Capitolo 28: Un incontro a lungo atteso

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Note:

Attualmente in ascolto: " Bad Before Good" Day One


24 aprile 1999

Draco

Una settimana dopo che Hermione aveva chiuso la relazione con Draco, quest'ultimo si trovava in un perenne stato di dolore, o almeno così aveva deciso di chiamare il doloroso vuoto, l'insaziabile mancanza che sentiva nelle viscere. Sapeva che la colpa era solo sua, che aveva rovinato tutto. I "se solo" erano i suoi compagni costanti: se solo avesse confessato prima, se solo non avesse perso tempo a deprimersi, se solo fosse stato abbastanza forte da fermare le cose con Hermione quella notte nella Stanza delle Necessità. Questa volta non c'era nessun altro da incolpare. Nessun mago oscuro senza naso, nessun Terry dannato Boot, nessun ricatto dei Parkinson. Era un sentimento orribilmente detestabile, questo senso di colpa.

Theo era stato abbastanza gentile da non metterci un "te l'avevo detto" quando Draco aveva raccontato quello che era successo con Hermione e aveva svelato tutta la farsa con Pansy, apparentemente soddisfatto di dare a Draco solo una botta in testa, ma nessuno dei due era veramente necessario. Theo glielo aveva detto, e Draco sentiva già un martellamento nel cranio non aiutato dal palmo di Theo.

Se c'era un punto positivo, era che Pansy mostrava già segni di ripresa. L'effetto della maledizione si era attenuato poche ore dopo aver scritto ai suoi genitori. Sebbene fosse ancora particolarmente stanca e, il più delle volte, rimanesse a letto tra una lezione e l'altra, le era tornato un po' di colore sulle guance e l'oscurità si era ritirata dalle vene, ma la cosa più sorprendente era il suo rinnovato calore verso di lui.

Forse desiderava il cameratismo, l'unione di tutti, ma si ritrovò seduto accanto a lei nel dormitorio mentre sorseggiava il brodo tiepido che le aveva portato dalla Sala Grande. Un Blaise ancora scontroso li controllava da un angolo, con le braccia conserte. Pansy disse: "Non c'è davvero bisogno che ti preoccupi per me, Draco. Sono perfettamente in grado di mangiare da sola".

"Non sappiamo ancora abbastanza di quella maledizione del sangue. Non voglio correre rischi".

Schioccò la lingua. "Come se potesse succedere qualcosa con voi due come supervisori. Suppongo di dover ringraziare che non mi abbiate ancora seguito al gabinetto".

Dall'angolo, Blaise brontolò, come se lo avesse preso in considerazione e non fosse ancora convinto che non fosse una buona idea. Pansy alzò gli occhi al cielo e bevve un altro sorso della sua zuppa.

A Draco tornarono brevemente in mente i vecchi tempi, le vacanze nella villa di Blaise sulla costiera amalfitana, le serate trascorse distesi nei giardini dei Parkinson, ma purtroppo nemmeno questa riunione riuscì a risollevare completamente il suo spirito. Con le parole devastanti di Hermione che si ripetevano nella sua mente - non mi piace chi sono quando sono con te - ci volle tutto quello che aveva per non rinchiudersi nei confini del suo letto, non desiderando altro che marcire nella sua prigione coperta di tende. E probabilmente lo avrebbe fatto, se non fosse stato per l'incontro con sua madre quella sera.

Il ricordo suscitò quasi un gemito, e scacciò con forza la tristezza, spingendola dietro le mura dell'Occlumanzia, nel tentativo di schiarirsi le idee. Questo incontro era troppo importante per lasciarsi distrarre dall'autocommiserazione. con Hermione nel quadro o no, c'era ancora la maledizione del sangue da affrontare e Narcissa era la loro migliore possibilità di risolverla.

Si staccò dalle sue fantasie interiori e lo sguardo cadde su Blaise che osservava ogni mossa di Pansy come se fosse una cerva che lui aveva paura di spaventare, il che rendeva in qualche modo ridicoli i tentativi di Pansy di fingere di non averlo notato. Draco si sentiva come se si stesse intromettendo.

REVERLY (traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora