13 | anger

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federico's pov
🕗8:00

Ero in ritardo perché quella merda di sveglia non era suonata, ma non mi interessava più di tanto, mi
preparai come sempre e uscì di casa, anche perché il più delle volte lo facevo apposta per non
entrare a scuola insieme a tutti, tutta la gente che entrava ammassata
all'entrata mi dava sui nervi, infatti arrivai a scuola in ritardo.

F: <<Prof mi scusi per il ritardo>> dissi col fiatone

Prf: <<Vai a sederti, ti tolgo l'assenza>> mi rispose lui

Sempre al solito posto, buttai lo zaino a terra e provai a dormire sul banco ma i pensieri in testa erano troppi, ma in un certo senso mi addormentai per circa due ore e mi risvegliai al suono della campana, mi girai verso il banco di anna e lei stava ridendo con le sue nuove amiche, chissà come ci si sentiva a far parte di qualcosa, di un gruppo o di qualcos'altro.
Passarono le ore scolastiche e finalmente potevo andare a casa, se non fosse stato per un piccolo inconveniente

A: <<Ciao federico>> mi disse lei, non mi aspettavo mi venisse a parlare, avevamo perso i rapporti ormai

F:<<Ciao>> le risposi freddo

A:<<Ehm come stai?>> mi chiese

F:<<male, tu come stai invece?>> sbottai, ero stato sempre sincero con lei, perché non esserlo anche ora?

A:<<Io sto bene, vuoi parlarne?>>

F:<< ti interessa o lo fai per pena? perchè se è per pena ti capisco, se invece ti interessa non vedo il motivo per cui dovresti provare interesse nei miei confronti>>

I miei occhi erano lucidi, borbottavo mentre parlavo, avevo paura di aver urlato troppo perché effettivamente avevo alzato il tono della voce e tutti i miei compagni si erano girati verso anna e me, non avevo risposto mai così a nessuno.
Anna all'inizio era altrettanto sorpresa dalla mia reazione, poi era come se fosse diventata menefreghista da un momento all'altro, lo percepivo dal suo sguardo.

A:<<Tu sei malato, ho provato ad aiutarti e vedi com'è andata? rifiuti l'aiuto che le persone cercano di darti, probabilmente rimarrai per sempre così, dici sempre di voler morire: nel sonno, investito da un camion, soffocato, di fame o di voler sparire; ma lo sembri già>>

Urlò queste parole e se ne andò, raccogliendo il suo zaino da terra e uscendo dall'aula sbattendo la porta della classe, io rimasi lí impalato come un coglione a guardare la porta e a fissarla andarsene colpendo forte il pavimento
con le sue scarpe da ginnastica.
Avevo rovinato una fottuta amicizia, era tutta colpa mia, l'avevo allontanata da me, alcune lacrime rigarono il mio viso,
perché ogni cosa che toccavo si rompeva?, ogni cosa che creavo si distruggeva e non potevo far altro che dare la colpa a me stesso, mi ero promesso di migliorare e Anna era un tassello fondamentale per riuscire a farlo, mi ero trovato finalmente un'amica, che mi aveva scelto.
Tuttavia questo a quanto pare non andava bene, io ero veleno, non potevo dirmi che un giorno sarei migliorato se poi non facevo niente per realizzarlo davvero, se non mi impegnavo a fare questi miglioramenti dove volevo andare?
non sapevo se considerare la battuta di Anna come una cosa negativa o positiva, "perché lo sei già" questa piccola frase mi rimbombava in testa da quei dieci minuti che erano passati da quando anna l'aveva detta, e io ero ancora lì immobile a fissare la porta, credo che non me la scorderò mai.

𝑾𝒆 𝒘𝒆𝒓𝒆 𝒃𝒐𝒓𝒏 𝒕𝒐 𝒍𝒐𝒗𝒆 | 𝑠𝑡𝑟𝑒𝑐𝑖𝑐𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora