Aurora aveva capito prestissimo perché quel Giovedì mattina fosse così tanto inquieta, perchè avesse passato i momenti di preparazione in vista della puntata con così tanta agitazione, dalla colazione al momento in cui avevano messo piede fuori casa, e perchè l'avesse temuto così tanto per così tanto tempo.
Non era nata di certo ieri, conosceva benissimo il programma e sapeva benissimo il meccanismo che c'era dietro e come questo venisse poi puntualmente messo in pratica!
Sapeva che quella non era una semplice scuola, che non era un semplice posto in cui tutti loro erano richiamati e basta ad imparare concetti di teoria musicale, studiare canzoni, ed apprendere nozioni che in un futuro- prossimo, così speravano- gli sarebbero sicuramente servite. Ma era anche e soprattutto un talent show, dove nessuno di loro aveva un posto fisso al quale erano inchiodati e dal quale nessuno poteva spodestarli.
Nessuno di loro era al sicuro e nessuno di loro era detto che sarebbe rimasto lì per sempre, anche perché- che accadesse prematuramente o il più tardi possibile- al serale ogni puntata avrebbe visto almeno uno di loro salutare di settimana in settimana quei luoghi ormai familiari.
E sapeva anche che come loro avevano combattuto per meritarselo là fuori c'era altra gente che combatteva a sua volta per meritarlo nello stesso identico modo.E sapeva che a volte questo impegno poteva essere fatale per qualcuno di loro.
Certo, ciò che non sapeva e che non si sarebbe mai aspettata era invece che a farne le spese sarebbero stati Cricca e Rita, anche se quest'ultima era stata semplicemente mandata via, non sostituita, nè aveva perso una sfida come il primo.
Dirgli addio era stato terribilmente duro per tutti loro, anche per Aurora quella volta, visto che ormai li conosceva tutti in modo abbastanza approfondito da poterli definire la sua famiglia, e perdere un pezzo della propria famiglia- che fosse a livello di sangue o meno- faceva sempre male.
Per questo dopo la registrazione non aveva detto molto, semplicemente aveva salutato tra le lacrime il primo dei suoi due amici appollaiata insieme al resto della classe sulla soglia della porta, uno dei primi ad accoglierla a braccia aperte quando aveva fatto il suo ingresso in quella casa fin da subito, la stessa che stava per lasciare definitivamente, e per questo gli sarebbe stata grata per sempre- per il semplice fatto di non averla fatta sentire un'emarginata totale, abbandonata a se stessa- e poi anche se i suoi occhi erano traboccanti di tristezza aveva cercato di consolare Matteo come meglio poteva, perchè da quando aveva lasciato andare il suo compagno di stanza era sprofondato in un pianto carico di rabbia e disperazione che non sembrava finire mai e vedendolo correre verso camera sua Aurora aveva deciso di seguirlo senza pensarci due volte.
Entrò nella stanza verde, trovandolo seduto con la schiena poggiata contro il muro e le lacrime a scendere ancora copiose lungo le guance.
Sembrava arrabbiato e inconsolabile, era la primissima volta in cui si ritrovava ad osservare Matteo così.
Tutti in quella casa, chi più chi meno, avevano vissuto i loro momenti di sconforto e spesso vi aveva assistito, consolando tutti come meglio poteva, o lei stessa ne era stata la protagonista.
Ed in quei casi lui c'era sempre stato per lei, a volte con parole di consolazione, a volte con un semplice abbraccio e tante volte con piccole carezze che non l'avevano mai fatta sentire sola o sbagliata per concedersi quei cinque minuti di crollo emotivo giornalieri.
E adesso che la parti erano palesemente invertite non poteva di certo far finta di nulla!
Dando un leggero colpo con le nocche sulla porta per bussare e segnalare la sua presenza- anche se era altamente improbabile che non l'avesse notata- si fece poi avanti assumendo un sorriso il più sincero possibile sul volto.
Si mise seduta accanto al rosso, che le fece un pó di spazio alla sua destra, e solo allora l'abbracciò, e lui abbracciò lei a sua volta piangendo ancora.
Non aveva mai smesso, ma tra le braccia di una delle sue migliori amiche la dentro gli venne un pó più naturale lasciarsi ulteriormente andare.
"So che quel che ti dirò non servirà a nulla, soprattutto non servirà a consolarti." iniziò a parlare la cantante di Rudy, accarezzandogli la schiena che sembrò rilassarsi sotto quei piccoli movimenti circolari. "Però lo sai che questa non è la fine, vero?"
"Lo so." affermò con voce roca per via del pianto. "Ma è triste, lo è sempre."
"Lo so che è triste, anche io sono tremendamente dispiaciuta." disse cercando di non fargli sentire quanto la sua voce fosse in realtà ancora spezzata per via della tristezza e della voglia di piangere ancora tutte le lacrime che aveva in corpo. Avevano vissuto pochissimo insieme, però la sua allegria riempiva seriamente la casa in un modo particolare fin dalle prime ore del mattino quando si svegliava nella stanza accanto alla sua e sapeva che ci sarebbe stato proprio Giovanni a prepararle il caffè, servito poi con l'aggiunta di un sorrisone carico di positività e frasi motivazionali che le davano la carica per affrontare meglio l'ora di ginnastica.
Forse era per questo suo essere sempre presente e buono nei suoi confronti che le sembrava di conoscerlo da una vita, come fosse un pó il fratellone maggiore di tutti loro.
"Dobbiamo comunque ricordarci che non siamo in guerra, che Giovanni non è scomparso dalla faccia della terra e che il programma funziona in questo modo." aggiunse dopo qualche minuto di silenzio con più calma e sicurezza nel tono di voce, intenzionata ad infonderla anche a Matteo che continuava ad abbracciare. "Prima o poi tutti usciremo da qui, è così che funziona."
"Non sei d'aiuto così..."
"Però è la verità e devi accettare il fatto che per ognuno di noi ore, minuti e secondi sono letteralmente contati." continuò il discorso precedente. "Per questo dobbiamo goderci ogni momento finché possiamo, e dare il massimo soprattutto, perché è difficile che un'esperienza del genere possa ricapitarci e nessuno di noi penso che voglia uscire portandosi dietro un bagaglio enorme di rimpianti."
Lei aveva capito almeno di non volerne nessuno.
Se il destino fosse intenzionato o meno a farla uscire indenne dalle prossime puntate per poter vivere del suo sogno ancora per qualche settimana non poteva saperlo, e se lo fosse stato per davvero non sapeva poi quanto tempo avesse a disposizione prima che decidesse di cambiare idea, per questo aveva deciso di lasciarsi andare senza più freni a mano a trattenerla, l'aveva già dimostrato quel giorno con il suo secondo posto, che l'aveva vista quasi vincitrice.
Ci aveva sperato, non era andata, ma infondo non poteva lamentarsi di nulla.
Si era classificata comunque seconda, ricominciando l'anno scolastico alla grande e avrebbe di sicuro avuto altre opportunità.
E poi Angelina e la sua Voglia Di Vivere erano talmente spettacolari che non poteva che meritarsi il primo posto senza alcun dubbio, l'avrebbe piazzata in cima alla classifica anche lei al posto dei giudici!
"Quindi, adesso basta piangerci addosso, tirati su e andiamo a berci un bel bicchiere di succo d'arancia per festeggiare la tua vittoria nella gara di Dardust!" esclamò a quel punto cambiando il focus della conversazione, distaccandosi per un secondo da lui per guardarlo dritto in faccia.
Gli sorrise ancora, un sorrisone grande che finalmente le venne ricambiato sentendola nominare il grande successo ottenuto con Ballerine e Guantoni, strameritato a suo parere.
"Ti è piaciuto l'inedito?"
"Da morire!" esclamò ancora. "Mi è entrato in testa e sono sicura al centro percento che anche alla gente fuori di qui piacerà tantissimo."
"Anche il tuo inedito piacerà un sacco secondo me, anzi piace già molto da quel che vedo." le disse. "La gente è in visibilio ogni volta, sono sicurissimo che l'ascolteranno tutti molto volentieri quando uscirà."
"Manca pochissimo eh?" ridacchiò alzandosi in piedi, seguita da Matteo nella stanza gialla dove aprì l'armadio e recuperò i pantaloni della tuta. Tolse le scarpe e li infilò con tutto il vestito ancora indosso, che poi sfilò subito dopo averli indossati per bene. "Quasi non ci posso credere che stia per succedere veramente, voglio dire, fino a due mesi fa cantavo per hobbie chiusa in camera e lavoravo in libreria, e adesso sto per pubblicare il mio primo singolo." narrò con incredulità la sua vita fino a quel momento, riassumendo in una frase tutti i sacrifici e tutta la fatica fatti per arrivare fin laggiù e l'incredulità dell'esserci riuscita. "È incredibile, veramente incredibile."
"Lo so, era incredibile anche per me la prima volta." annuì comprendendo a pieno l'emozione forte della sua amica che sembrava al settimo cielo mentre indossava la felpa bianca che Alessio le aveva spedito a Natale, per potersi riscaldare un pó visto che stava morendo di freddo. "Ti ho mai detto che ti voglio un bene dell'anima?"
Quella frase la sorprese lì per lì. Non che non gliel'avesse mai sentito dire, ma era allo stesso tempo diverso dalle altre volte.
Era più rilassato, non il solito Wax pazzo scatenato che ti dice le cose per scherzo o che la butta sempre sul ridere per la gioia di strapparti un sorriso o semplicemente perché gli piaceva burlarsi degli altri. Aveva al contrario una serietà in volto impressionante, e- sempre al contrario delle altre volte- si rese conto di quanto effettivamente per lui fosse importante averla accanto.
È vero, Matteo aveva tanti amici là dentro ai quali era legato da molto più tempo rispetto a lei, ed era vero che di solito la prima scelta per sfogarsi e buttare fuori tutti i suoi pensieri erano proprio loro, cioè Tommy ed Enne o Angelina, ma quella volta in cui non era stato lui a cercare di persona una spalla su cui piangere s'era ritrovato Aurora ad incoraggiarlo in modo del tutto spontaneo, e questo gesto per lui valeva tantissimo, tanto quanto mille parole consolatorie, o forse anche di più.
Sapeva solo che non era riuscito a trattenersi dall'esternare inutili sentimentalismi quella volta. Sotto sotto era segretamente contento di averlo fatto, perché stava finalmente imparando a lasciarsi andare un pó di più, a lasciare che i suoi sentimenti prendessero il sopravvento, aprendosi all'idea di poter esprimere tutto l'amore del mondo alle persone a lui care, e gli faceva piacere che Aurora fosse una di quelle.
Anche se- detto sinceramente- lei lo sapeva già molto bene, non era infatti tanto questo a sorprenderla quanto quella palese ed inaspettata dimostrazione d'affetto improvvisa che le scaldò il cuore, facendola commuovere.
Iniziò a sbattere d'istinto le palpebre ripetutamente, come un disperato tentativo di trattenersi dallo scoppiare di nuovo a piangere per evitare di aumentare il mal di testa che già la stava uccidendo, e il cantante di Arisa se ne accorse, tanto da avvicinarla nuovamente per un altro piccolo abbraccio.
"Anche io ti voglio un bene dell'anima." mormorò, e nello stringerlo a sé sentì il battito lento del suo cuore, che finalmente aveva ripreso a battere regolarmente dopo quel momento di grande agitazione avuto pochi secondi prima.
Era felice di essere riuscita a fare qualcosa di buono per aiutarlo.
