Capitolo 13

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Ciao bellezze! Come state? Lo so che è da un po' che non pubblico ma sto cercando di farmi perdonare. Prima di iniziare volevo ringraziarvi di cuore, visto che siamo a quasi 1,5k di visualizzazioni e, in un brutto periodo, voi mi state aiutando tantissimo. Lo so, sembra un cazzaata ma, sapere che la storia vi piace, mi riempie il cuore di gioia.💙

Madison Beer:

"Sono incinta Jude."
Gli dissi guardandolo negli occhi, una volta rientrato a casa. Lui era senza parole, però mi avvolse tra le sue braccia, baciandomi la fronte.
"Non sai quanto sono felice di questa notizia, ma sopratutto questo mio sogno si è realizzato ma dobbiamo decidere bene come andare avanti. Siamo giovani e siamo pronti per una responsabilità del genere?"
Jude non aveva tutti i torti ma io mi sentivo come se fossi paralizzata. Non sapevo che fare o cosa dire, così optai per la scelta migliore. Rimasi in silenzio tra le sue braccia, senza dire una parola. Lui mi accarezzò dolcemente la testa e di tanto in tanto me la baciava, come se volesse tranquillizzarmi. Io non sapevo cosa dire, ero sconvolta. Jude mi prese in braccio e mi portò nella nostra camera, mi mise sul letto e mi diede un dolce bacio sulla fronte, dicendomi di aspettarlo qua. Io alzai le spalle, non capendo, rimanendo sul letto. Mi sdraiai e mi misi sotto le coperte, ancora incredula e presi il telefono, scrivendo a Lea, la fidanzata di mio fratello. Le raccontai tutto quanto e lei mi disse che avevo tre mesi di tempo per decidere. La ringraziai e misi via il telefono, chiudendo più gli occhi, visto che mi sentivo poco bene. Chiamai il mulatto e lui corse in camera. Gli disi cosa mi sentivo, ovvero crampi alla pancia e mal di testa. Lui si mise sotto le coperte e iniziò a coccolarmi.
"Maddy amore, lo sai che mi piacerebbe creare una famiglia con te. Sei la donna della mia vita ma, se non te la senti di andare avanti, io ti appoggerò, a prescindere dalla tua decisione. Il corpo è il tuo e sarai tu a doverlo crescere per 9 mesi dentro di te. Io ti amo e ti amerò a prescindere."
Io scoppiai in lacrime alle sue parole e mi strinsi forte a lui, appoggiando la testa sul suo petto. Senza dire una parola, mi accarezzò i capelli, baciandomi di tanto in tanto la testa. Io mi addormentai tra le sue braccia, sentendomi al sicuro.
Dopo qualche ora mi svegliai tra le braccia del mulattino che a sua volta dormiva.
Era bellissimo.
In quel momento l'unica cosa che avevo in mente era come potesse essere nostro o nostra figlia in futuro. A quel pensiero sorrisi dolcemente. Senza svegliare il ragazzo, mi alzai dal letto e scesi in cucina, notando che fosse già l'ora di cena, così iniziai a preparare il piatto preferito del ragazzo. Gli feci lo sfornato di patate con prosciutto e la sua amata bistecca. Non vi nego che nel mentre avevo un forte senso di nausea ma feci finta di nulla. Apparecchiai la tavola, bloccandomi ogni tanto per fare dei respiri profondi, visto il forte senso di nausea che provavo. Ad un certo punto, dovetti correre in bagno e rigettai anche l'anima. Già mi faceva schifo vomitare e, sembrerà stupida come cosa, ma ho anche paura del vomito, infatti non succedeva quasi mai. Una volta finito, tirai lo sciacquone e mi lava i denti, tornando poi in cucina. Mi bloccai dallo stipite della porta e guardai il ragazzo, che stava finendo di preparare la cena al posto mio. Stava anche canticchiando una delle nostre canzoni preferite e io lo guardai innamorata persa, lo amavo tantissimo ed ero fortunata ad averlo nella mia vita.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro, cosa che di solito faceva lui quando io cucinavo. Si girò verso di me e mi diede un dolce bacio sulle labbra, mettendo poi le sue grandi mani sui miei fianchi. Io sorrisi al suo tocco e non capivo se avessi le farfalle nello stomaco o la nausea, ma penso di più alla prima opzione.
"Voglio tenerlo."
Gli dissi senza fare troppi giri di parole, visto che era l'unico modo per dirglielo. Avevo un certo senso di ansia, non sapevo di come potesse reagire il mulatto. L'ansia passò poco dopo, visto che sul suo volto apparse un sorriso a trentadue denti. Mi prese in braccio e mi baciò più volte a stampo sulle labbra, continuando a sorridere come un bambino il giorno di Natale.
Mi fece scendere e spense il fornitore con i fornelli, prima che si bruciò tutta la cena. Si abbassò all'altezza della mia pancia, ancora piatta, lasciandoci un dolce bacio.
"Ciao nocciolina, sono il tuo papà. Tu non puoi capire di quanto io sia felice di sapere che tra un paio di mesi ti terrò tra le mie braccia. È assurdo! Ma è anche molto spaventoso, non so se potrò essere un bravo padre, anche se sono sicuro che la mamma sarà molto più brava di me, ma non parliamo di lei. Dobbiamo fare un discorso tra uomo e nocciolina. Il tuo papà ti appoggerà sempre, a prescindere. Ti assicuro che io sarò sempre qua, non le braccia aperte, pronto a festeggiare, ridere, giocare e piangere con te. Ti amo piccola nocciolina."

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