(47) 11.Una Notte da X-Men (2°parte)

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Per Zec quella visione fu al tempo stesso spaventosa ed esaltante. Non impiegò molto a comprendere di avere assunto le caratteristiche di una fenice, anzi della rappresentazione grafica della Forza Fenice dei fumetti, un potere che aveva sempre adorato.

La sensazione di dolore per quella manifestazione lo spinse però a pensare che qualcosa era diverso dalla sua immaginazione. Provò a concentrarsi e attivare i suoi poteri da Poltergeist, ma non li percepì. Erano svaniti. O forse sostituiti. E questo significava non possedere i veri poteri di Jean Grey/Fenice: telepatia e telecinesi.

«Ahi! Gli occhi!» gridò Billy e d'improvviso una doppia scia di luce rossa scaturì dai suoi bulbi oculari, diretta verso il cielo.

Zec ignorò il bruciore alle braccia e si avvicinò al fidanzato. «Calma, chiudi le palpebre» gli disse, cercando di mantenere la lucidità. «Credo di sapere cosa sta succedendo.»

Billy eseguì all'istante e i raggi ottici svanirono di colpo. «Siamo diventati i personaggi dei nostri costumi» ribatté, afferrandogli la mano.

«Qualcosa del genere» rispose.

«Billy! Zec! Aiutatemi sto andando a fuoco» supplicò Michelle.

Zec si voltò, la vide accovacciata sulle ginocchia con le braccia aperte a croce, rivelando piume fiammeggianti uguali alle sue. Tenendo stretta la mano del fidanzato, lo trascinò con sé vicino all'amica.

«Guardami Michelle, puoi controllarle» le disse con voce ferma. «Non fare resistenza e lascia che brucino, non sentirai più il dolore.»

Aveva maturato quella conclusione pochi istanti prima: occupandosi di Billy e non di se stesso, aveva percepito il bruciore attenuarsi, diventando sopportabile. Le fiamme divampate dai suoi avambracci erano ora piccole e pur mantenendo l'aspetto di ali, non avevano l'apertura di quelle di un uccello pronto a spiccare il volo.

Michelle inalò aria dal naso e la espulse dalla bocca. «Perché ci sta succedendo tutto questo?»

Billy mantenne gli occhi chiusi e le rispose: «Siamo sempre su una Bocca dell'Inferno. Qualcuno ha preso spunto dall'episodio di Halloween della seconda stagione di Buffy

«Non lo ha fatto con molta cura» precisò Zec. «I nostri poteri non sono l'esatta replica di quelli degli X-Men e i costumi non rispecchiano le stesse qualità che dovrebbero avere gli originali. Tu, per esempio, non puoi controllare i raggi di Ciclope con quel visore, non ha veramente delle lenti al quarzo rubino per trattenerli.»

«Possiamo guidarlo noi con la telepatia» intervenne Michelle.

«Non l'abbiamo. Non siamo realmente come Jean Grey e nemmeno come la Forza Fenice» spiegò Zec. «Siamo solo due tizi con le ali di fuoco.»

Michelle chiuse lentamente le braccia, riavvicinandole al busto. Le fiamme si erano allentate anche per lei e le chiacchiere con loro due dovevano averla aiutata a prenderne il controllo. «Dove sono Betty e Donovan?»

Nel trambusto, Zec aveva perso di vista i due compagni. Perlustrò con lo sguardo il marciapiede intorno a loro e intravide Donovan strisciare verso una pozzanghera. «Laggiù» indicò a Michelle. Si mosse con cautela, guidando Billy costretto a camminare alla cieca.

La maschera da Wolverine era a pochi passi dal ragazzo steso a terra e arrivandogli intorno, videro i due guanti con gli spuntoni di finto metallo, lanciati pochi centimetri da lui.

«Cosa senti?» domandò Zec. Non capiva in che modo l'influsso del costume, o del personaggio, stesse trasformando l'amico.

«Sono incazzato» sbraitò Donovan. Poi tentò di infilare le nocche nell'acqua della pozzanghera, ma non era abbastanza profonda. «Mi fanno male le mani, bruciano, prudono... non so, fanno male!»

Il Gioco del Branco | ASBDI Stagione 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora