6. Sensazioni

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I suoi occhi eterocromi erano impegnati ad osservare la situazione che si stava creando.
Sembrava quasi scocciata per l'interruzione del suo ex fidanzato, ma quel sorriso che le adornava le labbra diceva tutt'altro.
Come se si aspettasse qualcosa che l'avrebbe fatta divertire.

Un Bucky incazzato, ad esempio.

"Non ora, Nate. Sono occupata."

Ecco uno dei motivi per il quale Nate non aveva superato la loro rottura; perché era stata improvvisa e non condivisa.
E si sa, gli uomini sono in grado di creare una vera e propria ossessione per chi li rifiuta.
E Anne era maledettamente brava nel diventare l'ossessione di qualcuno.

"Non mi sembri occupata, perché non vieni a fumare una sigaretta?"

"Ho detto di—"

"Ha detto di essere occupata."

Nella stanza calò il silenzio.
Bucky aveva letteralmente attirato l'attenzione di tutti in quella stanza, solo grazie a quelle parole.
Grazie alla sua voce.

"E tu saresti?"

Nate lo stava osservando, finalmente l'attenzione su di lui e non più su di se, mentre lei si godeva quel momento.
Perché nonostante le circostanze, poteva aspettarsi un Bucky pronto a mettere al suo posto persino un arrogante Nate.

"La persona con la quale Anne è occupata."

Porca puttana.

Anne si alzò in piedi, avvicinandosi ad un Bucky che adesso la stava scrutando infastidito, mentre il resto delle persone, tra cui Nate, erano rimaste semplicemente in silenzio.
Sentì quando il soldato le osservò l'occhio colpito dall'eterocromia in un espressione particolare. Sembrava la stesse ammirando.

"Andiamo, per favore."

Sussurrò, vicino al suo volto, prima di girarsi e recuperare la sua borsa e ciò che aveva sul tavolo.
Accennò ad un saluto verso Rosa, prima di ritornare con l'attenzione verso Bucky.
Che era rimasto esattamente al suo posto, fermo a fissare i suoi movimenti.
Solo quando ella le afferrò il tessuto della giacca per farsi seguire, lui acconsentì. Senza dire nient'altro.

Quando si ritrovarono all'aria aperta, Anne fece un profondo respiro, girandosi verso il ragazzo prima di proferire parola.

"Sentiamo, per quanto tempo sarò occupata con te?"

Un sorriso divertito sulle labbra e le sopracciglia leggermente alzate, in un espressione divertita ma curiosa.
Ciò che la stupì fu vedere l'uomo ricambiare quel sorriso, inaspettatamente.

"Non mi piacciono i ragazzini maleducati, Anne. O quelli insistenti."

"Beh, direi che ne hai dato dimostrazione."
E così continuò ad osservarlo, notando cose di lui con degli occhi diversi.
Perché per quanto l'avesse voluto odiare, essendo la guardia del corpo che non l'avrebbe più lasciata alla sua libertà, in quel momento lo stava facendo sorridere.
E inutile era non pensare che avesse un bellissimo sorriso, come era inutile non ammettere che Bucky era affascinante. Tutto di lui lo era.
Odiava il fatto che suo zio non avesse scelto un vecchio brontolone come sua guardia del corpo.
Forse avrebbe reso tuttopiù semplice.

Quel sorriso le era rimasto impresso sulle labbra anche quando si ritrovò di fronte ad una moto.
E lì, però, sgranò gli occhi prima di fissare Bucky.

"Aspetta — questa è tua?!"

Bucky non perse tempo nel dargliene conferma quando afferrò il casco dal manubrio, per indossarlo.

"A quanto pare."

Le fece l'occhiolino, divertito.

Ed Anne ebbe l'ennesima conferma.
Un vecchio brontolone avrebbe reso sicuramente tutto più semplice.

——

Il vento la raggiungeva con forza, inchiodava le lunghezze dei suoi capelli lasciate libere dal casco e la velocità la faceva sentire viva.
Bucky non aveva avuto alcun problema nell'accontentare la sua richiesta di andare più veloce.

Anne amava le moto, nonostante non ne avesse mai provata una. Ma era certa che la sensazione che si aspettava di provare fosse gran lunga più mediocre di ciò che stava realmente provando adesso.
Sentiva l'adrenalina.
E Bucky era attento nel non farla sentire insicura neanche per un istante.

Lei gli aveva appoggiato le mani sulla pancia, per tenersi e lui le teneva sempre una mano sul ginocchio.
Un ginocchio che era scoperto dalla gonna che portava.

Ella sorrise, chiudendo gli occhi per un istante.

"Tutto bene?"

E nonostante i caschi, nonostante il vento e il rumore del motore, sentì la sua voce.

"Dio, si."

Era piuttosto sicura di averlo sentito ridere per il leggero tremore che fecero i suoi addominali.
Lì sentiva contrarsi sotto le dita e questo le bastava per adorare ancor di più quel momento.

Notò la mano di Bucky allontanarsi dal proprio ginocchio scoperto per appoggiarsi alla propria, stringendola leggermente, per qualche istante.
Un istante che durò decisamente poco, perché l'uomo fu costretto a riportare entrambe le mani sul manubrio mentre rallentava, ormai raggiunta la Stark Tower.

Quando il rombo del motore cessò, segno che realmente quel momento era finito, Anne cercò di togliersi il casco.
Invano.

"Ma come si tira via questo—"

"Ferma, ti fai solo male così."

Bucky era sceso dal veicolo, lei ancora a cavalcioni su qust''ultimo.
Incrociò così i suoi occhi, ringraziando il cielo che indossasse ancora il casco perché era certa di essere arrossita.
Lo capiva dal calore sul viso.
Perché? Perché Bucky la stava guardando in un modo strano, particolare, intenso. Un modo che la agitava.
Forse doveva iniziare a contare le volte in cui non si sentiva agitata quando era con lui, le avrebbe apprezzate tutte.

L'uomo avvicinò le mani al cinturino del casco, slacciandolo prima di aiutarla a sfilarle quest'ultimo.
Lo appoggiò sul posto in cui lui stesso era seduto poco prima, continuando ad osservarla.
Ella cercò di dare un senso ai propri capelli scompigliati, mentre lui non si fece alcun problema nel portarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Si sentì accarezzare e non poté far altro che sorridere.

"Grazie."

Un sussurro.
Ed entrambi rimasero così, ad osservarsi. Come se stessero cercando di leggersi dentro, dove si trovavano parole e frasi confuse.
Perché lei così si sentiva, agitata e confusa.

Perché mi deve guardare così?

Il suono di un clacson ridestò Bucky da chissà quali pensieri, mentre si schiariva la voce e si allontanava dal suo corpo.
Solo adesso si erano realmente accorti di quanto fossero stati vicini.

"Tuo zio ti aspetta all'ultimo piano - io devo andare."

Ed ecco che, proprio sotto ai suoi occhi attenti, lui ritornava ad essere quello di sempre.
Una semplice guardia del corpo che rispettava le regole e seguiva gli ordini.
Anne sorrise con una leggera punta di amarezza, prima di scendere dalla moto tenendo gli occhi fissi su di lui.
Peccato che il suo sguardo non era più suo.

"Grazie, Bucky. Ci vediamo dopo."

Lo disse con naturalezza, mentre si sistemava il tessuto della gonna sulle gambe e si allontanava da lui.

"Non ci sarò dopo. Tuo zio già sa - verrà Steve per oggi."

Quelle parole l'avevano fatta ritornare su di lui, sorpresa.

"Buona giornata, Anne."

La giovane ricaambiò il saluto con un lieve cenno, incrociando l'ultima volta il suo sguardo, prima che lui si allontanasse di nuovo in sella alla sua moto.

E se la sua giornata sarebbe stata invasa dai suoi occhi blu e dal suo sorriso, non sapeva esattamente quanto buona o tranquilla sarebbe stata.

INHUMAN | Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora