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Appena Minho rientrò nella sua camera, si rese conto di non essere solo.
-Che ci fai qui?-
Hyunjin alzò le spalle, fintamente perplesso. -Secondo te?-
-Deve essere qualcosa di davvero importante se sei arrivato fino a Gimpo-
-Mi mancavi, dolce hyung- gli rispose il moro con la vocina sciocca.
Minho sbuffò fuori una risata, scuotendo la testa.
-Certo, ci credo proprio-
-Vieni qui, fatti dare un bacetto-
-No no no-
Minho cominciò a correre per la stanza, come per salvarsi la pelle, mentre Hyunjin lo inseguiva ridendo come un maniaco. In altri contesti il corvino doveva essere inappuntabile, ma con lui, così come con Felix, poteva permettersi di essere spontaneo ed era grato di quella possibilità.
Suo padre non aveva amici, non si fidava di nessuno, stava spesso solo e gli aveva insegnato che quello significava essere invincibile, ma Hyunjin pensava che quel modo di vivere fosse davvero triste: era felice di avere due persone con cui poteva illudersi di essere...un ragazzo comune.
Minho afferrò un cuscino e glielo lanciò, sperando di colpirlo in faccia, ma Hyunjin aveva dei riflessi incredibili, dettati da anni ed anni di preparazione atletica e arti marziali: da quando si conoscevano non era mai riuscito a batterlo.
Il corvino, infatti, riuscì a recuperare quel cuscino al volo ed accelerò il passo, fece uno sgambetto al ragazzo più grande e glielo premette sul volto.
Minho cercò di divincolarsi, ma l'amico era a cavalcioni su di lui e lo teneva costretto con il suo corpo, quindi non riuscì a liberarsi. L'aria cominciava a mancargli, perciò unì il pollice all'anulare e sventolò la mano in aria, al che Hyunjin subito ridusse la pressione. Era il loro gesto di arresa, fin da bambini: erano sempre stati talmente tremendi, costantemente impegnati a fare la lotta o cose pericolose, che un segno di tregua era risultato necessario per la sopravvivenza di entrambi.
-Sei sempre più lento, hyung- disse Hyunjin, spostandosi, mentre Minho si toglieva il cuscino dalla faccia.
-È una novità?-
-No, me lo aspettavo. Non sembri più così coinvolto negli affari di famiglia. Suppongo che ti alleni sempre meno-
Il ragazzo dai capelli viola annuì. -Qualche volta mio padre è costretto a chiedermi di fare qualcosa, ma fortunatamente ho molto tempo libero-
Hyunjin fece un ghigno, al quale Minho rispose con un sopracciglio rialzato.
-Che c'è?-
-Così hai tempo per spassartela con il tuo amichetto-
Lo sguardo di Minho si fece tagliente. -In che senso?-
-Mentre venivo a casa tua, ti ho visto in bici con un ragazzo castano. Da come ti stringeva suppongo siate...molto intimi-
Il ragazzo dai capelli viola si alzò di scatto per riappoggiare il cuscino sul suo letto e pensare ad una possibile risposta, mentre il suo cuore batteva così furiosamente da rischiare di uscire dal petto.
Che idiota che era stato! Era convinto che sarebbe riuscito a tenerlo nascosto per sempre.
-Mi hai confuso con un'altra persona- tentò di dissimulare.
Hyunjin ridacchiò, una risatina sarcastica ma non malevola.
-Ehm no. Sono sicuro di ciò che ho visto: non mi sfugge mai niente... E vi ho fatto una bella fotina. La vuoi vedere?-
Minho lo guardò con le sopracciglia aggrottate, prima di sedersi sul letto, coprendosi il volto con le mani. Il silenzio li avvolse, cupo. Non c'era incantesimo che potesse far dimenticare a Hyunjin quello che aveva visto.
-Hyung, non preoccuparti, mica vi ostacolo. Lo giuro- gli disse il corvino, sedendosi accanto a lui ed appoggiandogli una mano sulla spalla.
-Puoi evitare di dirlo in giro? Nessuno deve saperlo- lo pregò Minho.
L'amico sospirò. -Dal portone davanti il quale l'hai lasciato e dal fatto che stai cercando di nascondere la vostra relazione, deduco che i tuoi non lo sappiano, che lui non faccia parte di questi giri, ma soprattutto che non sappia niente di te-
L'occhio di Minho fece capolino tra le dita, eloquente.
-Con tutti quelli che ti potevi scegliere...-
-...Lo so-
C'era sempre stata una vocina nella testa di Minho che lo rimproverava di quelle scelte: "non andare davanti alla sua università", diceva, "non parlargli", "non invitarlo ad uscire", "non baciarlo", "non innamorarti di lui"; non era mai riuscito ad obbedirle. Han lo aveva sempre attirato come un magnete, da quando per la prima volta aveva posato gli occhi su di lui.
