capitolo 16

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federico's pov
🕕9:00

Mi alzai "presto", non andavo a scuola da tre giorni, con la situazione di mia madre non avevo voglia di fare niente, stavo così male che non mi alzavo quasi mai dal letto, i medici hanno fatto una battuta ieri in ospedale..riguardava la mia salute, non ricordo molto ma ricordo anche che abbiamo parlato di un mio trasferimento, tra i miei genitori è mia madre quella che lavora di più e che porta maggiormente i soldi in casa, mio padre fa il cameriere in un bar...ma se mai dovesse succedere qualcosa di brutto il mio affidamento dipenderà dallo stato economico, con la sua paga mio padre non può permettersi le cose per lui figuriamoci per me.

Se racconterei ai giudici come mi tratta, non esiterebbero a darmi in affidamento a un'altra famiglia,
io non so cosa pensare al riguardo, certo significherebbe cambiare totalmente la mia vita, ma io sono disposto a farlo e a correre il rischio? non so molto sull'argomento e non voglio porre conclusioni affrettate, però un minore può decidere se stare con un'altra famiglia quando le difficoltà dei genitori rendono temporaneamente inidoneo il contesto familiare nel rispondere adeguatamente alle principali esigenze di crescita dei figli (cura, educazione, istruzione, relazioni affettive), e ricordiamo che la mia scuola è mezza privata quindi automaticamente si paga.

Tuttavia anche oggi balzai scuola per andare da mia madre in ospedale, i medici mi dissero che stava meglio e che forse potrebbe avere le forze per parlarmi e fare una conversazione senza che si senti male all'improvviso mentre parlo, speriamo bene.
I medici mi dissero che preferibilmente andare la mattina era meglio rispetto alla sera perché non facevano controlli e cose varie, quindi ero costretto a andare così presto e mi piaceva visto che per me andare a scuola era solo ansia e noia, sentivo che l'ospedale fosse un posto così brutto ma dove potevi stare al silenzio e al sicuro, anche se il motivo per cui eri lì questa tranquillità non te la faceva godere molto.

🕘11:05
Alle undici arrivai in ospedale, ci ero già stato due volte per lo stesso motivo quindi feci un giro, era un posto molto cupo e freddo a dir la verità, vedevo qualche paziente passare qualche volta, soprattutto nel reparto psichiatria, anche se non credo che potessero avere la libertà di camminare così però lasciai perdere e andai nella stanza di mia madre,
ltrovai aperta con un medico che le stava servendo un vassoio che poco dopo capii fosse la sua colazione.

F:<< è la colazione giusto? non sembra tanto invitante >> le dissi dandole un bacio in fronte e sedendomi sul suo lettino

M.F:<< tesoro non è il massimo ma devo farmela piacere..te come stai? >>

F:<< io diciamo, mi sento molto stanco e disorientato però sta mattina ho mangiato e sta notte ho cercato di dormire >> dissi mentre mi accoccolavo a lei facendo attenzione a non farle male

M.F:<< sono fiera di te..adesso però dovrebbero arrivare i medici quindi non so quanto altro tempo potrai rimanere >>

F:<< mh okay, come ti trovi qui in ospedale?>>

M.F<< bene..sai in un ospedale i pazienti sono tutti uguali, non c'è classe sociale, differenza di sesso, discriminazioni, età, censo, reddito, formazione culturale e cittadinanza che faccia la differenza, quindi non ti giudicherà mai nessuno, è un'ansia in meno >> rimasi qualche minuto in silenzio a godermi il momento con lei, solo io e lei...solo che poi arrivarono i medici e io me ne dovetti andare a casa in autobus.

𝑾𝒆 𝒘𝒆𝒓𝒆 𝒃𝒐𝒓𝒏 𝒕𝒐 𝒍𝒐𝒗𝒆 | 𝑠𝑡𝑟𝑒𝑐𝑖𝑐𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora