Capitolo 39: Possesso

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Note:

Attualmente in ascolto: "Fearless" Lunelle


17 luglio 1999

Hermione

Hermione si svegliò con un calore che era triplice. Il primo era dato dalla sensazione delle lenzuola, che si erano modellate sulla sua forma durante la notte, creando una fascia di calore che la avvolgeva. Il secondo era dato dal sole, che filtrava dalle finestre e splendeva così intensamente sul suo viso che poteva sentirne il peso anche a occhi chiusi. Il terzo era il più importante dei tre, quello che sembrava posarsi su di lei e scongelare il sangue stesso nelle sue vene, la costante tranquillità derivante dall'uomo accanto a lei.

Draco dormiva ancora, i suoi respiri regolari si alzavano e si abbassavano, un morbido solletico contro la fronte di lei; erano avvolti l'uno nell'altro come se fossero cellophane. Erano stati così tutta la notte.

Si passò una mano tra i capelli e sentì le nocche impigliarsi nei nodi. Inzuppati dalla pioggia, scompigliati dalle lenzuola, non aveva fatto loro un favore. Voleva gemere al pensiero di dover districare i grovigli. Fece un tentativo di lisciarli, improvvisamente un po' in imbarazzo per il suo aspetto.

La mano di Draco scattò e le fermò il polso, e fu allora che notò che i suoi occhi erano leggermente aperti, con un piccolo sorrisetto sulle labbra. "Non osare", mormorò.

"Sono un disastro", protestò lei.

"Mi piacciono così".

Lui la tirò più vicino a sé, accarezzandole i capelli, incurante della loro somiglianza con un nido di topi; li inspirò come se fossero un cuscino di piume. Lei si lasciò avvolgere, gli occhi si chiusero e i muscoli si rilassarono. Esisteva una parola che potesse competere con soddisfazione? Non sembrava abbastanza forte per descrivere il calore del suo ventre che si diffondeva su tutto il petto.

Era sbagliato sentirsi così? Arrendersi in questo modo? Sembrava quasi un'ignoranza volontaria, un egoistico temporeggiare sulle cose pesanti che sarebbero arrivate. Forse non ci era abituata; forse era questo che le faceva mormorare nel suo petto: "Abbiamo ancora molte cose di cui parlare".

Sentì il sospiro di Draco prima che iniziasse, sentì il suo petto alzarsi e abbassarsi durante l'espirazione. Lui le baciò la sommità del capo. "Lo so", sussurrò.

Lei si allontanò e lo guardò, gli occhi di lui ormai completamente aperti. Lui le prese il mento e le accarezzò la guancia con il pollice. Lei voleva chiudere gli occhi e abbandonarsi a lui, contenta di rimanere così per qualche altra ora, ma cercò di resistere. "Non so ancora cosa significhi tutto questo".

Il viso di lui si irrigidì; le sue dita si fermarono. Nei suoi occhi balenò qualcosa di simile alla paura, prima che si ammorbidissero di nuovo. "Quello che significa", disse infine, "è che hai bisogno di altre risposte. Meriti una storia completa". L'espirazione fu lunga e pesante. "Posso dirti solo una parte. Anch'io sono stato all'oscuro per un po'".

"Cosa vuoi dire?"

E così le raccontò. Di essere stato ricattato da Pansy dopo la loro prima notte insieme. Di averla dovuta guardare con Terry mentre lui si era chiuso a riccio in una prigione autocreata. Del rituale che avevano eseguito per legare definitivamente Pansy alla stirpe dei Malfoy e di tutto il resto.

Sentire tutto questo era quasi surreale. Riusciva a immaginare tutto in modo molto più chiaro ora di quanto avesse potuto fare dall'esterno, riusciva a vedere come lui avesse sofferto nel modo in cui lei aveva sofferto. La rabbia nel suo cuore non era diminuita, si era solo trasformata, reindirizzandosi verso un nuovo bersaglio, un nuovo nemico, la situazione stessa, i fattori che li avevano separati.

REVERLY (traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora