Chi io fossi prima, non riesco a ricordarmelo.Andandomene, una scena surreale.So che il mio cuore, il mio cuore non sarà mai lontano da qui.
Harry provò a riavvicinarsi a Louis e sta volta quest'ultimo non si scansò.
"Oggi abbiamo smontato il calci in culo e gli autoscontri. Domani è il turno degli otto volanti."
Louis non disse niente. Una stella luminosa aveva catturato la sua attenzione e lui non voleva spostare lo sguardo da lì.
"Ti piace quella stella Harry? Guarda come brilla. Mia zia brillerà così quando andrà in cielo..."
Il riccio abbracciò Tomlinson da dietro cingendogli i fianchi. Louis abbandonò la testa sul suo petto chiudendo gli occhi.
"Vorrei che tu potessi rimanere qui con me."
"Lo vorrei anche io."
Harry posò un bacio sui capelli di Louis prima di invitarlo a sedersi. Prese poi lo spumante allungandosi.
"Posso aprirla?" chiese a Louis.
"Perché me lo chiedi?"
"Per il fatto di tua zia, sai... Magari non ti va."
"Lei sarebbe felice, adora lo spumante."
Harry fece un sorriso e aprì la bottiglia facendo volare il tappo lontano. Versò il liquido nei due bicchieri e ne diede uno a Louis.
"A cosa vuoi brindare?" chiese Tomlinson vedendo che Harry avvicinava il suo bicchiere.
"Non lo so, tu?"
"A questa giornata di merda forse."
"A noi due."
"Domani 'Noi due' non ci sarà più."
Louis non sapeva se il vuoto che sentiva nel petto era dovuto alla notizia della zia, alla partenza di Harry o ad entrambe le cose. La verità era che immaginarsi le due situazioni era un conto, sentirselo dire decisamente un altro.
"Ma fino a domani ci sarà ancora."
Harry aveva ragione, aveva sempre avuto ragione. Che senso avrebbe avuto continuare a struggersi per qualcosa che non avrebbe potuto prendere una piega diversa? Sua zia sarebbe morta e il riccio sarebbe partito. Quella situazione fece tornare in mente a Louis una frase che una volta aveva trovato sulla Home di Facebook, una frase che gli era rimasta impressa. 'Se c'è soluzione, perché ti preoccupi? Se non c'è soluzione, perché ti preoccupi?' Sorrise tristemente al ricordo di quelle parole.
"Allora brindiamo a noi, e alla zia." sussurrò Tomlinson facendo sbattere i loro bicchieri.
Quando il liquido nel bicchiere di Louis fu finito Harry gliene versò un altro.
"Questo però è l'ultimo. Tu l'alcol non lo reggi." sghignazzò Harry.
"E questo chi lo dice scusa?"
"Lo dico io. L'ultima volta che hai bevuto un bicchiere di vino stavi per stuprarmi nel corridoio di casa tua ricordi?"
"Sei un bugiardo."
"Giura che non è vero."
"Ti salterei addosso anche adesso se è per questo, e sono completamente sobrio."
"Sei un maniaco, un dolcissimo, adorabile, maniaco."
Louis arricciò il labbro e alzò un sopracciglio prima di scolarsi il secondo bicchiere e chiederne un altro. Harry finì allora il suo e lo versò di nuovo ad entrambi.
"Comunque non sono adorabile." borbottò Louis guardando le stelle.
"Invece lo sei." sussurrò Harry vicino al suo orecchio.
Louis si girò di scatto non appena sentì il respiro del riccio sul suo collo. Harry non perse tempo e fece scontrare le loro labbra. Si baciarono per un tempo che a Louis parve infinito. Un bacio che sapeva di tenerezza e bollicine.
"Mi mancherà baciarti." mormorò Louis tornando a guardare la notte scura.
"Mancherà anche a me."
"La vedi quella stella? Quella che brilla più di tutte?" chiese Louis indicando il cielo.
"Sì, la vedo."
"Quella stella sei tu. Quella stella per me adesso si chiama Harry." disse Louis voltandosi è sorridendo dolcemente.
"Quando mi guardi mi sento brillare come una stella che riflette nel mare."
"Ma il mare non c'è." rispose Louis piegando la testa da un lato.
"Non parlo di un mare qualunque..." spiegò Harry serio, "Parlo di questo mare qui..." disse indicando gli occhi di Tomlinson che arrossì imbarazzato.
"Grazie Hazza."
"Grazie per cosa?"
"Per avermi fatto sentire speciale fin dal primo momento."
"Tu sei speciale Louis. Solo un cieco non riuscirebbe a vederlo."
Louis non disse niente, si limitò guardare il cielo. Harry si avvicinò un po' a lui rimanendo in silenzio.
"Vorrei vedere una stella cadente." mormorò Tomlinson.
"Mi dispiace che non ce ne siano. Volevi esprimere un desiderio?"
"Sì."
Harry gli poggiò un bacio delicato sulla tempia prima di versarsi un altro po' di spumante nel bicchiere.
"Ehi! Anche io ne voglio un altro!"
"No Lou, ne hai già bevuti tre..." lo rimproverò Harry dandogli una leggera spinta.
"E dai! Sono triste per troppi motivi, non puoi non accontentarmi." mugolò Louis facendo gli occhi dolci, e Harry naturalmente lo accontentò.
Dopo una mezz'ora passata quasi tutta a baciarsi, Louis si sdraiò sulla coperta e tirò Harry per la manica della felpa. Aveva un bisogno impellente di averlo vicino. Il riccio si sdraiò di fianco a lui e gli fece appoggiare la testa sul suo petto, iniziando poi ad accarezzargli i capelli dolcemente.
"Domani quando te ne andrai scriverò di noi..." sussurrò Louis piano, la voce appena udibile.
"Cosa scriverai piccolo?"
"Scriverò dei tuoi occhi, dei tuoi ricci, delle tue fossette e dei tuoi tatuaggi..."
"Mi farai leggere qualcosa poi?"
"Se ti piacesse scrivere Harry, tu scriveresti di me e di te?"
"Sì Louis, lo farei, ma penso che a te riesca molto meglio. Scrivi di noi, racconta questa storia."
E Louis l'avrebbe fatto davvero.
L'aria era diventata fredda e Louis prese a tremare un po'.
"Andiamo a casa piccolo. Fa troppo freddo." disse Harry stringendo Louis a se, nel tentativo di scaldarlo un poco.
"No, mi piace stare qui." rispose Tomlinson affondando la faccia nel collo del riccio.
"Louis, sei ubriaco?"
Tomlinson iniziò a ridere istericamente senza riuscire a controllarsi, facendo ritrarre Harry.
"Mi fai il solletico sul collo." disse il riccio sorridendo dolcemente.
"Dormiamo insieme stanotte?" chiese Louis tirandolo di nuovo verso di se.
"Certo piccolo."
"Sì, sono ubriaco."
Dopo aver raccolto lo spumante ormai finito e la coperta, Harry appoggiò tutto nel retro della sua roulotte ed entrò in casa mentre Louis rimase ad aspettarlo fuori.
Anne era intenta a cucinare, mentre il padre del riccio guardava la tv.
"Harry dove vai?" chiese l'uomo vedendo il figlio incamminarsi verso la porta per uscire nuovamente.
"A dormire da Louis, torno domattina."
"Alle otto puntuale. Dobbiamo smontare gli otto volanti."
Suo padre sapeva essere un sacco ripetitivo a volte.
"Lo so papà. Arriverò in orario. Ciao mamma, a domani." disse il riccio sorridendo ad entrambi.
Quando fu pronto in tavola, Anne ordinò al marito di andare a lavarsi le mani, mentre lei lo aspettava paziente per la cena.
"Harry stavolta si è preso proprio una bella cotta eh?" borbottò l'uomo una volta tornato dal bagno.
"Lo vedo felice. Questo Louis deve essere proprio speciale per lui."
Harry raccontava tutto a sua madre. Era sempre stata la sua confidente, fin da quando era bambino.
"Vedremo quanto durerà quando andremo via. L'anno scorso c'era stato quel Matt, ti ricordi? Harry era davvero triste quando siamo partiti. Dopo tre giorni già non ci pensava più."
"Con Louis è diverso. Aspetta e vedrai. E appoggialo una buona volta, sei suo padre, il tuo giudizio conta molto per lui."
"Vedremo." rispose l'uomo prima di iniziare a mangiare.
Harry e Louis mangiarono qualcosa davanti alla tv. Nessuno dei due aveva realmente fame, ma non potevano restare a stomaco vuoto dopo tutto quello spumante.
"Ho sentito tuo padre che si raccomandava con te per averti lì alle otto. A che ora partirete più o meno?"
"Non lo so Lou. Dipende da quanto pioverà. L'idea di smontare tutto un giorno prima non è tra le più geniali, ma mio padre è fatto così, quando un posto non frutta più soldi, se ne vuole andare il prima possibile."
Louis non seppe bene perché, ma quella frase gli provocò una fitta di dolore al petto. Mentre tutti intorno a lui se ne andavano per i più svariati motivi, la sua vita rimane sempre uguale. Era bloccato in quel maledetto paesino che aveva sempre detestato.
"Non vorrei andarmene da qui. Questo posto mi piace, ma per il momento devo aspettare." sussurrò Harry prendendo una patatina dal sacchetto che giaceva vicino a lui.
"Io lo odio questo posto." soffiò Louis cambiando canale.
"A me piace perché ci sei tu."
Louis sentì il suo cuore perdere un battito, l'alcol e la dolcezza di Harry mischiate insieme gli stavano dando alla testa.
"Harry, facciamo l'amore per l'ultima volta?"
Dannato spumante.
Il riccio non rispose, spostò delicatamente il pacchetto di patatine che li separava e si sporse verso la labbra di Louis baciandole.
Harry infilò una mano sotto la maglietta di Tomlinson e gli accarezzò la pancia, mentre con la lingua chiedeva accesso nella sua bocca. Louis non avrebbe resistito un minuto di più con i vestiti addosso, per questo si sfilò prima i pantaloni insieme ai boxer e poi la maglietta, rimanendo completamente nudo sotto lo sguardo di Harry.
Louis si era sempre sentito così anche con i vestiti addosso in quei giorni, perché quando il riccio era con lui, tutti i suoi difetti non sembravano più così orribili e lui non sentiva più così tanto il bisogno di doverli nascondere. Perché Harry glielo aveva fatto capire fin dal primo momento in cui si erano visti che lo trovava bellissimo, che la sua passione per le righe orizzontali non era affatto strana e che i suoi capelli gli stavano bene anche se il ciuffo non era in perfetto ordine.
Louis sarebbe stato per sempre grato a quel ragazzo, che con i suoi modi gentili lo aveva fatto sentire più sicuro di sé, dopo tutti quegli anni in cui si era sempre trattato come una nullità.
"Louis, io... tu..." Harry prese a balbettare davanti allo spettacolo che Louis gli stava offrendo.
Era perfetto, in ogni sua curva, in ogni centimetro di pelle. I suoi occhi splendevano e il suo sorriso, esattamente come la prima volta in cui Harry lo aveva visto, stava inondando di luce ogni cosa. Il riccio semplicemente non riusciva a parlare.
"Io... tu... Cosa Hazza?" sorrise Louis maliziosamente appoggiandogli una mano alla base della nuca e attirandolo a sé.
Dopo una serie di umidi baci, il riccio si alzò dal divano e prese in braccio Tomlinson, che si accucciò sul suo petto senza protestare. Harry in quel momento gli sembrò un gigante, e non che in confronto a lui non lo fosse realmente, ma sentì davvero un piccolo bambino che andava protetto mentre stava stretto tra quelle lunghe braccia.
Harry e Louis fecero l'amore due volte prima che Tomlinson, senza neanche rendersene conto cadde addormentato. Harry non si dormì subito, ripensò ad ogni momento passato insieme a Louis durante quella giornata. Ripensò a quanto gli era piaciuto averlo avuto sopra ansimante mentre lui affondava nelle sue calde carni. Ripensò che il sapore dello sperma non gli era mai piaciuto in particolar modo, ma quello di Louis aveva il sapore più buono del mondo, ripensò che gli sarebbe piaciuto regalare a Louis una stella cadente per fargli esprimere un desiderio. Ripensò a quando Louis gli aveva detto che aveva chiamato la stella che stava guardando con il suo nome e alla sensazione che aveva provato quando glielo aveva detto indicandola come un bambino. Ripensò a tutto questo e si rese conto di quanto gli sarebbe mancato quel ragazzino con gli occhi azzurri e la voce più bella che lui avesse mai sentito.