Nel mentre che si abbracciavano una terza figura fece il suo ingresso in camera, ed Aurora strinse ancora di più la presa intorno al busto di Matteo quando NDG apparve da dietro la porta. Oltre al fatto di essersi letteralmente spaventata per quell'ingresso così improvviso, Aurora si sentì mancare letteralmente il respiro solo ad incrociare il suo sguardo.
Certe volte faceva più fatica di altre a far finta che la sua esistenza non la infastidisse tremendamente e quella sera faceva decisamente parte di una di quelle.
"Ragazzi venite di là? C'è Rita che vuole salutarvi." chiese ad entrambi mantenendo comunque lo sguardo fisso sulla ragazza che si rifiutava di guardarlo direttamente in faccia.
"Ci siamo, ci siamo." annuì il rosso nel mentre che Aurora si discostava da lui e subito dopo, con la ragazza in questione al suo seguito, uscì dalla porta, ma lei non fece in tempo ad addentrarsi per i corridoi di casa.
La mano di Nicolò l'afferrò infatti saldamente per un polso, costringendola a fermarsi.
Con uno strattone neanche troppo forte riuscì a liberarsi dalla presa, facendo anche un passetto indietro e tornando a guardarlo in cagnesco come al solito.
"Scusa, non volevo spaventarti." le disse alzando le mani al cielo in segno di resa. "Ti giuro che vengo in pace."
"Non mi interessa." il suo sguardo era a dir poco infuocato, nel senso che l'avrebbe volentieri incenerito lì sul posto. "Saresti potuto venire fin qui anche armato con spade laser e robot giganti al tuo seguito pronto a radere al suolo il mondo intero e dichiararmi guerra aperta, io non avrei avuto in ogni caso voglia di ascoltarti."
NDG rimase per un secondo impressionato dalla sua mente a dir poco fantasiosa che aveva tirato fuori una trama che sarebbe potuta tranquillamente diventare un nuovo film di Star Wars in pochissimi secondi, regalandogli la possibilità di sentire la sua voce per più di quei 10 secondi giornalieri in cui gli era già concesso sentirla, 5 la mattina per il buongiorno, 5 la sera per la buonanotte.
Poteva ritenersi già soddisfatto così.
"Dai Auro, solo due minuti."
"Due minuti sono troppi, anzi, credo siano già passati visto come sto perdendo tempo adesso con te." ribattè rimanendo ancora una volta ferma sulle sue decisioni.
Era testarda come un mulo, non c'era niente da fare e non c'era niente che potesse dire in grado di smuoverla anche solo di un centimetro.
O almeno credeva così.
"Non ti sembra che stiamo esagerando?" provò a quel punto a giocare la carta del cane bastonato- che sapeva funzionare su di lei l'80% delle volte- in un tentativo del tutto disperato di convincerla ad aprirsi al confronto. "Eri arrabbiata e lo capisco, mi hai tenuto il muso e lo capisco, mi hai anche urlato contro cose molto cattive e sono disposto a comprendere anche questo, perché riconosco di essermelo meritato visto che anche io te ne ho dette di tutti i colori." lei continuava ad ascoltarlo in silenzio, con un'espressione in volto che era un mix tra la rabbia- scaturita probabilmente dal fatto che Nicolò continuasse a parlarle contro la sua volontà- e la tristezza, che riconobbe in quel vizio che aveva di gonfiare le guance, segno che si stava palesemente trattenendo dallo scoppiare a piangere. "Ma adesso potremmo metterci una pietra sopra ed andare avanti, per favore?" quella domanda uscì con una nota di disperazione, come una supplica a porre fine a quell'inutile faida. "Mi manca parlare con te, sederci vicini a tavola e fumare insieme in giardino, visto che non ti vedo farlo più quando ci sono io-"
"Non è che non fumo più per te, ci mancherebbe altro!" intervenne interrompendo il suo elenco, ci mancava solo che smettesse di uscire a fumare solo perché in giardino c'era anche lui! Era follia pura! Non avrebbe mai rinunciato a fare ciò che voleva solo per uno stupido litigio. "È che sto cercando di smettere." ammise, senza aggiungere come la colpa- o il merito- fosse prettamente di Alessio, che non sapeva nulla ovviamente, non voleva dargliela vinta in quel modo.
"A prescindere da questo..." riprese a parlare il riccio con un tono stanco ed esasperato. "Quello che sto cercando di chiederti è solo di provare a sistemare le cose fra di noi." disse in breve. "Non ti chiedo di perdonarmi subito così, da un momento all'altro, ma almeno di provare a parlarne e capirmi." ed a quel punto sfoderò la sua arma segreta: gli occhioni lucidi, stile cucciolo abbandonato, che completavano alla perfezione il quadro precedente. Non era del tutto intenzionale, in realtà gli venne abbastanza spontaneo, ma sperò comunque che in quel momento potesse scalfirla un pochino.
Al contrario delle aspettative non ricevette alcuna risposta, questo perché Aurora non sapeva bene cosa dirgli.
Era ancora tanto arrabbiata, non poteva negarlo e nemmeno ignorarlo, ma come biasimarla?
Quando oltre alla rabbia e il risentimento c'è di mezzo anche la delusione è difficile ragionare a mente lucida, soprattutto se è talmente tanta da andare a ledere quel briciolo di fiducia costruita con tanta fatica, quella di cui aveva sperato di non doversi pentire e della quale ancora stava raccogliendo i brandelli sparsi al suolo. Non sapeva se sarebbe mai stata in grado di ricucirli e rimetterli insieme- probabilmente se non si fosse decisa a fare un passo verso di lui non l'avrebbe mai scoperto- ma non se la sentiva ancora di provarci. Doveva pensarci, pensarci tantissimo, e per il momento quello rappresentava l'ultimo dei suoi pensieri visti gli ultimi eventi che avevano sconvolto le loro vite.
"Nico, ascolta bene." sospirò cercando per un secondo di calmarsi e non sputargli- ancora come in passato- in faccia tutto ciò che teneva dentro di sè, perché non ne sarebbe uscito nulla di bello. "Adesso non è il momento giusto." disse riferendosi un pó anche a Rita che li attendeva in salone con gli altri per salutarli prima di lasciare la scuola. Nicolò annuì comprensivo, forse con troppa energia per via dell'emozione del sentirsi chiamare di nuovo Nico come ai vecchi tempi, ed anche per quel tono di voce così pacato da farla sembrare un pó meno un mostro di Satana e tre teste.
"Abbiamo tutta la settimana davanti ancora, per cui se ne senti così tanto il bisogno possiamo trovare un momento più tranquillo per entrambi."
"Okay, certo, si, assolutamente!" balbettò cercando di trattenersi dal sorridere dalla felicità.
Il cuore gli batteva fortissimo ed era difficile per lui trattenersi dall'abbracciarla di slancio, anche se l'istinto c'era eccome!
Aurora se ne accorse e distolse immediatamente lo sguardo per evitare di finire a sorridere anche lei, perché sapeva che sarebbe potuto succedere.
Non poteva fargli montare la testa in quel modo, se voleva il suo perdono doveva guadagnarselo.
E con quel pensiero- misto all'orgoglio personale di aver gestito al meglio tutta la situazione da sola- uscì di corsa dalla stanza con Nicolò al suo seguito, pronta a salutare Rita definitivamente.
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Straordinario ||Alessio Cavaliere||
Fanfiction-E io che vedo solo il tuo sorriso Che fa sembrare tutto straordinario Come te. [SLOW UPDATES] "Per me non è importante che tu sia qui per forza, l'importante è che tu ci sia, basta questo." spiegò. Il cuore le batteva così forte che sembrava stesse...