FUOCO E GHIACCIO

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VICTORIA

Il concetto del grande amore era qualcosa di inspiegabile a parole. L'unico modo per trasmetterlo e capirlo, era attraverso quelle sensazioni particolari che scorrevano dentro il proprio corpo.

«Vi dichiaro marito e moglie.»

Ero davvero pronta a vivere il resto della mia vita accanto a lui? Quella domanda aveva solo una risposta, ovvio che sì. Finalmente, nonostante i lunghi anni di relazione, io e Richard ci eravamo decisi a fare il grande passo.

Il tempo passava velocemente, forse anche fin troppo, e non potevo negare che quella rapidità mi aveva messa in crisi più di una volta.

Ma perché pensare al futuro, a quello che arriverà dopo, quando ci si poteva godere il presente?

Richard non attese nemmeno la fatidica frase ora puoi baciare la sposa. Senza indugiare, mi circondò il busto con tutto il braccio, avvicinò il mio corpo al suo e permise alle nostre labbra di toccarsi.

Urla e applausi di tutti i nostri i cari ci accerchiarono con tanta calorosità.

«Ti amo» sussurrò, incastrando i suoi occhi ai miei.

«E io amo te.»

Quanto era bello continuare a ripeterselo ogni giorno.

Scendemmo gli scalini, rimanendo l'uno accanto all'altra, e avvinghiai il mio braccio intorno al suo bicipite.

Quello era uno dei giorni più belli di tutta la mia vita.

Durante il tragitto dall'altare fino all'uscita della chiesa, riservai un dolce e sincero sorriso a tutti.

Alla mia migliore amica con affianco Peter, a Terence e a Carly, ai coniugi Cooper, alla signora Vanessa insieme ai suoi figli e anche ai miei genitori.

Il mio rapporto con loro era stranamente migliorato.

Vivevamo distanti, loro a New York e io a Londra, ma incontrarci una volta per tutte e parlare, era stata la migliore cosa che potessimo mai fare. In fin dei conti, per quanto avessi provato più volte a negarlo, sia mia madre che mio padre erano una parte della mia famiglia.

Sposarsi a ottobre era stata un'ottima decisione, non faceva né troppo caldo e né troppo freddo. Oltrepassammo l'arcata di fiori bianchi sopra le nostre teste e giungemmo verso la macchina che avevamo noleggiato per l'occorrenza. Il pranzo si sarebbe tenuto in un ristorante non molto distante dalla chiesa.

Richard avanzò per primo, aprì lo sportello e mi porse la mano per aiutarmi a salire. L'abito che indossavo, per quanto potesse essere bello, era davvero fastidioso.

Stavo già facendo il conto alla rovescia per il ritorno a casa. Desideravo indossare qualcosa di comodo e leggero.

Toccai la sua mano, stringendola con delicatezza.

«Piano, fai attenzione» disse, assicurandosi che non mi facessi male.

Girò davanti l'auto e si mise dal lato conducente. Diede una rapida occhiata verso tutti i nostri cari, che si stavano anche loro dirigendo verso le macchine, e mi guardò.

«Sei bellissima, Fiamma

Riusciva ancora a farmi imbarazzare.

Adagiai la mia mano sopra la sua, con indosso l'anello di colore oro sull'anulare sinistro, e lasciai che le nostre dita si fondessero.

Richard Cooper era l'uomo della mia vita e lo sarebbe stato per sempre.

Le mie fiamme avevano sciolto il suo ghiaccio.

E ora, anche lui possedeva un'anima di fuoco.

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