Avrebbe voluto fare l'amore con lui ancora una volta, finché la luce del giorno non avrebbe inondato la stanza, o forse anche dopo. Louis invece dormiva beato e Harry per un attimo ringraziò sé stesso per averlo fatto bere, sicuramente era stato anche il troppo spumante a farlo dormire così tranquillamente, evitandogli di pensare troppo come lui stava facendo in quel momento.
Harry si alzò dal letto. Si erano fatte le tre di notte e lui ancora non riusciva a dormire. Aveva la testa piena di pensieri, doveva trovare un modo per sfogarli o sarebbe impazzito.
Quando la sveglia di Harry suonò il mattino dopo, fu Louis il primo a sentirla. Gli ci volle qualche secondo per realizzare che giorno fosse. Harry sarebbe partito di lì a poche ore, per questo Louis alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente prima di voltarsi ed accarezzare i capelli del riccio che dormiva vicino a lui, nel tentativo di farlo svegliare nel miglior modo possibile.
"Haz, sveglia, devi andare." sussurrò Louis guardandolo.
Harry che dormiva era sempre un colpo al cuore per i suoi occhi.
"Coccinella vieni qui."
Louis si sentì tirare da un fianco.
"Harry, svegliati. Tuo padre si arrabbierà."
"Voglio le coccole prima."
"Va bene, ma tra cinque minuti devi alzarti."
"Forse."
E Louis sorrise, quanto gli sarebbe piaciuto tenerlo lì con lui.
Louis posò dei dolci baci su tutta la faccia del riccio e dopo averlo stretto forte, gli prese una mano e lo guidò fuori dal letto. I suoi vestiti erano sparsi in ogni angolo della stanza, ma Louis li raccolse pazientemente e li passò uno dopo l'altro ad un Harry troppo assonnato per capirci qualcosa.
"Vieni Haz, andiamo in bagno a lavarci la faccia."
Harry non protestò e seguì Louis in bagno sbadigliando.
"Prima di andare ti accompagno a scuola." disse Harry mentre si asciugava le mani.
"Non mi va di andarci. Anzi, a dirla tutta credo proprio che non ci andrò fino a Lunedì."
Harry guardò Louis curioso.
"Oggi non mi va, e domani... Credo che domani andrò a Londra, sai, la zia ha chiesto di me." mormorò Tomlinson abbassando lo sguardo.
Harry capiva sempre quando era il momento di abbracciare le persone, per questo prese Louis tra le braccia e lo baciò sulla testa senza dire niente.
"Posso accompagnarti io al Luna Park? Nel senso, non voglio stare lì mentre smonti le cose, solo accompagnarti ecco."
"Certo che puoi."
"Grazie."
"Ti aspetto di sotto piccolo."
Louis fu felice di quella risposta, non aveva ancora tanto tempo a disposizione per stare con Harry, ma poterlo accompagnare lo fece sentire un po' meglio.
Finito di sistemarsi i capelli, Louis scese in cucina e trovò il riccio seduto ad aspettarlo.
"Andiamo?" chiese Tomlinson mettendosi il giubbotto.
"Sì..." rispose Harry, "Non hai un giubbotto più pesante Louis? Fuori si gela, non vorrei tu prendessi freddo."
Harry era la dolcezza fatta persona, e Louis semplicemente lo adorava.
"Sì mamma, vado a prenderlo." gli rispose però facendo il duro.
"Lo dico per te, poi ti ammali!"
Louis corse su per le scale sogghignando.
Harry e Louis fecero tutta la strada fino al Luna Park per mano, scambiandosi qualche bacio a stampo di tanto in tanto.
Una volta arrivati all'entrata, Louis sentì il respiro venirgli meno per qualche secondo. Il momento era arrivato. Il momento in cui Harry avrebbe dovuto dire addio a Doncaster.
"Lou, non è un addio okay? È un arrivederci."
Louis non avrebbe pianto, non si sentiva di doverlo fare, sentiva solo un peso all'altezza del petto che sperava sparisse presto.
"Un arrivederci?"
"Quando avrò finito qui, potremmo salutarci."
"Nel senso che dopo posso ripassare? Prima che voi partiate?"
"Sì piccolo. Proprio così. Mi piacerebbe che tu stessi qui con me, ma mio padre non sarebbe d'accordo, e io non potrei considerarti mentre lavoro. Ma quando avrò finito ti chiamerò, va bene?"
Louis fece un sorriso.
"Va bene, allora aspetterò."
Harry posò un bacio sulle labbra a Louis prima di salutarlo e incamminarsi verso casa.
"Pronto Louis?"
Niall rispose al telefono con la voce impastata dal sonno. Erano le otto di mattina, per lui praticamente l'alba, e il suo migliore amico gli stava telefonando. Avrebbe voluto strozzarlo all'istante.
"Pronto Niall? Sei sveglio?"
"No."
"Come no? Stai parlando."
"Se sai che sono sveglio che cazzo di domande mi fai Tommo?"
"Come siamo acidi Nialler!"
"Come siamo rompicoglioni Louis!"
"Dove sei?"
"Seconda domanda idiota nel giro di trenta secondi, un record anche per te Tomlinson."
"Okay, a quest'ora sei per forza a casa."
"Quindi?"
"Quindi cosa?"
"Quindi oltre a rompere le palle mentre dormo cosa vuoi?"
"Vengo a casa tua."
"Scordatelo."
"Ho due Brioches alla Nutella."
"Sto scendendo ad aprirti la porta."
Niall e Louis fecero colazione insieme, o sarebbe più giusto dire che Louis guardò Niall fare colazione con entrambe le brioches che lui era andato a comprare.
"Quindi ti chiama quando ha finito di smontare tutto?" chiese il biondo parlando con la bocca piena, ovviamente.
"Sì..."
"Come stai?"
"Sono stato meglio. Sai, il fatto di essere ansioso non aiuta in queste situazioni."
"Dici che vi rivedrete? Harry credo voglia rivederti."
Louis avrebbe voluto rivedere Harry, questo era ovvio, ma c'era un qualcosa che non lo faceva essere del tutto tranquillo.
"Avevamo parlato di Edimburgo giorni fa, lui andrà lì... Però..."
"Però?" chiese Niall versandosi il secondo bicchiere di latte.
"Però lui poi non ne ha più parlato e io semplicemente ho evitato di insistere." mormorò Louis mordendosi il labbro inferiore.
Niall non disse niente per un po'. Fece cenno a Louis di seguirlo sul divano e accese la Play Station.
"Sai Tommo..." disse poi, "...non so come andrà a finire questa storia, però io credo che tra te e Harry sia speciale."
Louis sorrise sentendo quelle parole. Lui stesso aveva sempre percepito quel rapporto in quel modo, ma un conto era viverlo all'interno, un conto era avere il parere di qualcuno che vedeva la cosa obiettivamente.
"Ti brillano gli occhi quando lo guardi." continuò Niall serio.
"Quando mi guardi mi sento brillare come una stella che riflette nel mare." cantilenò Louis distrattamente guadagnandosi un'occhiataccia da Niall.
"È una frase che mi dice Harry spesso."
"Capisco... Roba smielata..." lo sfotté il biondo dandogli una spallata amichevole.
"È una poesia per la mia mente." si limitò a rispondere Tomlinson.
"Basta con questi discorsi strani."
"Non trovare la scusa dei discorsi strani che ti distraggono solo perché hai appena preso un goal Nialler!"
"Oh Louis sta zitto."
Louis e Niall giocarono alla Play Station per ore, Louis aveva bisogno di tenere la testa occupata finché il riccio non si fosse fatto vivo.
La chiamata di Harry arrivò alle 17:30 mentre fuori diluviava.
Il riccio aveva chiesto a Louis di incontrarsi al campetto di cemento dove avevano passato il pomeriggio insieme la prima volta che si erano visti.
Niall prestò un ombrello a Louis e gli disse di chiamarlo dopo, aveva piacere che cenassero insieme.