-Lo so, è un casino- si lagnò il ragazzo dai capelli viola.
-Solo un po'. D'altronde tuo padre è costantemente impegnato, quindi non penso che se ne accorgerà così facilmente-
-Beh, tu l'hai scoperto subito-
-Che c'entra? È stata una casualità...e poi sono il tuo migliore amico. Avevi intenzione di non dirmelo?-
Minho sorrise a trentadue denti, innocente come un angioletto biricchino. Hyunjin alzò gli occhi al cielo: non era arrabbiato, probabilmente nei suoi panni avrebbe reagito allo stesso modo. Minho era solo estremamente riservato e prudente e faceva benissimo a tenere il suo ragazzo lontano da tutto quello.
-Come fai a sapere se una persona è quella giusta?-
-Oddio hyung, ma che domande mi fai?- lo rimproverò il corvino.
-Che vuoi, tu e Felix state insieme da cinque anni. Lo saprai, no?-
Hyunjin rimase in silenzio. Minho aveva un cuore grande e si incaponiva spesso con pensieri profondi, la morale, i sentimenti, ma lui non si riteneva così bravo a farlo: preferiva lavorare di testa più che di cuore. Era più facile.
-Penso lo sia- mormorò Hyunjin.
-Cosa?-
-Quello giusto-
Minho lo fissò in attesa che elaborasse. Il volto dell'amico era concentrato, come se stesse prendendo fiato per immergersi negli abissi dei suoi sentimenti, sempre così inespressi e celati.
-Siamo compatibili: era già coinvolto dai nostri giri, ci sopportiamo, i miei lo approvano, è pure un bel ragazzo quindi...-
Il ragazzo dai capelli viola sbuffò, interrompendolo. -Stai parlando in modo troppo razionale. Cosa provi per lui, se dici che ci resteresti tutta la vita insieme? Cos'è davvero per te?-
Hyunjin mandò giù della saliva. Parlare di quelle cose lo faceva sentire a disagio: non era assolutamente abituato a pensarle, figurarsi a dirle.
-Io...non vedo l'ora di tornare a casa. Felix è sempre molto paziente, ma sa il fatto suo e se qualcosa non gli va bene lo fa capire chiaramente. Mette su un broncio tenerissimo, anche se in teoria dovrebbe apparire minaccioso. E quando è infastidito, le sue parole come sono taglienti. Il mio lavoro è quello che è, ma lui ha capito: abbiamo trovato dei compromessi che ci permettono di vivere la nostra relazione con serenità. Si prende cura di me. Mi fido di lui tanto quanto mi fido di te.
Voglio che stia bene, che abbia tutto quello che desidera. Con lui mi sento a casa-
Minho rimase in silenzio, soppesando le parole di Hyunjin: doveva amare Felix davvero tanto, nonostante non lo dimostrasse così apertamente. Si chiese come poteva essere il suo amico al massimo della sua emotività. Lui ne poteva vedere solo una parte, ma sicuramente Felix, in particolare in certi contesti, poteva godere di tutte le più profonde sfaccettature di Hyunjin. E Minho era molto felice che si fossero incontrati, perché anche Felix era palesemente e perdutamente innamorato. Facevano una splendida coppia, particolare ma solida.
Pregò di poter avere la stessa opportunità con Han, anche se sentiva che, per colpa sua, la loro realtà fosse basata sulla menzogna.
-Guarda che mi hai fatto dire. Sono venuto qui per tutt'altro- lo rimproverò Hyunjin.
Minho ridacchiò.
-Dimmi tutto-
Il corvino si mise a raccontare approfonditamente gli ultimi avvenimenti, tutte le sue preoccupazioni, questi dannati 14K che lo minacciavano e che secondo lui avrebbero infastidito anche i Lee, prima o poi.
-Insomma, sei in cerca di un'alleanza con la mia famiglia- riassunse Minho.
-Mi piacerebbe e penso che tu mi possa aiutare. Fammi parlare con tuo padre. Non mi prende mai seriamente quando gli chiedo udienza-
Il ragazzo dai capelli viola gli diede una pacca sulla spalla, comprensivo.
-Non dà retta a nessuno. Ti porterò direttamente da lui, ma sappi che in questo periodo sta lavorando come un matto, non so se ti vorrà ascoltare-
-Ti ringrazio, hyung. Sono davvero con l'acqua alla gola-
Minho annuì e gli diede un'altra pacca sulle spalle. Si offrì di farlo rimanere a dormire, ma Hyunjin rifiutò, promettendogli di richiamarlo il giorno dopo.
-Devo tornare a casa- affermò, sorridendo timidamente.

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