La mia personale versione del cheating trope, perchè sì
È un po' di tempo che Manuel ha cominciato a sentirsi insofferente su tutto. Non sa cosa ci sia che non va in lui; sulla carta, non c'è nulla di brutto nella sua vita al momento.
Ha ritrovato un padre che, anche se lontano milioni di chilometri, cerca di essere il più presente possibile. Ha trovato una sorella a cui vuole bene. Ha riallacciato i rapporti con sua madre, che si sono forse irrobustiti dopo tutto quello che hanno passato. Ha una relazione duratura che dovrebbe renderlo felice, amici che lo fanno stare bene. E ha Simone, che rimane una colonna portante nella sua vita.
Eppure, la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato lo porta tutte le sere al bordo della piscina di Villa Balestra, mentre divide silenzioso una canna con Simone.
«Stai bene?» gli chiede Simone. «Sei silenzioso»
Manuel annuisce.
«Va tutto bene, perché dovrei 'sta male?»
Manuel continua a chiederselo, come si chiede perché non ne voglia parlare con Simone. In realtà, crede che sia perché non vuole rovinare i momenti che passa con l'altro, che per lui sono diventati sacri. Solo quando sono insieme Manuel si sente come se tutto fosse al suo posto, come se i pezzi del puzzle che è la sua vita avessero finalmente trovato la loro controparte.
«Sai che puoi dirmi tutto, vero?» incalza Simone, che è sempre il solito e non può fare a meno di prendersi cura di lui, anche senza che Manuel gli abbia chiesto nulla.
Si guardano negli occhi, e qualcosa cambia. Manuel non sente più nulla, non vede più nulla che non sia Simone: l' impulso che sente in quel momento è quello di avvicinare le labbra a quelle dell'altro, a cercare quella pace che sembra sfuggirgli. Nina non esiste, nessun altro esiste se non il ragazzo che ha davanti a sé. E Manuel dimentica la sua paura di darsi un nome diverso, di ammettere che quello che ha provato e che prova per Simone non è affetto fraterno.
Il telefono di Simone squilla, interrompendo il loro momento. Manuel vorrebbe dirgli di non rispondere, ma non fa in tempo a formulare questo pensiero che l'altro ragazzo ha già premuto il tasto verde, mentre gli occhi li brillano.
«Mimmo...» lo sente mormorare, e un macigno sembra colpire lo stomaco di Manuel.
***
Mimmo è tornato a Roma, ha ripreso la sua identità ed è anche libero. Per Manuel è incomprensibile come sia potuto succedere, come una persona possa liberarsi di una condanna a morte così facilmente, come possa tornare a tormentarlo come se niente fosse.
Freme dal nervoso ogni volta che lo vede vicino a Simone, e questo vuol dire sempre. Ora vive anche a Villa Balestra, perché al momento non ha altro posto dove andare. Manuel odia questa situazione, odia essere confinato nella casa che suo padre ha comprato, ma non trova nessuna scusa per poter tornare a Villa Balestra e sa che Simone non gli perdonerebbe mai altre scenate questa volta.
Non sa cosa fare, non sa con chi parlarne. Ha provato ad accennare la cosa a Nina, ma lei non capisce, non gli da importanza. Anzi, si irrita che parli sempre di Simone, come se il ragazzo non fosse una parte importante della sua vita. Una sera è stato cacciato da casa della ragazza perché ha osato dire che anche Nina parla sempre di Lilli ma lui non le ha mai rinfacciato la cosa.
È in quel momento che si rende conto dell'importanza di aver trovato una sorella.
Una sera si trova a confidarle tutto ciò che sta andando storto nella sua vita, a partire dai continui litigi che ha con Nina. Vede la ragazza mordersi le labbra, quasi si trattenga dal commentare.
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Ti ho sempre cercato ma non lo sapevo
RomanceRaccolta di OS/Missing Moments/Au Simuel