Louis arrivò al campetto e si mise ad aspettare il riccio sotto la solita capannina, quella che lui adorava tanto.
"Lou! Eccomi!" esclamò Harry correndo per non bagnarsi ulteriormente.
Harry era bellissimo, ma nonostante Louis lo sapesse già, ogni volta che vedeva quegli occhi verdi sentiva un tuffo al cuore mentre lo stomaco gli si stringeva in una morsa piacevolmente dolorosa.
"Ciao Haz. Sei stanco?"
"Un po', ma avrò tempo di dormire durante il viaggio." rispose Harry prima di posare un bacio salato sulle labbra di Tomlinson.
Louis lo abbracciò e strinse la presa più che poté senza neanche rendersene conto. Probabilmente il suo inconscio agì per lui. Quella poteva essere davvero l'ultima volta in cui avrebbe potuto farlo.
"Ehi, mi mancherai lo sai?" sussurrò il riccio accarezzandogli i capelli.
"Mi mancherai anche tu Haz." rispose Louis torturandosi le pellicine delle dita.
"Scrivi di noi va bene? Poi mandami tutto."
Louis prese la mano grande di Harry tra le sue e lo guardò negli occhi, quasi come a volersi imprimere nella mente ogni sfumatura di quel verde che stava per lasciarlo.
"Promettimi che non sarai triste Louis, promettimi che ti ricorderai di tutto questo come una cosa bella."
"Tu lo farai Harry?"
Le insicurezze di Tomlinson ogni tanto tornavano a galla.
"Io lo farò. Potrei dire che siamo le persone giuste nel momento sbagliato, ma non ci credo fino in fondo. Preferisco pensare che le cose che ci capitano servono a farci crescere, in un modo o nell'altro. Mi segui?"
Louis fece un cenno negativo con il capo e la cosa fece ridere entrambi.
"Non importa, sai che ogni tanto dico cose strane. Tu adesso pensa a tua zia, fammi sapere dopo che sarai andato a trovarla okay?"
"Mi piacciono le tue cose strane Haz, e, sì, ti farò sapere. Niall ti saluta tanto."
"Salutamelo piccolo."
Il cellulare di Harry squillò e lui liquidò il tutto con un 'Arrivo'.
Harry stava per andare via e Louis sperò che una volta che gli avesse voltato le spalle non si girasse a guardarlo un'ultima volta, altrimenti lui lo avrebbe inseguito e non l'avrebbe lasciato andare via più.
Tomlinson si era ripromesso di non piangere, se lo era ripetuto mille volte quella mattina, ma quando Harry gli sussurrò quel 'Ciao piccolo.', lui semplicemente si lasciò andare e delle lacrime gli scesero giù accarezzandogli le guance morbide. Dannazione, stava piangendo come una ragazzina per un ragazzo che in dieci giorni era riuscito a farlo sentire una persona migliore. Si odiò per un momento, o forse per due.
"Piccolo non piangere okay? Perché se ti vedo piangere, poi piango anche io."
"Scusa, scusa è che... Non piango solo perché sono triste, piango anche perché sono davvero felice, sono felice di aver avuto la fortuna di conoscerti Harry, e scusa se adesso ti sembro un cretino, ma ti voglio bene e non vorrei doverti salutare."
Harry baciò Louis sulle labbra, poi baciò le sue lacrime, lentamente, senza fretta.
"Vai Harry, devi andare."
"Ciao piccolo." sussurrò ancora il riccio sfiorandogli la guancia un'ultima volta prima di alzarsi.
Louis sentì di nuovo quella sensazione di vuoto al petto e pregò solo che Harry andasse via in quel momento, altrimenti altre lacrime sarebbero scese sulle sue guance.
E Harry se ne andò.
Se ne andò via come se ne vanno le giornate d'estate quando le foglie diventano arancioni.
Louis guardò le sue spalle larghe e osservò ancora una volta il suo modo di muoversi sinuosamente, poi si alzò e fece qualche passo in direzione di casa, quando ad un tratto sentì l'istinto irrefrenabile di voltarsi per l'ultima volta. Fu in quel momento che lo vide. Anche Harry si era voltato. Stava in piedi, sotto la pioggia che adesso scendeva più leggera. Aveva le mani aperte appoggiate ai lati della bocca.
