Quando dentro la sua testa iniziò ad avere la certezza di essere stremata, si rese realmente conto di quanto in tutti quegli anni i suoi "allenamenti" fossero il nulla paragonati a ciò che Bucky le aveva fatto fare in tutte quelle ore.
Eppure non avrebbe mai pensato di essere così tanto indietro con la resistenza sul suo corpo.Ma i muscoli delle gambe e delle braccia che le dolevano dicevano tutt'altro.
"Forza, Anne. Non fermarti. Abbiamo quasi finito."
Quelle parole dette con calma da Bucky le fecero uscire un gemito di dolore dalle labbra, prima di dare l'ultima spinta con le gambe contro quel dannato attrezzo.
E poi si era lasciata andare, in un sospiro di sollievo, distesa su quella panchina con uno sguardo stanco e l'infinito bisogno di bere dell'acqua.
Erano lì dentro da ore, aveva fatto alcuni minuti di pausa ma Bucky continuava a ripeterle che mancava poco, di non fermarsi. E siccome non poteva far altro che fidarsi di lui, aveva continuato fino allo sfinimento.
Avevano lavorato sulla forza fisica, Bucky le era sempre stato vicino e non l'aveva mai lasciata da sola mentre faceva un esercizio.
E di questo l'avrebbe ringraziato più tardi. Perché se non fosse stato per la sua costanza, solo dopo 1 ora lei si sarebbe fermata.
Ma lui non l'aveva permesso. Solo adesso le stava lasciando tregua, dopo sei ore di allenamenti.
Lo sentì allontanarsi da dietro di sé e si schiarì la voce, alzandosi dalla panca.Cazzo, che dolore alle gambe.
I suoi occhi erano chiusi in un espressione di dolore, mentre si appoggiava allo schienale della panca e sospirava con forza.
"E' assolutamente normale.."
E con parole dell'uomo lo aveva sentito cingergli i fianchi con il braccio sinistro.
Un brivido percorse la sua schiena mentre riapriva gli occhi e li puntava per terra."Vieni - devi bere e rilassare i muscoli."
"Ho la strana sensazione che domani non riuscirò a muovermi dal letto.."
Disse quelle parole con sofferenza, mentre circondava le spalle di Bucky con un braccio per farsi aiutare a raggiungere le panchine verso l'uscita della palestra.
Bucky non rispose alle sue parole, si era solo lasciato sfuggire un lieve sorriso, che la ragazza non aveva visto.Una volta raggiunta la panchina si era seduta su quest'ultima, con un sospiro, guardando Bucky negli occhi in un espressione stanca.
"Ogni quanto dovremmo fare tutto questo?"
Bucky distolse lo sguardo da lei mentre si occupava di andare a sistemare gli attrezzi e riporli al suo posto. Non gli aveva risposto e questo la fece sospirare di nuovo con forza.
Se l'avessero pagata per tutti i sospiri che le uscivano dalla bocca in una giornata, sarebbe diventata ricca nel giro di 2 giorni.
Quel pensiero la fece sorridere.
"Vado a farmi una doccia, se vuoi lo spogliatoio delle donne è a destra della porta d'emergenza."
Alzò lo sguardo verso l'uomo, ascoltando le sue parole che la portarono ad alzarsi dalla panchina e seguirlo verso l'uscita.
Sarà stata la stanchezza, sicuramente quella, che non le aveva fatto render conto che lo stava letteralmente seguendo.
Il suo sguardo vacuo divenne accigliato quando Bucky fermò i suoi passi, girandosi a guardarla con un ghigno divertito sul volto."Anne..."
Lo vide avvicinarsi e lei fu troppo lenta per non permettergli di spostarle una ciocca di capelli dal viso per porla dietro l'orecchio. Stava ancora sorridendo. E questo le fece mancare il respiro per un attimo.
Perché si, sempre per colpa della stanchezza, faceva fatica a non distogliere lo sguardo dall'uomo attraente e sudato che aveva di fronte.
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INHUMAN | Bucky Barnes
Hayran Kurgu"E così, saresti tu. La mia guardia del corpo." "A quanto pare." "E quanto pensi di durare?" "Più di quanto immagini." -- "Lei sapeva essere tutto ciò che riempiva quei maledetti contorni. Lei non era contorno, era essenza. E più la respiravo, più...