Tearing myself apart

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[Drown - Bring Me The Horizon]

Sdraiata sul mio letto, fissavo il soffitto. Lo fissavo e basta. Senza pensare a niente e nessuno, col vuoto nella mente. Tutto ciò che sentivo era un profondo silenzio. Ma sapevo che il silenzio non era quello, no no. Il vero silenzio nessuno lo ha mai davvero ascoltato, perché sulla terra c'è sempre qualcosa, qualche essere vivente, che provoca anche un minuscolo rumore.
Provavo solo un senso di stanchezza e vuoto, potrei dire anche di essere stata spaesata in quel momento.
Non sapevo chi ero, non sapevo chi sarei diventata, con chi e quando.
La mia testa vagava in piattaforme immaginarie alla ricerca di una risposta. Chissà quanto tempo ci avrebbe impiegato, pensavo. Forse settimane, o mesi, o addirittura anni.
Volevo avere anche una sola sicurezza, ma in quel momento proprio no.
Certo, il mio lavoro mi piaceva, adoravo disegnare, e gli amici li avevo, e anche alcuni fantastici.
Allora cos'è che stavo cercando? Cosa sarebbe riuscito a colmare il vuoto dentro di me?

Mi alzai, finalmente, e mi diressi in cucina. L' orologio segnava le 10:24 am. Mi preparai la mia cioccolata calda, presi una coperta e mi accoccolai sul divano insieme a Moon.

La gatta si posizionò delicatamente sul mio ventre, mentre il rumore della pioggia che picchiettava contro le finestre riempiva la stanza.

Il pomeriggio mi ritrovai nelle strade del centro a camminare accanto alle vetrine. Lì era tutto uguale, monotono, quasi noioso. Non c'era nulla di originale, tutte cose viste mille volte, che magari le persone trovano carine.

Mi fermai davanti a un negozio di dischi. Adoravo i dischi vecchi, quelli che ascolti con desiderio, quelli con canzoni piene di passione. Entrai. L'aria era molto rustica e le pareti erano piene di mensole, riempite da migliaia di cd. Erano in ordine di genere e poi in ordine alfabetico.
C'era una luce soffusa, ma abbastanza luminosa per tutta la stanza.
Mi fermai alla lettera B.

Black Sabbath...
Black veil brides..

Blink-182.

Questi ragazzi, ormai cresciuti, mi hanno accompagnato per molti anni, quando andavo a scuola con le cuffiette, quando ero a casa da sola, quando semplicemente volevo ascoltarli.

Enema of the state era il mio cd preferito, lo potevo ascoltarlo milioni di volte ma non mi sarei mai stancata.

Uscii dal negozio, ancora sovrappensiero.
Sentii qualcosa colpirmi.

- Stai attento a dove..- mi bloccai.

- Ice! - disse quello che si rivelò essere Vic. - scusami tanto, non ti avevo vista..

Come poteva non vedermi? Era così basso che io ero quasi alta quanto lui.

- ma che.. - poi mi ricordai di dovermi controllare. - non importa.

Mi prese la mano e mi guardò preoccupato. - ti ho fatto male? -

- Vic, smettila per preoccuparti di tutte le cose. Sto bene.

Mi guardò un ultima volta.

- Vieni da me e Mike? Oggi i ragazzi sono da noi.

Alzai le spalle, tanto non avrei avuto nulla da fare.

La casa dei fratelli fuentes era enorme, e richiamava lo stile del loro paese.

Tony e Jaime arrivano dopo un po' e mi ritrovai in mezzo a delle scimmie messicane che giocavano ai videogiochi.
Ogni tanto mi guardavano, ma poi tornavano a concentrarsi sullo schermo.

- Ragazzi, avanti..sapete fare meglio di questo. - dissi sdraiandomi sul pavimento.

- Ovviamente, posso battere Mike in meno di due secondi. - ghignò Jaime.

Sbuffai. - non intendo quello.. Tipo, non avete qualcosa di speciale?

- Beh, siamo messicani, siamo migliori. - disse Tony. Sorrisi e Lasciai perdere.

///

- Grazie mille Vic, ci vediamo allora. - dissi pronta ad uscire.

- okay, sei la benvenuta ogni volta che vuoi.

Sorrisi e me ne andai. Era quasi notte, l'aria era gelida. Mi strinsi nella mia giacca di pelle e solo in quel momento mi accorsi di una cosa.
Un ragazzo, illuminato da un lampione, barcollava.
Mi era famigliare.
Quei capelli...
Ma certo!

Corsi verso di lui. Pareva che la mia presenza fosse indifferente per lui.

- Jack! Jack! - cercai richiamarlo.

- jack... Perfavore ascoltami. Sono ice.

Niente. Ci vogliono le maniere di ice gaskarth qui.

- cazzo jack guardami! - gli tirai il braccio. Si voltò.

- Hey Ice. - disse atono.

- Cosa..mi spieghi cosa ti è successo?

- io..Alex...lui ha..poi..

- Alex? Cosa c'entra alex? - poi mi ricordai di una cosa. - lascia stare, ti porto a casa.

- No! No! Lì ci sono loro, c'è lui! No! - si dimenò.

Lo guardai perplessa.

- vieni a casa mia..- alzai gli occhi al cielo. Era un bambino.

Caraphernelia. // A.B.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora