federico's pov
8:30 amAlle otto e mezza finalmente arrivai e entrai, mi riconobbero e mi fecero aspettare in un salone abbastanza grande e cupo, non si vedeva molto dalle finestre perché la maggior parte erano serrate e chiuse, non capivo bene il perché.
Più mi guardavo intorno più pensavo di essere in un manicomio abbandonato, ma tenuto bene, si respirava un'aria pesante e non di casa ma tutto il contrario, questa cosa mi procurò molta ansia perché non era per niente come lo avevo immaginato, ed era tutto il contrario di un posto dove fare amicizia e crearsi una nuova vita.Dopo un po' di attesa mi chiamò una donna, era alta e vestiva con abiti antichi, un abito nero lungo stretto in vita con un maglione dello stesso colore sopra, abbinato a delle ballerine altrettanto nere. Mi disse tutto quello che c'era da sapere sull'ambiente e sulle regole, mi spiegò anche che questi non si chiamavano più "orfanotrofi" da ormai il 2006, ma "case famiglia" ed erano più o meno la stessa cosa...solo che i bambini erano solo 6, compreso io, infatti mi accettarono per arrivare al limite concesso.
Mi disse che avrei incontrato a breve i "genitori" della struttura e gli educatori vari,
un'altra cosa che mi disse fu "la casa famiglia, serve a dare accoglienza ai minori che come nel tuo caso, per ordine del giudice, sono stati allontanati dalla propria famiglia biologica perché inadatta ad accudirli. In un certo senso, quindi, la casa famiglia serve a "sostituire i genitori" in attesa che la situazione di conflittualità/di disagio si risolva oppure a trovare una famiglia adottiva, e nel tuo caso la seconda opzione farà a caso tuo, potrai restare qui fino ai tuoi 18 anni o fin quando qualcuno deciderà di prenderti in affidamento, ma fidati che non starai molto tempo qua per tua fortuna" e da lì capii molto meglio la situazione.
Mi permise di fare un giro da solo per tutta la struttura, era effettivamente molto grande anche se triste, ero molto felice di non doverci stare molto tempo, a pranzo avrei conosciuto gli altri ragazzi o bambini.Passai anche dal giardino e dalle camerate, che erano due, in una tre letti nell'altra altri tre, con un bagno ciascuna, parevano molto confortevoli.
Ero in ansia per tutto quello che mi stava succedendo, troppe cose tutte d'un tratto: la mia vita nell'ultimo anno ha avuto una rivoluzione, tutti gli eventi si sono raggruppati in tutto questo tempo e io ancora non ho metabolizzato alcuni eventi successi, spero che il tempo che passerò qua dentro mi servirà anche a questo.PRANZO - 12:05
Era ora di pranzo e devo dire che lo stomaco mi stava iniziando a brontolare, sistemai le mie ultime cose nel mio letto e armadio (suppongo fosse quello poiché l'unico libero) e mi recai nella sala da pranzo dove trovai i miei nuovi "genitori" o almeno, noi dovevamo chiamarli così ma ovviamente non lo erano veramente, dipendeva solo dal tempo che avrei passato lì dentro magari lo sarebbero diventati per davvero.L:<<Te devi essere Federico giusto? piacere tesoro, io sono Ludovica e lui è Angelo, mio marito, siamo molto lieti di averti accolto qui con noi e non vediamo l'ora di conoscerti meglio col tempo, noi sappiamo la tua storia quindi non ti devi vergognare a esporre chi sei veramente.
Tra poco arrivano gli altri ragazzi e stai tranquillo ti sentirai a tuo agio con loro, sono dei bravi ragazzi!>>F:<<grazie mille, posso sedermi lì?>> e indicai un posto infondo allo spigolo del grande tavolo, accanto a dove doveva sedere Loredana, già mi sentivo al sicuro con lei e mi sarei sentito sicuramente meno a disagio al suo fianco.
Ang:<<Certo, siediti dove vuoi, questa è ormai anche casa tua adesso.>>
Dopo un po' arrivarono tutti e ammetto di essermi sentito molto a disagio, ma fu normale con tutte persone nuove al mio fianco, non ero abituato a tutta questa compagnia e inclusione. Mi presentai e tutti mi sorriderono e accolsero nel migliore dei modi, in particolare notai un ragazzo: bassino con dei ribelli ricci mori, lentiggini e dei grandi occhi verdi, era molto minuto devo dire e magrolino; non mi tolse gli occhi di dosso per tutto il tempo, non mi piaceva in quel senso non pensate male, ma ero molto curioso di farci amicizia anche perché sembrava un ragazzo molto simpatico, rispetto a due ragazzi che sebrava non avessero molto interesse nel conoscermi, o magari questa era solo un'inutile paranoia come sempre.
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𝑾𝒆 𝒘𝒆𝒓𝒆 𝒃𝒐𝒓𝒏 𝒕𝒐 𝒍𝒐𝒗𝒆 | 𝑠𝑡𝑟𝑒𝑐𝑖𝑐𝑜
Romancea volte, il dolore era la lente attraverso cui vedeva il proprio mondo, mentre altre volte era la benda che indossava proprio per non vedere quell'orrore; ---------------------- classifiche: 🏅5 #wgf 🏅7 #lyon 🏅4 #eatingdisord...