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18 agosto 1999
Hermione
Hermione non era mai stata ad Azkaban, ma ne aveva sentito le storie.
Quelle che descrivevano quanto fosse peggiore prima della fine della Guerra e della conseguente messa al bando dei Dissennatori. Quindi, pensava di sapere cosa aspettarsi, di aver immaginato a sufficienza che posto orribile sarebbe stato...
Si sbagliava.
Il colosso di pietra torreggiava sull'agitato mare del Nord, il cielo era grigio e coperto nonostante il tempo sulla terraferma fosse al limite del piacevole. Il gelo che si insinuava nell'acqua e nelle sue ossa, sembrava provenire dalle fondamenta della prigione stessa. E questo senza Dissennatori. Hermione rabbrividì.
Draco le lanciò uno sguardo preoccupato mentre scendevano dalla passerella del traghetto. Lei gli fece un cenno di lasciar stare, stringendo forte il mantello intorno a sé. Erano gli unici visitatori oggi, gli unici passeggeri della nave solitaria, con i denti che battevano contro gli spruzzi gelidi e il vento pungente. Capiva perché la richiesta di visite era bassa. Per un breve momento pensò a quanto dovessero sentirsi soli i prigionieri. Il pensiero la fece sentire ancora più vuota, perché non si immaginava i Mangiamorte sogghignanti, ma persone come Hagrid o addirittura Sirius.
Che posto miserabile.
Azkaban sembrava avere lo stesso effetto su Draco, che si ripiegava sempre più su se stesso man mano che si avvicinavano al penitenziario e al padre che lo attendeva lì. L'espressione sul volto di lui era così stoicamente silenziosa, così dolorosamente tormentata, che, combinata con la stretta al suo stomaco, Hermione faceva fatica a credere che i Dissennatori se ne fossero mai andati. Si chiese se forse la loro essenza infestasse ancora le pietre sotto di loro, infiltrandosi nel sottosuolo roccioso di quell'isola miserabile, seminando morte e terrore per tutta l'eternità.
Il processo di check-in fu lungo e invasivo: furono confiscate le bacchette, furono sondati con rilevatori di magia oscura e vennero costretti a ingoiare pozioni che avrebbero dissolto gli effetti di qualsiasi incantesimo che alterasse l'aspetto. Furono poi sottoposti a microdosi di Veritaserum per confermare che erano chi dicevano di essere e anche a un giro di Legilimanzia leggera per buona misura.
Hermione rimase con una viscida sensazione di violazione quando fu permesso loro di entrare nell'ascensore con le due guardie che li accompagnavano. Cercò di riportare il calore nelle sue braccia mentre venivano portati in alto, verso le celle di massima sicurezza. Draco le stava vicino per offrirle una qualche forma di conforto, ma anche lui sembrava visibilmente scosso, più di quanto lei lo avesse mai visto.
Stai bene? mimò lei con le labbra
La sua unica risposta fu un brusco cenno del capo. Si avvicinò di più, sperando che il calore di un'altra persona fosse sufficiente ad alleviare ciò che lo affliggeva. Non ebbe modo di stabilire se avesse funzionato; lui rimase immobile come una statua, con il volto di pietra indurito.
Anche se stavano affrontando Lucius come un fronte unito, avevano deciso di comune accordo che presentarsi come coppia era una cattiva idea. Entrambi non volendo dare a Lucius nemmeno l'illusione di poter fare leva su di lui, avevano concordato di mantenere i contatti al minimo. Per una volta, lei non avrebbe avuto problemi a tenere le mani a posto, tanta era l'aura di Azkaban. L'aria stessa scoraggiava la connessione, emettendo una tale disperazione che le faceva desiderare di ripiegarsi su se stessa e di allontanarsi dal mondo che la circondava.
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REVERLY (traduzione)
FanfictionDopo la fine della guerra, Hogwarts istituì una nuova tradizione: veglie settimanali per promuovere l'unità e onorare i caduti. Il corpo studentesco... non condivideva la stessa riverenza. Gli insegnanti le chiamavano Veglie della Memoria. Gli stude...