Capitolo 16 - Limbo

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9 anni prima, stabilimento di contrabbando, Seoul 

Minho si mise a sedere, cercando di ignorare la fame che gli corrodeva lo stomaco e le numerose ferite su gambe e braccia. 

Si guardò intorno nella stanza buia, riconoscendo i corpi ammassati di altre decine di ibridi addormentati sul pavimento freddo. 

Spostò lo sguardo alla sua destra, riconoscendo il familiare volto di Sullyoon. La ragazza era rannicchiata su sé stessa, i capelli castani le coprivano in parte il viso. Dietro di lei c'era Taehyun, un grosso livido violaceo sullo zigomo. 

Minho sentiva una stanchezza immensa su di sé, la cruenta lotta del giorno prima ancora impressa nella sua mente. Due ibridi adulti, sui vent'anni, si erano ammazzati di botte per un misero pezzo di pane secco, tirato dalle guardie in mezzo alla stanza.

Finiva sempre così, avanzi di cibo venivano lanciati malamente nella cella, e le persone rinchiuse finivano per ferirsi a vicenda pur di ingerire qualcosa. Di solito erano i più grandi a mangiare, lasciando delle misere briciole per i ragazzi giovani come Minho. 

L'ormai sedicenne, era finito in quello squallido posto a causa dei suoi stessi genitori, che lo avevano abbandonato intimoriti dal suo ibrido aggressivo. 

Minho non lo faceva apposta, sul serio, ma finiva sempre per ferire o spaventare le persone che lo circondavano, e ormai si era convinto di meritare quella punizione. 

Sullyoon e Taehyun erano ancora più piccoli di lui, rispettivamente quattordici e quindici anni appena compiuti. Minho non aveva idea di come facessero a stargli attorno, ma non li avrebbe di certo allontanati.

Loro erano state le prime persone a non avere paura di lui.  

Sullyoon si mosse, stropicciandosi gli occhi e incontrando lo sguardo spento di Minho. La castana si tirò su, facendogli un piccolo sorriso assonnato. 

"Che succede Minho? Non riesci a dormire?" chiese in un sussurro, facendosi più vicina per offrirgli un po' di conforto. 

Minho rimase in silenzio qualche secondo, godendosi l'insolita tranquillità nonostante tutto. 

Nonostante i corpi ammassati, la fame, le ferite, il dolore. 

Nonostante i mesi passati in balia degli incubi, delle urla, del sangue. 

"Sullyoon, tu cosa pensi che sia l'amore?" chiese poi Minho, mantenendo lo sguardo davanti a sé. 

La castana rifletté per diversi minuti prima di rispondere, abituata alle bizzarre domande di Minho.

"Credo che sia.. credo che sia un sentimento ingannevole. Può essere bellissimo come crudele e spietato, è ingiusto. Penso che l'amore esista, ma per provarlo nella maniera più completa bisogni saperlo mantenere" disse. 

"Deve essere bello però, l'amore. Avere una persona che significhi tutto per te, e significare tutto per loro" continuò Sullyoon, uno sguardo triste sul viso denutrito. 

Minho si voltò verso di lei, i suoi occhi talmente scuri da potercisi annegare "Tu hai mai provato amore?" chiese. 

"Non romantico, se è quello che intendi" Sullyoon sorrise triste "ma.. mia madre mi amava, e io amavo lei. Amore affettivo ovviamente, ma mi voleva bene, tanto bene" una lacrima le scese sulla guancia "mi manca". 

Sullyoon era lì da circa tre mesi. Era stata catturata e pestata mentre era in vacanza a Seoul da dei brutti ceffi vestiti di nero. Si era svegliata in quella stanza, circondata da un tanfo terribile e decine di altri ibridi sofferenti. 

Minho e Taehyun la avevano protetta dalle risse e dal freddo, offrendole un posto sicuro per quanto potessero. Il ragazzo più piccolo, con grandi occhi da cerbiatto e degli adorabili capelli azzurri era stato il primo ad avvicinarla, mentre Minho si era fatto conoscere con calma. 

Lover Boy ~ MINSUNGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora