(🔥) Capitolo 16: Alexander

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Quando aprii gli occhi tirai un sospiro sollevato nel notare che Nora era comodamente rannicchiata al mio petto, le sue labbra sfioravano il mio collo provocandomi solletico ad ogni suo pesante respiro. Le accarezzai la nuca e subito dopo uscii dal letto sciogliendo il nostro abbraccio. Una volta in piedi quasi non caddi a terra inciampando nel piumone che era magicamente scivolato fino alla parte opposta della stanza, probabilmente lo avevo lanciato io preso da un attacco di rabbia nel sonno, bah...

Andai in bagno e recuperai la mia felpa, dopodichè uscii da camera di Nora e mi diressi al piano di sotto, dove trovai la madre della mia Koala che andava davanti e indietro come un soldato per i fornelli, quando si accorse della mia presenza placò il suo scatto culinario e mi rivolse un sorriso maledettamente identico a quello di sua figlia, ci avevo sempre trovato una certa somiglianza.

<<buongiorno signora Gasler>> la salutai cortesemente, lei ricambiò il saluto: <<buongiorno Alexander, ti vanno un paio di pancake? Accomodati pure!>>

<<oh, se per lei non è un disturbo accetterei volentieri>> risposi con un'eleganza che non seppi da dove tirai fuori mentre mi accomodavo su uno sgabello della penisola. Mi scocciava farmi servire e riverire in quel modo, ma d'altronde era praticamente impossibile dire di no ad un sorriso dolce come la signora Gasler, e poi ero davvero affamato...

<<è sempre un piacere ospitarti Alex, non ti preoccupare!>> mi rassicurò lei iniziando ad impiattare tre pancake per poi cospargerli con dello sciroppo d'acero e accompagnarli con dei frutti di bosco. Mi mise il piatto sotto al naso e non potei non essere meravigliato dalla sua grande abilità culinaria. La ringraziai e addentai un pancake, il sapore dello sciroppo mi coccolò la bocca e l'impasto er< veramente gustoso, leggero e l'uovo non si notava.

<<è veramente bravissima in cucina, complimenti!>> mi congratulai quasi invidiando Nora di aver vissuto la propria infanzia felicemente e con dei genitori fantastici. Le guance della signora Gasler presero fuoco mentre con un movimento della mano cercava di sminuire il suo talento, era proprio uguale a sua figlia.

Proprio in quel momento vidi l'esile figura di Nora scenere le scale con il suo adorabile pigiamino e i capelli arruffati.

<<Ho una fame da lupi!>> farfugliò con la voce impastata. Poi prese dalla credenza un bicchiere ed estrasse dal frigorifero un cartone di succo d'arancia, riempì il bichiere e se lo portò alla bocca, poi ne tirò giù un lungo sorso puntando il suo sguardo nel mio. Questo bastò per far risvegliare l'amichetto che mi ritrovavo in mezzo alle gambe.

<<ecco a te Nora!>> proruppe sua madre poggiando sul bancone vicino al mio posto il piatto di Nora che nel frattempo mi si stava sedendo in parte.

<<cazzo Alex, se ti si alza solo per uno sguardo c'è un problema>> mi sussurrò a pochi centimetri dall'orecchia in modo da non far sentir niente a sua madre. Il tono che usò peggiorò soltanto la situazione. Le poggiai una mano sulla coscia e mi avvicinai al suo orecchio: <<se non la smetti di essere così dannatamente sexy anche con in dosso solo uno stupido pigiamino rosa vedrai cosa succede..>> le risposi con un sussurro provocante. Lei ridacchiò ed ebbi paura del luccichio di malizia che le attraversò lo sguardo. Poi mangiammo la nostra colazione tranquillamente e in fine ritornammo in camera di Nora per prepararci ad un'altra stancante giornata di lezioni su lezioni.

Una volta fuori dal campus salutai Nora con un bacio in fronte e poi uscii dall'abitacolo dirigendomi verso le porte. Lanciai un'occhio all'orologio appeso alla parete e mi accorsi di essere in ritardo. In ritardo cazzo! Mi misi a correre per i corridori fin quando non mi trovai di fronte l'aula di psicologia, ma non appena ne varcai la soglia il professore mi lanciò uno sguardo tanto gelido che feci un passo indietro: <<Signor Arment! È in ritardo di ben cinque minuti, la prego di attendere la fine della lezione fuori dalla classe.>>. Cazzo, ci mancava solo questa. Uscii dalla classe con il viso chino, intento a prendermela con me stesso. Mi sedetti difronte all'aula della lezione che avrei avuto l'ora dopo, ovvero scienze umane, l'unico corso che avevo in comune con Nora quel giorno. Non mi stupii infatti di intravederla avanzare vero di me tutta incazzata con i pugni chiusi lungo i fianchi.

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