Note:
Attualmente in ascolto: "Song About" Jeff Pianki
Hermione
Hermione non ricordava granché dopo lo svenimento.
Così, quando si svegliò, i ricordi che le si affacciarono inizialmente furono solo le raffiche di vento contrario e il terrore che le attanagliava la gola. Un terrore che ora era sparito, si rese conto, ancora sul fondo della caverna, avvolta tra le braccia di Draco.
Lui sembrò rinvenire nello stesso momento in cui lo fece lei, con gli occhi che si aprirono in preda al panico. La afferrò prima che lei potesse sbattere le palpebre, afferrandole entrambi i lati della testa, con un'espressione frenetica.
"Sto bene", disse lei in fretta, allungando la mano per toccargli il viso quando i suoi occhi rimasero inquieti. "Sto bene, respiro ancora".
L'accettazione arrivò lentamente e, quando ciò accadde, lui rilasciò un pesante respiro, facendo ricadere la testa sul terreno. Il suo petto si alzava e si abbassava con respiri ponderati e regolari. Sembrava quasi che lei potesse sentire la tensione allentarsi dentro di lui.
Lei si bloccò. Non quasi. Era esattamente quello che stava sentendo.
Cercò dentro di sé e trovò qualcosa che prima non esisteva, una corda spessa e intrecciata - no, non intrecciata, forgiata - con fili d'argento e d'oro. In realtà non era visibile, non poteva vederla, ma sapeva che era lì, come avrebbe fatto con un organo o un osso, forse anche di più. C'era e non c'era. Invisibile ma forte. Ne seguì la lunghezza fino all'altra estremità, quella che inevitabilmente portava... a Draco.
Sapeva cos'era senza doverlo chiedere.
Un legame dell'anima.
Sentì le sopracciglia sollevarsi per la sorpresa, mentre Draco la guardava con una punta di preoccupazione. "Abbiamo...?" chiese lei.
Lui deglutì e annuì. "Non sapevo come altro salvarti", disse. "Dovevo... cioè... dovevamo farlo".
Noi. Perché un legame d'anima non era un legame a senso unico; era una scelta, ricambiata per definizione. Anche se non ricordava altro che la tempesta che infuriava intorno a loro, non ricordava altro che il terrore di perdersi per sempre, verso la fine, tra le linee dell'esistenza e non, aveva sentito... qualcos'altro. Non un qualcos'altro senza nome.
Lui.
Draco.
Il suo subconscio aveva preso il sopravvento, lo aveva raggiunto come lui aveva raggiunto lei, creando qualcosa di nuovo.
Qualcosa di terrificante. Qualcosa di selvaggio. Loro.
Il presente era una cosa tenue, fatta di sguardi cauti e respiri tremanti. "Che cosa significa questo?", chiese lei.
"Non lo so", rispose lui.
Nei suoi occhi c'era ancora una preoccupazione che lei credeva di capire. Poteva sentirla lei stessa, non solo un riflesso della sua, che ardeva accanto a lui, ma della loro.
Lei gli passò il pollice sulla pelle morbida delle tempie, offrendogli il conforto che poteva. All'improvviso lui la tirò a sé, colmando la striscia di spazio che li separava, con un bacio sulla fronte.
Tra le sue braccia, lei si stiracchiò e solo allora si rese conto del numero che era stato fatto al suo corpo. Ogni singolo osso sembrava scricchiolare e dolere come se fosse stata calpestata da un centauro, da un'intera mandria. Si sentiva stranamente delicata, come se fosse sul punto di liquefarsi. Era come se i legami che tenevano unite le sue cellule fossero instabili a causa dell'enorme quantità di magia che l'aveva attraversava.
STAI LEGGENDO
REVERLY (traduzione)
FanfictionDopo la fine della guerra, Hogwarts istituì una nuova tradizione: veglie settimanali per promuovere l'unità e onorare i caduti. Il corpo studentesco... non condivideva la stessa riverenza. Gli insegnanti le chiamavano Veglie della Memoria. Gli stude...