"Ciao coccinella." urlò, dall'altra parte del parchetto.
"Ciao farfalla." rispose Tomlinson urlando a sua volta.
Poi Harry sparì dietro un albero e a Louis scese un'altra lacrima mentre si apprestava ad aprire l'ombrello.
Ciao Piccolo,
Quando leggerai questa lettera io sarò già partito.
Perdona questa frase da film ma è la verità.
Scusa se non te l'ho data di persona ma tramite Niall faceva molto più 'Effetto sorpresa'.
Scrivo queste parole per te, per dirti grazie per ciò che mi hai fatto vivere in questi giorni che abbiamo passato insieme.
Mi mancherai Louis, ti sto guardando dormire nel tuo letto e la pace che mi pervade è unica sapendo che tra poco potrò abbracciarti e bearmi dei tuoi respiri prima di addormentarmi.
Ti ho fatto una foto con il telefono, almeno domani in viaggio potrò guardarla.
Mi mancherà quello che abbiamo creato, nonostante io sappia che non cesserà solo perché saremo lontani.
Mi mancheranno i tuoi occhi azzurri che mi guardano curiosi, mi mancherà il sorriso dolce che ti nasce sulle labbra ogni volta che ti dico che ti voglio bene.
Sono passati solo nove giorni, forse dieci, ma io mi sento diverso, mi sento più grande, mi sento più coraggioso.
Non so se per te è lo stesso, non so se senti le stesse cose che sento io, ma spero, nel mio piccolo di averti donato qualcosa per cui sorridere, dei ricordi da poter custodire nel tuo cuore.
Il mio lavoro mi porta a dire addio alle persone, è così da quando sono nato. Non mi sono mai abituato a questo e probabilmente mai lo farò. Ma se c'è una cosa che ho capito qui a Doncaster è che tu per me sei un punto fermo, sei la mia coccinella sei il mio ricordo più bello.
Non posso chiederti di aspettare il domani pensando a noi perché così facendo sarei un egoista e io per te voglio solo il meglio. Fai tutto ciò che ti senti di fare dopo che me ne sarò andato, vivi ogni giorno come se fosse il più bello di tutti.
Mi mancherà fare l'amore con te Louis, mi mancherà da morire. Mi mancherà ridere con te e baciarti le labbra prima di dormire.
Scusa se mi sono dilungato troppo, spero di non averti annoiato.
Ti lascio una cosa, (Anche questa l'ho data a Niall ) ma nel caso tu non avessi voglia di usarla, ti prego giurami che non ti sentirai costretto. Me lo giuri?
Adesso ti lascio, vengo a sdraiarmi accanto a te. Ti guarderò un po' prima di dormire. Tu non lo sai ma io lo faccio sempre, è una cosa che adoro fare perché quando dormi sei bellissimo.
Quando mi guardi mi sento brillare come una stella che riflette nel mare.
A presto Louis
Tuo Hazza.
Louis rilesse la lettera altre due volte, poi si girò in direzione di Niall.
"Dice Harry che hai un'altra cosa per me."
"Sì, tieni." rispose Niall porgendogli un pacchettino.
Louis lo scartò e lo stupore si fece strada sul suo volto.
"Non posso crederci!" esclamò.
"Credici amico." disse il biondo dandogli una pacca sulla spalla.
'Ho prestato le mie lacrime al cielo oggi vedendoti andare via, ma il cielo non è riuscito a tenerle tutte e me le ha fatte riavere, per questo sta piovendo prima di cena.'
Immensamente grazie a voi, che mi avete seguita fino al 30esimo capitolo.
Davvero grazie.
A Presto
Shumani Tutanka Oh Wha Chi
STAI LEGGENDO
You're Poetry For My Mind
Fiksi PenggemarHarry Styles è un ragazzo che viaggia per l'Europa con il Luna Park dei suoi genitori. Ha 17 anni, adora sparare, e non ha ancora trovato un posto che riesce a chiamare 'Casa'. Si sente solo da una vita intera, ma un giorno, durante una tappa del su...