Capitolo 4: Nora

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Sin da quando Anna, la sorella di Alexander mi aveva messo a conoscenza dell'arrivo del fratello in città, non avevo smesso di essere agitata e ilare concedendo a quel bellissimo emo di Alex di invadere i miei pensieri in ogni momento della giornata. La notta prima stavo esplodendo dalla voglia di incontrarlo così mi ero fatta coraggio e gli avevo lasciato un biglietto fuori casa indicandogli il punto della città in cui mi avrebbe trovata. Lui mi aveva raggiunta in pochissimo tempo e indovina un po' te...siamo finiti a letto. Alex si era congedato alle cinque e mezza di quello stesso mattino conscio del fatto che avremmo avuto lezione. Così avevo rincasato pure io con l'ansia che i miei si fossero accorti che ero uscita, ma d'altronde io ero maggiorenne e quindi non mi potevano dire nulla.

Uscii dalla doccia con ancora un fastidioso languore tra le cosce e mi diressi verso la cabina armadio. Dopo svariati minuti di trance davanti agli immensi vestiti optai per qualcosa di sobrio come un maglioncino di un colore ocra delicato e dei jeans classici. Uscii da camera mia cercando di non far rumore per non svegliare nessuno, in effetti erano soltanto le sette e venticinque del mattino e le lezioni sarebbero iniziate alle nove ma avevo voglia di parlare con nessuno se non con lui.

La notte scorsa i miei erano rincasati tardi dopo aver partecipato ad una riunione di lavoro così io e Alex ne avevamo approfittato dandoci da fare in casa mia. Siccome mia madre era sempre fuori casa per i suoi mille impegni già molti anni fa aveva assunto una signora di circa quarant'anni che ci avrebbe fatto da governante, quindi incaricai la signora Miller di dare una sistemata a camera mia e lavarne le lenzuola. Afferrai il mio zaino che scorsi nell'ingresso e salii sulla mia porsche rossa che i ragazzi della mia età tanto invidiavano. Accostai la macchina per poi spegnerla nel parcheggio deserto del miglior bakery di Los Angeles. Entrai e salutai cortesemente le signore anziane che ricambiarono il mio gesto con affetto e mi diressi verso un tavolo da due libero, dopo pochi minuti arrivò il cameriere ed io ordinai un cappuccino ed una brioches al cioccolato, il mio gusto preferito. Non stando più nella pelle estrassi il mio cellulare dallo zaino e scrissi un messaggio all'unica persona che avrei voluto vedere in quel momento, Alex ovvviamente.

Gg Alex, che ne dici di raggiungermi alla caffetteria fuori dalla facoltà?

La risposta non tardò ad arrivare:

Gg mia Koala, ti stavo pensando sai? Cmq dammi due minuti e sono lì

Pure io non riesco a smettere di pensare, cmq kk a dopo! Xx

Probabilmente pure Alexander non aveva la minima voglia di parlare con qualcuno infatti ne scorsi la costosa Maserati nera di sua sorella Anna poco distante dal bakery. Pochi minuti dopo la porta del locale si aprì, ed eccolo lì, Alex nel suo metro e novanta di bellezza varcare la porta mentre con lo sguardo cercava i miei occhi. Quella mattina una felpa nera e larga gli copriva il fisico proporzionato e ben scolpito mentre dei buggy gli fasciavano le gambe lunghe. I capelli gli cadevano come sempre sulla fronte in un ciuffo moro e attraente.

Appena catturò i miei occhi azzurri con i suoi cristalli di un verde veramente insolito, mi sorrise malizioso e notai soltanto in quel momento quanto Alex teneva all'igiene orale, proprio come me e i suoi denti a dir poco perfetti ne erano prova. Ad aggiungergli un tocco gotico erano i particolari canini a punta facendolo sembrare un vero e proprio vampiro. Beh, i suoi genitori avevano fatto davvero un bell lavoro nel concepire un ragazzo come Alexander e a dir la verità pure sua sorella Anna godeva di una bellezza angelica invidiabile.

Alex si sedette di fronte a me e guardandolo negli occhi mi tornarono in mente tutti i ricordi più peccaminosi che avevo sviluppato per colpa sua. Uscii dal mio momento di trance porgendogli con un cenno del mento la mia brioche accompagnando il gesto con un sorriso spontaneo.

<<No grazie, sono apposto>> declinò così mi portai alle labbra il dolce strappandone un primo morso, era davvero formidabile quella caffetteria, dovevo ammetterlo.

<<sicuro? È veramente buona ed è al nostro gusto preferito>> gli concessi una seconda possibilità, certa che se avessi gustato un altro boccone la avrei divorata senza alcuna esitazione attratta dalla sua bontà.

Alexander annuì e poi iniziammo a parlare del più e del meno anche se parlare con Alex era come parlare ad un muto, ma non mi lamentai anche perché sapevo che stava ancora lottando contro la depressione causata dal decesso di sua madre.

Quando mancavano soltanto dieci minuti all'inizio delle lezioni decidemmo di uscire e Alex insistette per pagare il conto. Ci dirigemmo insieme verso l'entrata della facoltà e ci dirigemmo verso l'aula dove avremmo dovuto subire la prima ora di tortura, la lezione di storia che avevamo in comune. Le ore successive le avremmo avute in aule diverse così dopo essermi congedata con lui mi diressi verso l'aula di chimica dove Alice, la mia migliore amica mi stava già attendendo, pronta per torturarmi con le sue chiacchere senza fine.

La lezione di inglese passò in fretta e dopo aver riposto i miei libri nell'armadietto mi diressi verso la mensa dove trovai Alex attendermi all'ingresso con due vassoi in mano, dei quali me ne porse uno.

<<cosa ne pensi se stasera andiamo al cinema? Mi pare che proiettino Colpa Delle Stelle, il film del libro che mi ricordo essere il tuo preferito>>

<<sì, potrebbe essere una buona idea, mi passi a prendere alle nove?>>

Lui annuì, in effetti stavo già programmando da tempo di andare a vedere quel film, così non esitai nemmeno un secondo ad accettare, in più avevo bisogno di un po' di svago e passare del tempo con Alex era la cosa che più desideravo.

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