VICTORIA
Tornare a Central Park era una delle cose che preferivamo ogniqualvolta che rimettevamo piede a New York.
Marciavamo l'uno accanto all'altro, con le mani unite e gli occhi rivolti verso il paesaggio naturale. Gli alberi circondavano il nostro sentiero, rendendo tutto il panorama più rilassante.
Ormai, quel luogo, era una nostra tappa fissa.
«Central Park è casa.»
Il mio cuore perse un battito, speravo lo dicesse con tutta me stessa.
«Mi dispiace aver insistito prima» mi guardai i piedi che sprofondavano nel terreno erboso a ogni passo «Avrei dovuto chiederti cosa ne pensavi e se ti sentissi abbastanza pronto da ritornare alla Universe Corporation.»
Sollevò la mia mano, mi fece fare una giravolta e mi tirò a pochissima distanza da lui.
Il suo pollice strofinò il mio labbro inferiore e mi sorrise, tranquillizzandomi.
«Non devi scusarti, Victoria» stuzzicò il mio fianco «So che non mi faresti mai del male.»
«Mai, Richard, mai e poi mai.»
D'un tratto si abbassò e mi prese in braccio.
Risi ed emisi un urlo di spavento.
Gli circondai il collo per reggermi meglio e indietreggiò, ripercorrendo la strada precedente.
Non disse niente, ma sapevo già dove fosse diretto.
«Che ne dici di una nuotata?» mi beffeggiò.
Mi mossi, provando a scendere.
«Richard non farlo, ti scongiuro» non riuscivo a smettere di ridere «Per favore, ti prego» ammisi, ancora.
«È inutile che mi preghi» disse, raggiungendo il lago.
Mi mise a penzoloni proprio sul bordo, non mollando la presa. Fece finta di farlo un paio di volte, mentre i miei urli strozzati minacciavano di fuoriuscire dalle labbra.
Non volevo ammalarmi.
Però quella circostanza mi stava facendo rivivere ricordi bellissimi.
«Farò qualsiasi cosa, ma non buttarmi» con due dita gli feci girare il capo davanti al mio. Adeguai i nostri nasi, insieme a quei respiri ormai combinati, e tracciai tutta la sua mandibola con lentezza. «Qualsiasi cosa» ridissi con una tonalità di voce bassa.
«Baciami, allora.»
«Prima dovrai farmi scendere» sussurrai vicino la sua bocca «In caso contrario non ti bacerò, Richard Cooper.»
Mi mise giù e mantenni quella promessa. Baciai ogni angolo e lato delle sue labbra, impadronendomene. Ansimò sulla mia bocca, mentre obbligavo il suo viso a non distanziarsi da me con una mano premuta dietro il collo.
«Dovremmo fermarci o qualcuno potrebbe vederci» affermò, mettendomi entrambe le mani sulle spalle «Vorrei evitare di provocare uno scandalo» scherzò.
«Però credo che finirai lo stesso sui giornali» mi limitai a dire.
Feci un passo in avanti, un altro ancora e lasciai cadere Richard dentro il lago. Mi piegai in due dalle risate, mentre riemergeva ormai zuppo dalla testa ai piedi.
«Immagina il titolo dell'articolo...» cominciai a fantasticare, spalancando le braccia verso il cielo «Uomo ritrovato a nuotare dentro il famosissimo lago Jacqueline Kennedy Reservoir. Denunciato dalle autorità, Richard Cooper passerà il resto dei suoi giorni in prigione.»
Richard nuotò fino al bordo e indietreggiai per evitare che potesse tirarmi insieme a lui.
«Hai sempre avuto una fervida immaginazione» dichiarò.
Girai il viso e notai una delle guardie di Central Park non molto distante da noi. «Sei sicuro sia solo immaginazione?» inarcai un sopracciglio, rallegrata «Perché non ci metto niente a chiamare quella guardia.»
«Pensi di esserne capace?» ci stavamo provocando a vicenda.
«Non è per nulla complicato» drizzai le spalle, sollevandomi meglio il manico della tracolla «Devo solo retrocedere, voltarmi e dirigermi verso di lui.»
«E saresti contenta di vedere tuo marito in prigione?»
Pensai alla scena di me che andavo a fargli visita.
«Giuro che ti verrei a trovare» incrociai le dita vicino al petto «Ogni domenica ti porterei un dolce. Quale vorresti per la tua prima settimana dietro le sbarre?»
Si spinse fuori dall'acqua con estrema facilità.
Mi afferrò per la vita ancor prima che potessi scappare, bagnandomi gli indumenti. «Te» accentuò un sorriso malizioso «Vorrei solo te e basta.»
Provai a respingerlo.
«Impossibile, non mi farebbero mai entrare in galera.»
«Allora evita di mandarmi» mi baciò, posando le sue labbra umide sulle mie «Stare lontano da te sarebbe una crudeltà.»
«Sarebbe un tormento anche per me saperti distante.»
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Anima di Fuoco
RomanceLEGGERE PRIMA ANIMA DI GHIACCIO, QUESTA È UNA NOVELLA Sono passati alcuni anni da quando Victoria e Richard hanno ammesso i loro sentimenti. I due si sono salvati a vicenda. Hanno allontanato i propri timori e paure. Hanno superato numerosi ostacol...