VERSO NEW YORK

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VICTORIA

«Sicura di aver preso tutto?» mi domandò Richard, rimanendo con gli occhi puntanti sulla strada «Perché in caso, siamo ancora in tempo per tornare indietro.»

Accesi il telefono, trascinando il dito sullo schermo. «Scarpe, abbigliamento vario, creme...» lessi a bassa voce la lista che avevo scritto prima della partenza «Non dovrebbe mancare niente.»

«Lo spero anche io» imboccò una corsia di decelerazione «Altrimenti dovrò sobbarcarmi i tuoi lamenti durante tutto il viaggio.»

Mi finsi offesa.

«Posso iniziare a lamentarmi anche da ora» lo minacciai «Sai che non mi creerebbe nessun problema.»

Provò a posare una mano sopra la mia coscia, ma non glielo permisi. Mi diede un rapido sguardo sdegnato e ci riprovò di nuovo. Niente da fare, volevo farlo penare un po'. Quando si arrabbiava, era ancora più bello.

«Ma che cazzo, Victoria» si mosse disturbato, mentre continuava a guidare «Stavo scherzando, amore mio» moderò il tono di voce, provando a persuadermi.

Dovevo portare avanti questa farsa.

«Guida e basta, Richard» dovetti voltarmi dalla parte opposta a lui per poter ridere in silenzio.

Mi faceva male lo stomaco, il petto, tutto.

«Bene, se perdiamo l'aereo sarà colpa tua.»

Sterzò verso una piazzola di sosta e si tolse la cintura di sicurezza. Sporgendosi verso di me, afferrò il mio viso con una mano e mi voltò. Senza darmi modo di oppormi, premette le labbra sulle mie con fervore.

Tutte quelle sensazioni mi fecero venire il capogiro.

«Pensi di risolvere tutto con dei semplici baci?» sibilai con il fiatone.

«Tentar non nuoce» mi ribaciò a stampo «Però voglio sapere se ci sono riuscito.»

«Mmh, non saprei» piegai il capo di lato, rimanendo a fissargli quelle iridi azzurre.

«Devo essere più chiaro?»

«Sì, solo un po'.»

Mi ribaciò, spostando la presa questa volta intorno al mio collo. Il mio calore si propagò con rapidità in tutto il corpo, mentre le sue labbra non smettevano di muoversi in simbiosi insieme alle mie.

«Stiamo rischiando di perdere il volo» incastrò le dita tra i miei capelli lisci «E questo sta accadendo solo perché volevi essere baciata da me.»

«Allora non avresti dovuto farlo» questa volta fui io a fermarlo «Baciarmi ora è stata una cattiva idea.»

«Niente è mai una pessima idea se riguarda te, Fiamma

«Ti amo, Richard.»

Rimise in moto e unì le nostre mani, baciandomi il dorso. «Ti amo tanto anche io.»

Viaggiamo ancora, fino a quando non arrivammo all'aeroporto. Scendemmo tutte le valigie, dirigendoci successivamente verso il nostro gate. Speravo solo che fossimo ancora in tempo.

«Ci è mancato poco» mi fece notare Richard, sedendosi nel sedile accanto al mio «Se avessimo perso questo volo, avremmo dovuto aspettare per il prossimo fino a stanotte.»

«Il mio scherzo ci stava costando caro.»

«Ah, quindi stavi scherzando?» si voltò con gli occhi spalancati «Non eri veramente offesa con me?»

«Ma perché, non lo avevi capito?»

Mi diede una lieve spinta sul braccio.

«Assolutamente no, pensavo fossi seria.»

«Be', non credevo di essere così abile come attrice.»

«No, semplicemente sono troppo credulone» mi circondò il braccio e adagiò il capo sulla mia spalla. Chiuse gli occhi e rafforzò la presa, evitando di potermi allontanare da lui. «Ora fammi dormire, grazie.»

«E devi proprio farlo sulla mia spalla?»

Sollevò il viso di poco, rimanendo sempre disteso su di me. «Vedila come una sorta di punizione...» disse, interrompendosi «O di premio» finì, fiero.

Mi mossi, facendolo tremare.

«Spostati, mi si sta già addormentando il braccio.»

«Scordatelo» strinse ancora.

«Sei proprio ostinato» mi lamentai.

«Sempre» richiuse gli occhi.

Tempo qualche minuto che mi accorsi del suo respiro rilassarsi. Sorrisi tra me e me e abbandonai la mia testa sopra la sua.

Chiusi gli occhi e mi addormentai vicino a mio marito con il cuore pieno di battiti ricchi di amore.

Anima di FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora