[Happy Little Pill - Troye Sivan]
*flashback*
- ma non te ne sei accorta? Sei strana, sei fastidiosa, mi fai arrabbiare così tanto! Smettila di comportarti così, sembri una pazza! Sai che ti dico? Fanculo, fanculo tu e il tuo carattere di merda.-
Mia madre stava urlando da un tempo indefinito frasi senza senso, e mio fratello era in un angolo che guardava in basso.
Lui aveva 19 anni. Io ne avevo 15. Lui mi odiava. Insieme a mia madre.-Sai cosa dico io invece? Dato che non mi sopporti, me ne vado. Tra una settimana papà parte per Los angeles, mh? Bene, andrò con lui. Farà solo piacere a te e Alex.- e corsi via.
*fine flashback*
Dopo anni, quelle parole erano ancora nella mia mente. Mi alzai dal letto e andai in cucina. Appena arrivata in america con mio padre alloggiammo in un piccolo appartamento,e all'inizio lui non mi faceva uscire di casa con la scusa "sei troppo piccola, potresti perderti.", ma la verità era che lui era fottutamente protettivo. Finalmente, quando diventai maggiorenne presi questa casa.
Mi sentivo terribilmente sola, ma almeno non avevo intorno persone con le quali non riuscivo a vivere.
Nel corso degli anni ho stalkerato mio fratello sui social, adesso è in una band famosa in tutto il mondo. Non sono gelosa, per niente. A me basta essere felice nel mio piccolo, e qui lo sono. Circa. Perché forse mia madre aveva ragione, che ho un carattere schifoso. Ho problemi col controllo della rabbia, col mio sguardo faccio anche paura alle persone che mi circondano. Ma per fortuna c'è chi mi capisce e mi rende felice.-ICE!-setii urlare il mio nome dalla porta.
-Meiko!- le saltai addosso abbracciandola. Mi ero scordata di averle dato una copia delle chiavi.
-Sono andata nel bar qui vicino e ho pensato di portarti qualcosa.- sorrise. Adoravo quella ragazza, si preoccupava sempre per me, ed era l' unica a cui davo affetto. Mostrò un sacchetto, dal quale prese un caffè e me lo diede.
- Ti adoro meiko.-
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accesi il computer per vedere se l'e-mail del capo mi fosse già arrivata.
To: Ice Gaskarth
Cara Ice,
Ti affido un incarico speciale. Sei la più brava tra noi, quindi la mia decisione sembra corretta. Un nostro cliente molto speciale ha richiesto un "disegno sulla tristezza" ma non ha specificato nient'altro. Però lui ti pagherà di più, quindi...buon lavoro.
Fui abbastanza stupita, di solito dava informazioni chiare e precise, in lettere lunghe e noiose. Ma stavolta era come..un po' più libero, come se si fidasse di me. Come se si fidasse di me...
Presi un foglio e cominciai a disegnare. Cos'era la tristezza?Per me, era come sentirsi un vuoto dentro, come se non avessi più niente da perdere. iniziai a tracciare una figura, in un angolo. un ragazzo, seduto su una strada, che fissava il vuoto. Poi un palazzo altissimo. Due. Tre. Tanti grattaceli grigi, come il cielo.
Ma mi interruppi. Sentii qualcosa di morbido e leggero sfiorarmi la guancia. Sorrisi e alzai lo sguardo, Moon mi stava guardando con quei suoi occhioni gialli. Amavo la mia gatta, era sempre affettuosa e il più delle volte, era lei che non mi faceva sentire sola. Decisi che per oggi avevo finito.
Andai nella mia stanza e presi dei vestiti da mettere dopo la doccia. Dopo quasi un'ora ero davanti alla porta di casa pronta ad uscire.
Appena fuori dall'edificio mi arrivò il vento in pieno viso. Certo, la primavera doveva ancora arrivare, ma il vento era sempre freddo come all'inizio dell'inverno. Camminavo per le strade, senza meta. Mi capitava spesso di farlo, mi faceva rilassare e dimenticare di tutto. Ad un tratto mi fermai davanti a un cartello enorme.Gli All Time Low, con la loro ultima tappa, saranno a Los Angeles il 26/02. Non perdeteli!!
Sotto c'era una loro foto. Mi avvicinai, e continuai a fissarla. Era cresciuto tantissimo. Sfiorai la superficie ruvida del manifesto, soffermandomi sui suoi occhi. Erano uguali a quelli di nostro padre, sorrisi.
'Di sicuro lui non si ricorderà nemmeno di me..'
A quel pensiero mi rattristai ed abbassai lo sguardo, poi continuai per la mia strada.
Chissà se infondo al suo cuore, c'è ancora spazio per me. Io non l'ho dimenticato, e non potrei mai. Diciamocelo, adoravo quando da bambina mi portava con sè nel boscetto dietro casa e giocavamo a nascondino. Quando mi trovava iniziava a farmi il solletico, finché non ammettevo la mia sconfitta, poi mi portava sempre in posti diversi, un giorno vicino alla tana di alcune lepri, uno sotto alberi enormi,... mi fece abituare all'idea di un mondo affascinante e felice.
Senza rendermene conto fui a casa, sul divano a leggere un libro con accanto lucy. E per un'attimo, sembrava tutto perfetto. Ma ovviamente il mio telefono iniziò a squillare sulle note di hell's song dei Sum 41.
- pronto?
- buonasera Ice, spero di non averti disturbata - era la voce del mio capo. Cosa voleva a quell'ora?
- Beh, mi hanno appena chiamato per un'appuntamento urgente di lavoro, e lo stesso giorno avrei dovuto accompagnare mia figlia ad un concerto. So che può essere una richiesta stupida, ma potresti sostituirmi? Mia figlia è molto affezionata a quella band, rimarrebbe malissimo,..- e continuava a dire cose a caso per convincermi. Per un attimo mi era passato per la mente il cartellone in centro, ma poi scartai l'idea, non poteva avere quei gusti musicali..
- si tranquillizzi - risi lievemente - andrò io.
- oh, grazie al cielo, renderai felice mia figlia! Sai, quando non ottiene ciò che vuole diventa veramente fastidiosa. - disse l' ultima parte abbassando la voce.
Risi e salutai l'uomo, chiusi la chiamata.
E così, dopo due giorni, sarebbe successo qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
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Caraphernelia. // A.B.
FanfictionLui era come farsi un tatuaggio: la feriva, ma le piaceva..soprattutto, le lasciava un segno indelebile per tutta la vita. Lei, invece, era come una piccola tigre: dall'aria innocente, ma in realtà acida e scontrosa. Ma anche ma creature così forti...