Capitolo 12: Anna

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Mi aveva veramente ordinato di trascinarmi il frigo-bar per tutta la strada! Quel cretino di mio fratello poco prima ci aveva portati ad un passo dall'oltretomba e mi aveva sfracellato la macchina e ora se ne stava con il suo amico imprecando frasi incomprensibili come se fosse lui quello che dovrebbe sentirsi arrabbiato!

<<alex mi dici dove caspita stiamo andando? E aiutami con sto coso che avrei fatto meno fatica se mi sarei messa in spalle l'intera macchina!>> gli urlai dietro nel tentativo di fermare il suo cammino.

<<Roy ha trovato un hotel, lo abbiamo già prenotato e pagato con le tue carissime carte, in più per tua gioia arriverà pure un taxi, contenta? Ora smettila di lamentarti e accellera il passo cazzo>> mi rispose senza curarsi del nascondere la scocciatura, ma perché eravamo in fuga poi? Non potavamo tornarcene tranquillamente a casa?

<<ma mi spiegate perché piuttosto di scappare manco ci inseguisse la polizia non ce ne torniamo a casa? >> chiesi appunto, con la stessa scocciatura che mi stava dimostrando lui. Dopo aver sospirato come se la risposta fosse ovvia mi rispose: <<perché tu sei la sua figlia adorata, il massimo che ti spetterebbe una volta a casa sarebbe stata una ramanzina da nulla per esser scomparsa da casa per tre giorni e essere ritornata con la macchina sfasciata, mentre se il nostro adorato papino vedrebbe me con la tua macchina sfasciata, dopo aver cacciato di casa la sua gattina e essere sparito per tre giorni "rapendo" la sua figliola e la sua amica, tu nel giro di un paio di giorni saresti su un altare a leggere il mio elogio funebre>>...non aveva tutti i torti, Ethan e Alex si erano sempre stati sulle palle a vicenda e non biasimavo mio fratello, anzi, se fosse stato per me mio padre sarebbe al ciglio di una strada piena di malviventi a chiedere l'elemosina, oppure sarebbe tra le braccia di quella stronza della nostra ex vicina, ma purtroppo durante la procedura per il divorzio mi ero dovuta offrire per andare a vivere con mio padre e fargli trovare tutti i giorni un piatto caldo, non che il mio aiuto servisse dato che ora vivevamo in una villa da miliardari con l'aiuto di una fantastica governante.

Circa una ventina di minuti dopo arrivò il taxi. Gli occhi del conducente caddero subito sulle mie gambe, e non a caso: <<quel coso credete di portarvelo dietro?>> inarcò un sopracciglio puntando un dito contro il mio amato frigo-bar, infatti la mia risposta non tardò ad arrivare: <<senti Ken, alza il culo e vieni a caricare il mio frigo-bar in sta cazzo di ape a quattro ruote, altrimenti se non ti comporterai come un bravo bimbo Babbo Natale non passerà a casa tua quest'anno, intesi?>> ok...forse avevo esagerato un pochino.

<<wow! Che testa calda la ragazza, tenetela al guinzaglio, comunque se volete che il vostro amichetto rosa salga su questa ape a quattro ruote voglio dieci in più>> rispose lui rivolgendosi ai ragazzi capendo che era inutile parlare ad una ragazza che cercava di difendere suo marito, il mio caro frigo-bar.

<<hei tigre, a cuccia.>> mi disse sarcastico Roy mentre sporse attraverso il finestrino dieci dollari al Ken al volante, dopodichè l'autista si alzò dal sedile e si decise a svolgere ciò che gli avevamo ordinato, intanto noi salimmo e Kleo che fino a quel momento se ne era stata zitta ad osservare lo spettacolo insistette per sedersi davanti, ne fui sollevata a dire il vero, sci mancava solo di sedersi accanto ad un autista come quello, bah...

Alex e Roy, ciascuno alla mia rispettiva destra e sinistra decisero bene di divaricare le gambe, schiacciandomi nel mezzo, così fui costretta a stringermi nelle spalle. Cosa avevo fatto di tanto male per meritarmi tutto ciò?

Poco dopo mi trovai di fronte un'immensa struttura, stile classico che ci misi due secondi nel capire fosse il nostro hotel, nel vialetto si ergeva pure una fontana, e a quel punto la domanda mi venne spontanea: <<mi avete per caso prosciugato il conto in banca? Eh? Alexander Arment, mi devi così tanti soldi che potrei nuotarci dentro>>

<<era il più vicino, e poi dimmi Anna Arment, avresti preferito dormire sotto un ponte? Magari usando il frigo-bar come toilette?>> mi rispose lui sbuffando, che cazzo sbuffi?

Decisi di starmene zitta, era meglio per tutti, soprattutto per i miei poveri nervi che minacciavano di varcare la pelle.

Una volta entrati nell'hotel venne subito a consegnarci una chiava un ragazzo sulla trentina circa, i due goth qui in parte avevano fatto veramente tutto in grande eh? Raggiungemmo la camera "86-h" come indicato sul portachiavi tra le mani di Kleo, entrammo nella stanza d'hotel e restai a bocca aperta per il lusso in cui mi ritrovai a girare su me stessa; lo stile era classico, proprio come l'esterno della struttura, il soffitto era alto e diversi archi a botte donavano all'ambiente un tocco decisamente elegante e raffinato, alla destra della porta svettavano due poltrone e un divanetto di un velluto verdognolo molto delicato, al centro della stanza invece si trovavano due letti a due piazze ciascuno e una grande porta finestra divideva il piccolo balcone che dava vista sulla parte periferica di Los Angeles dal resto della camera. Fui sollevata dal fatto che la nostra camera fosse situata verso la parte più silenziosa della città perché avevamo il silenzio assicurato praticamente.

<<Uhm, niente male, anzi...stupenda! Ma quanto avreste pagato?>> chiese Kleo preoccupata per il mio conto in banca quanto me, Alex rispose poi sbuffando: <<Oh per avere un notevole sconto mi è bastato accennare che mio padre fosse Ethan Arment, a quanto pare ha contribuito al progetto di restauro dell'edificio, quindi in totale abbiamo pagato solamente duecento dollari, colazione offerta>> mi fece l'occhiolino.

Dopo aver annuito trascinai con tanta cura il mio frigo-bar all'angolo della stanza, accanto al televisore al plasma, per colpa del suo colorito rosa barbie stonava parecchio con il resto dell'ambiente elegante ma a me non me ne fregava niente. Apri l'anta e ne estrassi una lattina di Monster al punch, gusto scelto accuratamente per il suo colore rosa che si abbinava perfettamente al frigo, lancia la lattina a Kleo e ne lanciai altre ad Alex e Roy, dopodichè ne presi una anche per me.

Dopo aver parlato del più e del meno mi passò per la mente il fatto che non avessimo ancora avvisato Nora di nulla, così afferrai il telefono ed uscii dalla stanza, poggiando i gomiti sul marmo freddo della balconata, la brezza fresca della sera mi colpì piacevolmente in viso e mi disordinò i capelli. Cercai il numero di Nora nella rubrica e avviai la chiamata:

<<Hey Nora, come va? Disturbo?>>

<<ciao Anna, tranquilla non stavo facendo nulla, ma è insolito che tu mi chiami a quest'ora...>>

<<sì ehmm...praticamente mentre eravamo diretti a casa non so cosa sia preso al tuo bel fidanzatino che come ipnotizzato prima ci ha fatto prendere una strada sconosciuta e subito dopo eravamo ad un metro da un muro e Roy ha ben deciso di sterzare tutto d'un colpo sfracellandomi mezza macchina e ora per paura che a mio padre possa balenare in testa l'idea di impiccarci pubblicamente siamo in una camera d'hotel...e alla faccia dell'hotel...mi chiedevo se potessi reggerci il gioco, raccontando un po' di balle, non so, magari se ti chiede qualcuno qualcosa dì che... boh!>> risposi tutto d'un fiato tanto che mi sentii l'ossigeno venirmi meno.

<<oddio Anna! Spero che vostro padre non insinui niente quando la macchina sarà come nuova, in quanto a voi, siete feriti?>> mi chiese preoccupata.

<<no tranquilla, tutti sani e salvi, ora che ti ho avvisata gradirei farmi una lunga dormita, e grazie per stare dalla nostra parte! Buonanotte Nora>>

<<Oh di nulla, buonanotte anche a voi!>> riattaccò.

Tornai in camera e trovai i miei amici aggirarsi per la stanza, uno che si spazzolava i denti, un altro che intanto a ripiegare i propri vestiti e un altro ancora già disteso a letto con il cellulare tra le mani, io mi diresi in bagno, mi lavai i denti e mi infilai il pigiama, poi tornai in camera, mi distesi accanto a Kleo, diedi la buonanotte a tutti e spensi la luce, lasciando spenta solo la bajoure situata sul comò tra i due letti. Caddi in un sonno profondo che mi cullò per tutta la notte

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