8.

561 23 4
                                    

note: miao! questo è un capitolo di passaggio però mi sono divertita davvero molto a scriverlo. in questo caso, avrei davvero voluto stare al posto di bruna per fare questa esperienza al posto suo. 

non troppe cose da dire. non ho potuto non inserire gli intercalari della mia zona, ma non credo sia niente di incomprensibile lol. nel prossimo capitolo scopriremo altre cosine ewe

qui la playlist dei brani cantati da bruna: https://spotify.link/nWP5cxyddEb


8.

Come previsto, la lezione di staging si aggiunge alla mia routine satura di cose da fare. Questo mi porta un senso di rassicurazione, dal momento che ho ancora meno tempo per pensare, quindi stamattina mi sono svegliata più tranquilla del solito. Ho fatto tutte le mie cose, tra cui curare i capelli con la maschera gialla per ravvivare il colore, e poi sono andata a lezione.

Ho provato alcuni brani, e ho iniziato a perfezionare la cover che porterò nella puntata. Stavolta voglio rielaborare un brano famosissimo della scena nu metal, per renderlo più piacevole all'ascolto e renderlo quindi fruibile da quanta più gente possibile. Talvolta smanio all'idea di portare un brano metal, ma riconosco che non tutti sono predisposti a quel tipo di strumentale, per cui mi limito ad "appesantire" il giusto che posso. La più grande difficoltà sarà suonare il pianoforte (che è lo strumento principale che voglio mantenere), dato cosa è successo dopo la morte di Alessandro.

I miei pensieri vengono fortunatamente interrotti dall'ingresso in sala di Giulia Stabile.

- Hola!

- Hola. - le faccio ciao ciao con la manina.

Ci scambiamo qualche parola, chiacchierando su robe random e nel frattempo facciamo un po' di stretching. Poi, chiaramente, si arriva al punto della situazione.

- Sento che sto tendendo la mano ma non riesco ad afferrare ciò che voglio. - Le spiego, mentre ruoto le caviglie, alternandole. - L'anno scorso sembravo un topolino impaurito, e diciamo che questa cosa l'ho risolta.

- Ma ti manca lo step successivo. - conclude lei al posto mio.

- Esatto.

- Mettiamo un po' di musica. Voglio che ti lasci andare. - Inizia lei, indirizzando il telecomando verso lo stereo. - Dài, dài. - mi esorta, e inizia a muoversi a tempo di musica. Mi prende per le mani e mi trascina al centro della sala. La sua ridarella inconfondibile mi contagia, per cui comincio a ridere anch'io.

La seguo, imitando i suoi movimenti e facendo ondeggiare i miei capelli. Non so come, ma sembra che la musica prenda a scorrermi su tutto il corpo, per cui non riesco a fare a meno di muovermi, agitando ora i fianchi, ora muovendo le braccia, ora alternando dei passi con le gambe.

- Oh, ma sei brava te! Ma facevi danza?

- Io no. Mio fratello. Capitava che lo accompagnassi in discoteca a volte insieme ai suoi amici, ero l'autista personale. Mi ha insegnato alcune cose. - le spiego

- Vediamo, vediamo! - ripete entusiasta.

- Ok, ok. Però non lo so fare benissimo. - E mi posiziono per bene, replicando al meglio che mi riesce alcuni passi del jumpstyle, puntualmente incespicando nei miei stessi piedi. - Vabbè faccio un po' schifo. - concludo.

- Ma sì, ma chissenefrega.

- Se fossi capace di dirlo io, allora la mia vita sarebbe un sogno...

- Quando vai sul palco, non c'è storia. Tu devi dare il massimo. Perché se lavori sodo in settimana, e io ti vedo ché sei sempre qua, poi non è giusto che vai lì davanti ai giudici e fai la metà. - Spiega, spronandomi a non smettere di ballare. - Quello è il tuo momento per far vedere agli altri chi sei. E non te ne devi vergognare. Sbagli? Fa niente! Non può essere sempre tutto sotto controllo, in certe situazioni devi lasciarti andare.

YELLOW PERSON [LIL JOLIE] #Amici23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora