Biscotti

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Se l'anno prima avessero detto a Manuel che avrebbe passato un pomeriggio di metà ottobre a fare dolci, lui sarebbe scoppiato a ridere così forte da rotolarsi per terra.

Invece, è esattamente quello che sta facendo in quel momento. In realtà, lui sta più che altro osservando Simone che segue le direttive di Nonna Virginia mentre prepara l'impasto dei biscotti alla zucca.

Non pensava che a Simone, perfettone com'è, piacesse sporcarsi le mani di farina. In realtà, Simone è sempre stato meno precisino di quanto gli altri sospettino, e Manuel ormai lo sa bene. Sorride mentre lo guarda tutto concentrato a dosare gli ingredienti, con il grembiule addosso per evitare di sporcarsi.

Manuel si è tirato su le maniche della felpa, ma non ha fatto nessun gesto per aiutare l'altro. Preferisce godersi la vista di Simone che mescola gli ingredienti, la lingue stretta tra le labbra per concentrarsi.

La nonna gli legge la ricetta direttamente dal suo quaderno, e lui esegue meticolosamente tutte le istruzioni che gli vengono fornite.

Manuel non vorrebbe stare in nessun altro posto al mondo, perché ciò a cui assiste è la cosa più bella e dolce che può immaginare. Si prende in giro da solo quando si rende conto di quanto suonano melensi i propri pensieri. Ma è innamorato, innamorato per davvero forse per la prima volta nella sua vita. Sa che è così, perché le esperienze che ha avuto prima di Simone non sono mai state così totalizzanti. Ha voluto bene a Chicca, le vuole ancora bene, ma non l'ha mai amata per davvero. Alice invece non era che un capriccio, un modo per sentirsi uomo fatto invece che un ragazzo spaventato da cose troppo grandi per lui. Per nessuna ha mai sentito la passione che prova per Simone, il desiderio non solo fisico ma anche mentale. La voglia di stare sempre con lui, di vederlo sbocciare sotto la sua vista, di essere lì a tenergli la mano quando ne ha bisogno.

Manuel pensa che potrebbe vivere così per sempre.

È proprio bello Simone così, con il naso sporco di farina. Manuel non distoglierebbe mai lo sguardo da lui. Per questo non si accorge subito che la nonna di Simone ha smesso di seguire i gesti del nipote e lo sta osservando.

Quando lo nota, la donna gli sorride e gli fa l'occhiolino.

«Beh, io ora devo andare a sistemarmi i capelli» fa con tono leggero mentre tocca la sua chioma delicatamente con le dita. «La ricetta è scritta nel quaderno, perché non ti fai aiutare da Manuel, caro?»

Simone annuisce, mentre il cuore di Manuel comincia a battere più forte nel petto. Una nuova emozione sembra espandersi dentro di lui: un calore quasi sconosciuto, qualcosa che non ricorda di aver mai provato se non con sua madre.

È la sensazione di calore, di casa, che lo avvolge.

Mentre prende posto accanto a Simone con il quaderno in mano, pronto a dettargli i passaggi di una semplice ricetta, Manuel si sente a casa come mai aveva fatto nella sua vita.

«Tutto bene?» chiede Simone con voce dolce. «Sicuro che non ti scoccia leggere la ricetta?»

Manuel nega.

«Ma figurate» sorride dolcemente. «Te aiuto io prima che fai 'n disastro».

«Io sono bravissimo a fare dolci» ribatte Simone offeso. «Vuoi fare a cambio? Vediamo che sai fare tu?»

Ma Manuel sorride, poi allunga un dito e lo sfrega contro il naso del più alto.

«Te sei sporcato fino al naso, vie' qua che te pulisco».

Simone arrossisce, imbarazzato, ma lascia che Manuel lo coccoli un po', prima di tornare al suo impasto.

E Manuel sorride a sua volta, impossibilitato a smettere. Quando hanno finito, stendono i biscotti sulla teglia insieme e li infornano. Entrambi rimangono fermi a fissare il vetro del forno, quasi come se quelle piccola pallette di impasto fossero loro figli, loro creazioni.

«Come ti senti tu, piuttosto?» chiede piano Manuel. «L'altro giorno mi hai fatto preoccupare»

Simone sospira, prima di rispondere. Manuel sa che Simone è dispiaciuto per la crisi che l'ha colto, ma sa anche che è normale. Ci sono giorni no in cui Simone vede tutto nero, ma Manuel spera che diventeranno sempre meno con l' andare del tempo.

È per questo che stanno passando il pomeriggio a fare biscotti, ed è per questo che Manuel ringrazia ogni sorriso che Simone fa.

«Sto meglio» ammette Simone. «Tenere la mente occupata mi aiuta, almeno finché non sarò in grado di scacciare da solo i cattivi pensieri».

Manuel gli porta una mano attorno alle spalle.

«Semo qua pe' questo, no?» fa con voce bassa.

Simone annuisce di nuovo, emozionato.

I biscotti sono venuti così bene che quasi non aspettano nemmeno di farli raffreddare. È Nonna Virginia che li salva dalle loro grinfie, mandandoli sul divano a guardare un film in attesa che siano pronti per essere mangiati.

E a Manuel non dispiace per niente. Tiene Simone stretto a sé, anche se ha caldo. L'altro è freddoloso e si è rintanato sotto una copertina, nonostante non faccia così freddo. Non stanno davvero guardando la televisione, si stanno soltanto godendo la reciproca vicinanza.

Si sentono entrambi rilassati e in pace, talmente tanto che Manuel si accorge che Simone si è addormentato contro la sua spalla. È adorabile, con la bocca leggermente aperte, le ciglia che sfiorano le guance candide, i ricciolini che ricadono delicati sulla fronte.

Manuel potrebbe morire per tutto l'amore che sente in quel momento, e desidera proteggerlo a Tal punto che vorrebbe metterlo sotto una campana di vetro.

Sa che non può farlo, sa che lo troverà di nuovo a piangere nel buio della sua stanza, ma lui sarà sempre lì a raccoglierne i pezzi.

Di nuovo trova Nonna Virginia che lo sta guardando con il sorriso stampato sul volto.

«Simone dorme, vedo» fa la donna sottovoce.

Manuel annuisce, non osando spostarsi o parlare ad alta voce per paura di svegliare l'altro.

«I biscotti sono freddi, ve li lascio qui per quando si sveglia».

Poggia un piatto sul tavolino del soggiorno e se ne va, silenziosa così com'era venuta.

Manuel si lascia avvolgere dal calore di Simone e chiude gli occhi anche lui, tranquillo.

Ti ho sempre cercato ma non lo sapevoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora