🌷- Capitolo 14.

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Per Aurora fu come una sorta di miraggio, come quando ti trovi nel bel mezzo del nulla, in un deserto, senza nè cibo nè acqua. Continui a camminare senza meta, senza seguire un percorso lineare, senza sapere dove il vento ti sta portando realmente, quando improvvisamente da lontano vedi un'oasi, palme alte e dalle foglie verdi come la speranza che la sorgente d'acqua piazzata tra di esse non sia solo il frutto della propria immaginazione.
Un'allucinazione visiva, un qualcosa che non può esistere nella realtà ma solo nella propria mente. Forse le stava accadendo proprio questo. Forse l'immagine di Alessio nel suo cellulare non era reale, come l'oasi nel deserto che mano a mano comincia a svanire sempre di più mentre ti avvicini. Forse era solo troppo stanca o i suoi dolci e teneri messaggi di poco prima le stavano talmente dando alla taste da riuscire anche ad immaginarselo. Eppure era reale, lui si trovava veramente lì ed in quel momento si stava ponendo le stesse identiche domande della sua amica.

In realtà tutto era incominciato quando non aveva risposto ai suoi messaggi, quando c'era rimasto molto male perchè credeva le facesse piacere sentire quelle parole di sincera ammirazione e con le quali puntava ad arrivarle dritto al cuore come lei aveva fatto con il testo del suo inedito mozzafiato!
Ed era vero, gli era arrivato dritto al cuore- un pó come con tutte le altre sue esibizioni da tre settimane a quella parte- con le parole utilizzate, che erano anche un pó le sue se ci pensava bene, la dolcezza nei suoi occhi mentre le pronunciava e nella sua voce e nei suoi gesti, non riusciva più ad uscirgli dalla testa... Era letteralmente al settimo cielo! Ma tutto quell'entusiasmo finì per svanire nel nulla per colpa di quel trattamento del silenzio che stava ricevendo in cambio.
Evidentemente non era bravo nell'uso delle parole tanto quanto lo era invece lei, ma non capiva comunque cosa avesse detto di così terribile da meritarmelo. Forse non voleva essere disturbata, o forse semplicemente l'aveva messa a disagio. Che avesse esagerato un pochino? Visto il mutismo selettivo generatosi la risposta doveva essere un si, il che era ancora peggio nella sua testa. Perchè un conto era non potersi sentire o che non potesse rispondergli per via delle circostanze che non glielo permettevano, visto il contesto in cui si trovava e gli orari delle lezioni praticamente infinite che la tenevano costantemente troppo impegnata per pensare ad altro- con altro si riferiva a se stesso- e se fosse stato questo il caso probabilmente non sarebbe rimasto lì immobile a farne una tragedia greca. Piuttosto sarebbe andato avanti con la sua giornata in tutta tranquillità, facendo qualcosa di produttivo come provare la sua nuova coreografia magari, in attesa che accendesse il telefono per poi procedere con una delle loro belle chiacchierate. Ma purtroppo non era così, ed il fatto che fosse lei ad ignorarlo di sua spontanea volontà, lasciandolo lì con un solo visualizzato e nulla più, lo feriva profondamente.
Tutto questo lo spinse a chiedere immediatamente scusa, maledicendosi mentalmente per aver rovinato tutto, ma ancora prima di spegnere il telefono e lanciarlo via in un angolo sperduto del letto per poter chiudere gli occhi e magari dormire un pò per dimenticarsi della brutta figura appena fatta, sullo schermo apparve la notifica della videochiamata.
Con il cuore in gola e le palpitazioni a mille, passò i primi cinque secondi a fissarlo intensamente, senza battere ciglio, cercando di capire se si trattasse di un'allucinazione visiva o meno, se fosse magari opera del desiderio di vederla e sentirla, un semplice prodotto della sua mente. Ma dopo essere arrivato al quarto squillo di seguito capì che non se lo stava di certo immaginando!
Stava succedendo tutto per davvero!

Fu a quel punto che si decise ad accettare la chiamata veloce come non mai, per paura che potesse essere già troppo tardi e che ci avesse già ripensato perché stanca di aspettarlo, infondo come biasimarla?
Lui stesso si sarebbe stufato al posto suo dopo tutto il tempo che aveva perso per decidersi a premere un semplice pulsante, non l'avrebbe biasimata nemmeno se a quel punto avesse deciso di attaccargli in faccia mettendo fine ad ogni sua speranza, una speranza che si affievolì in ogni caso quando ben presto il fatto che le fosse partita una chiamata per sbaglio divenne chiaro ad Alessio, così come divenne abbastanza chiaro che stesse in qualche modo assistendo allo sfogo dell'esasperazione auroriana indirizzata a tre poveri disgraziati finiti sotto le sue grinfie.
Tutto ciò che riusciva a percepire infatti erano diverse voci appartenenti alle diverse persone oltre ad Aurora presenti nella stanza intente a pronunciare parole e frasi dai suoi ovattati- forse perché aveva una mano posata sul microfono?- ma comunque percepibili.
"EDDAI! Fammi dare solo un'occhiata!"
"Lo ripeto per l'ennesima volta, non sono affari vostri. Vi piacerebbe se io sbirciassi le vostre conversazioni private?"
"Hai ragione, we're really really sorry."
Non seppe bene come sentirsi, se deluso o preoccupato per aver violato la sua privacy anche se non intenzionalmente.
Che poi non era chissà quale privacy se ci pensava bene, non se considerava le condizioni nelle quali viveva.
Ogni giorno la circondavano centinaia di telecamere posizionate anche negli angoli più assurdi della casa- manco fossero al grande fratello- inoltre erano microfonati, e di sicuro chiunque della produzione poteva ascoltarli, vederli, registrarli per poi mandare tutte quelle conversazioni in onda durante il daytime, dove a loro volta venivano viste da tantissime altre persone. Per cui, cosa c'era di male nell'anticiparsi ciò che al 60% delle probabilità avrebbe visto comunque in un secondo momento? Assolutamente nulla, o almeno così si diceva, cercando un modo per potersi giustificare.

Straordinario ||Alessio Cavaliere||Where stories live. Discover now