——— Annette ———
Aveva provato timore per tutta la durata del viaggio.
Timore che non avrebbe visto un volto familiare oltre a quello del suo accompagnatore per un tempo indefinito. Un tempo che non sapeva neanche come avrebbe affrontato.
Lei, circondata da sconosciuti che la fissavano in un luogo altrettanto sconosciuto.
Era spaventata.
Ma il suo volto si ereggeva fiero, senza mostrare neanche un grammo di quella paura che la scuoteva dall'interno.
Erano arrivati al "luogo sicuro" di cui aveva parlato Bucky.
Peccato che in quelle mura tutto sentiva tranne che sicurezza.
Soprattutto in quelle circostanze, da sola.Bucky era sparito.
Dopo che avevano varcato le porte di quella imponente città circondata da immense mura che descrivevano il suo incolmabile potere, lui si era allontanato.
L'aveva visto raggiungere a grandi falcate un uomo dalla carnagione scura ed entrambi, poi, si erano diretti dalla parte opposta alla sua con una certa fretta.Lei, invece, ancora colma di dubbi e domande, era stata accompagnata da quelle che aveva dedotto fossero delle guardie, in una sala a dir poco gremita di persone.
Di nuovo, non le era stato dato modo di comprendere nulla.
Il chiacchiericcio costante premeva nelle sue orecchie ancora desiderose di silenzio.
Quello stesso silenzio nel quale lei e Barnes si erano cullati nelle ultime ore di viaggio.
Erano stati bravissimi ad ignorarsi.
Come se ignorare tutto ciò che avevano sentito, tutto ciò che avevano condiviso negli ultimi giorni intrisi di paura, rabbia e .. desiderio, potessero svanire con un semplice e assurdo silenzio.Avevano preferito entrambi la strada più facile.
Quella di ignorarsi.
Lei per paura di conoscere una verità scomoda sulla notte scorsa e lui per chissà quale motivo che non le era ancora chiaro.
I lividi ancora presenti sul corpo le dolevano.
E al ricordo di essi, un nervosismo nacque prendendosi il proprio posto accanto alle altre emozioni negative.Da quando si era seduta ad uno dei tavoli che aveva trovato vuoto, non aveva fatto altro che incrociare occhi curiosi e bisbiglii fastidiosi.
L'ambiente attorno a sé era molto vasto, illuminato grazie alle ampie vetrate che accoglievano i raggi del sole che le illuminava il viso come una dolce carezza.Un sospiro era uscito con forza dalle sue labbra, nel cercare di comprendere cosa diavolo potesse fare in quella situazione che non corrispondesse nel creare guai.
Doveva respirare. Con calma.
E non pensare troppo.
Sapeva che creare danni era l'ultima cosa che avrebbe giovato alla situazione.E poi, un suono diverso dagli altri, attirò finalmente la sua attenzione.
Posó lo sguardo in fondo a quella sala che aveva appena accolto un'uomo, riconoscendo in lui la persona che Bucky aveva raggiunto poco prima di sparire all'entrata della città.Si soffermò ad osservarlo, mentre lui si avvicinava a lei senza troppi indugi.
Era alto, lo sguardo trapelava soltanto severità e il modo nel quale tutti si inchinavano al suo passaggio le aveva fatto comprendere ora più di prima che si trattava di qualcuno di importante.
Un pezzo grosso.Ma di Bucky, ancora, nessuna traccia.
Il modo nel quale, una volta posto di fronte a lei, le trapassò con lo sguardo l'occhio colpito dall'eterocromia la fece sorridere leggermente.
Perché era proprio con quella parte di sé, calcolatrice e insubordinata, che avrebbe avuto a che fare prima di ogni altra cosa.Lei, a differenza degli altri non si era alzata.
Non aveva chinato la testa.
Anzi, aveva alzato maggiormente il mento sostenendo senza problema alcuno il suo sguardo.
Con ancora quel mezzo sorriso che le adornava le labbra rosee.
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INHUMAN | Bucky Barnes
Fanfiction"E così, saresti tu. La mia guardia del corpo." "A quanto pare." "E quanto pensi di durare?" "Più di quanto immagini." -- "Lei sapeva essere tutto ciò che riempiva quei maledetti contorni. Lei non era contorno, era essenza. E più la respiravo, più...