Capitolo 18 - Can't take my eyes off you

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La leggera pioggerellina di metà novembre si era trasformata in un furioso acquazzone, sebbene l'assenza di tuoni e fulmini rendesse il suono delle gocce d'acqua più piacevole. 

Minho era ancora sveglio, fin troppi pensieri gli occupavano la testa. Il resto degli Stray Kids si era fermato a dormire in ospedale dopo qualche supplica e diverse occhiatacce dei medici. 

Jeongin e Seungmin erano appoggiati uno all'altro su alcune poltrone imbottite vicino a uno scaffale, Felix e Changbin stessa cosa, ma sull'altro lettino. Hyunjin e Chan dormivano abbracciati sui divanetti in sala d'attesa appena fuori dalla stanza. 

Jisung aveva la guancia premuta contro il petto di Minho, che gli aveva avvolto un braccio attorno ai fianchi per paura che cadesse giù dal letto d'ospedale. L'orologio digitale appoggiato su un tavolino segnava le 4:57 del mattino. 

Minho non aveva mai smesso di ammirare il viso di Jisung, illuminato dalla flebile luce della luna che filtrava dalle finestre immerse sotto la pioggia. 

Seungmin la avrebbe ritenuta una cosa vomitevole e sdolcinata, ma Minho non riusciva a staccare gli occhi dal volto del castano che dormiva così pacificamente. 

Il rosso si mise a sedere, indeciso su cosa fare. Forse una passeggiata notturna lo avrebbe aiutato a prendere sonno, o quantomeno a schiarirsi le idee. Appena stava per alzarsi tuttavia, Jisung gli afferrò un polso, sollevando appena le palpebre. 

"Dove vai?" chiese in un sussurro.

"Volevo andare a fare un giro, non ho sonno" rispose Minho, la sua voce così bassa che si sarebbe potuta perdere sotto il suono assordante della pioggia. 

Jisung si tirò su, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando ampiamente. Si appoggiò alla spalla di Minho, prendendo una delle mani del più grande fra le sue e iniziando a giocare con le dita. 

"Min.. tu cosa vedi nei tuoi incubi?" chiese con calma, fin troppo assonnato per suonare esitante. 

Minho posò la sua testa sopra quella del castano "Tante cose Hannie, è una storia lunga" rispose. 

"Te la senti di raccontarmela?" domandò Jisung. 

"Non hai sonno?" ribatté Minho divertito, osservando come il più piccolo scosse la testa teneramente, sforzandosi di rimanere sveglio. 

Minho sospirò, portando un braccio attorno ai fianchi di Jisung, come era solito ormai fare. 

"I miei genitori mi hanno venduto ad uno stabilimento di contrabbando quando avevo quindici anni" disse, facendo sollevare di colpo la testa a Jisung "avevano paura di me, del mio ibrido" 

"non posso nemmeno biasimarli, non sono mai stato bravo a gestirlo e il fatto che sia una tigre non ha aiutato. Una volta in seconda media mi sono trasformato per errore in palestra, terrorizzando a morte i miei compagni e professori" raccontò, gli occhi persi fuori dalla finestra "molti genitori non supportavano gli ibridi e hanno lanciato un richiamo per espellermi"

"a metà della seconda liceo degli uomini sono venuti a prendermi a casa, i miei hanno fatto finta di nulla continuando a cenare".

"Mamma! Papà!" gridò disperato Minho, mentre un uomo muscoloso gli tirava uno schiaffo sonoro in volto. 

Le bacchette di sua madre tremarono appena alle urla disperate del figlio, ma mantenne lo sguardo fermo sul suo cibo, le labbra serrate. 

Minho piangeva e si dimenava, venendo colpito duramente dai contrabbandieri. Non riusciva quasi a vedere a causa delle lacrime, ma era sicuro che i suoi genitori non gli avessero risparmiato nemmeno uno sguardo mentre veniva trascinato via. 

Lover Boy ~ MINSUNGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora