Shax per quella cena, ma quando lo aveva fatto presente a Crowley, la sua espressione in risposta gli aveva fatto intuire che non fosse affatto una buona idea.

Anche Muriel se n'era andata, doveva fare rapporto e se ne sarebbe rimasta in Paradiso per un po', almeno fino al mattino dopo, si era raccomandato Crowley che ora, alle sue spalle, stava rassettando il salone della libreria, modificato per l'occasione.

«Allora, mio caro, è stato un bel cenone della Vigilia?»

«Impeccabile, angelo.» Crowley osservava il proprio operato con le mani sui fianchi.

«Lo pensi sul serio?» Aziraphale sprizzava di gioia.

«Ma certo, il signor Brawn sembrava al settimo cielo.»

«Sì, beh, la prossima volta dovrò avvertirlo che non è il caso di portare nessun opuscolo sul futuro mercatino di quartiere!»

Il demone si stiracchiò e sbadigliò. «Ora è tutto a posto.»

«Grazie, ho apprezzato molto il tuo aiuto, ma...» Esitò, osservando l'altro che si lasciava cadere sulla poltroncina. «Sei davvero così stanco?»

Crowley si tolse gli occhiali agitò il braccio su e giù, con aria incurante. «Nah, è solo che le chiacchiere, la musichetta e tutto il resto, è stato un po' frastornante.»

Aziraphale gli si avvicinò e, con cautela, si sedette sulle sue ginocchia. Non era passata neanche una manciata di secondi che Crowley si era già stretto a lui, nascondendo il viso contro il suo petto. «Ora siamo soli. Niente chiacchiere, niente musichette.»

«Finalmente.»

«Oh, andiamo, la serata è piaciuta anche a te.» L'angelo gli accarezzò i capelli.

«Sì, forse.»

«Possiamo andare in camera da letto e dormire, se sei davvero così stanco.» Aziraphale modulò un tono vago, disinteressato.

«Mh.» Un giallo occhio da serpente sbucò dal basso, tra i ciuffi rossi. «E se non fossi poi così tanto stanco?»

Aziraphale sorrise. «In questo caso potremmo comunque andare in camera da letto e dedicarci ad altre piacevolezze.»

«Oh! oh! Si scopa!» esclamò il demone con entusiasmo.

Alzò gli occhi al cielo. «Non c'è bisogno di essere così sboccati.»

«Ci sarebbe bisogno, invece, soprattutto a letto. Ma mi accontenterò dei tuoi gemiti e mugugni e le facce buffe.»

«Ehi, non faccio facce buffe!» Aziraphale si alzò da quella che, tutto sommato, era una posizione assai comoda e si lasciò trascinare sulle scale da Crowley.

Una volta in camera, Crowley accese la lampada, la luce dorata si diffuse attorno a loro. Aziraphale lo osservò mentre si sfilava la sottile sciarpa argentata, la giacca avvitata e si sbottonava il gilet. Decise di prendersi un po' di tempo per ammirarlo e non si mosse fino a quando il demone non fu completamente nudo, avvolto dalla soffusa luminosità ambrata la pelle sembrava risplendere. Sorrise, perché poterlo contemplare era uno dei suoi preliminari preferiti e, senza modestia, stavano diventando davvero degli esperti anche in quella pratica.

Bene, era il suo turno e, doveva proprio ammetterlo, anche il modo in cui Crowley lo guardava quando era lui a non indossare i vestiti era piuttosto intrigante. Si era chiesto se per un angelo quella mancanza di pudore non fosse un brutta abitudine, ma anche godersi una selezione pregiata di sushi o assaporare un liquore dal peccaminoso sapore dolce potevano valere lo stesso dubbio e poi ogni controversia veniva semplicemente azzerata dal fatto che Aziraphale percepiva con estrema, inequivocabile chiarezza che quella stanza era piena di amore.

WILL THE NIGHTINGALE SING AGAIN?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora