(48) 12. Non Perderai il tuo Tocco

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Concentrandosi sull'idea di rimanere tangibile, Betty prelevò il cellulare dalla tasca di fortuna ricavata nella giubba e tenendolo in mano non lo danneggiò, ma osservò con rabbia il messaggio svanire dal display.

«È ancora S.» sbottò Zec di fronte a lei. «Lo avevo detto che non dovevamo sottovalutare la sua minaccia precedente.»

Guardandosi intorno, Betty vide i resti della Sentinella sgretolarsi nell'aria. Della battaglia e del gigantesco robot non rimaneva più nulla. Come se fosse stata tutta un'illusione, o un sogno. E non era un caso.

«Almeno sappiamo chi è il responsabile» gli rispose rimettendo il cellulare nella tasca del costume. «Ancora una volta il messaggio è scomparso prima che potessimo fare qualunque cosa per rintracciarlo. E ha coperto le uniche altre tracce annullando anche la Sentinella.»

Michelle si avvicinò incerta. «Quindi il pericolo è scampato?»

«Non direi» replicò Billy, cercando a tentoni qualcuno a cui appoggiarsi. «I nostri nuovi poteri non sono stati rimossi.»

Donovan controllò l'orario sul cellulare. «Se dobbiamo aspettare la fine della notte di Halloween, manca ancora un'ora e mezza.»

Zec si accostò al fidanzato per farlo appoggiare al suo braccio. «Cosa facciamo? Diamo la caccia a S, oppure volete andare comunque al Bronze Dust?»

Betty ricordò le parole del messaggio. Lo scherzetto di S non era ancora finito, il colpo di grazia sarebbe arrivato al momento di doversi togliere i costumi, letteralmente o metaforicamente.

«Torniamo a casa mia» disse al gruppo di amici. «Da quello che ci ha scritto, è chiaro che il nostro misterioso stalker ha qualcos'altro in serbo per noi. È meglio essere in un luogo sicuro e dove possiamo avere un vantaggio.»

Seguendola, si mossero in fila, diretti al luogo da cui erano partiti spensierati quella stessa sera, con la sensazione che si stesse trasformando in un incubo. Di nuovo.



«Cosa vi aspettate ci succeda?» domandò Michelle, in piedi nel centro del salone della casa.

Seduta sulla poltrona sulla destra, Betty sollevò la testa dal cellulare per guardarla. Stava contando febbrilmente i minuti che li separavano dalla mezzanotte e continuava a impegnarsi per percepire i corpi solidi, sotto le braccia e il sedere, e rimanere così tangibile.

Erano tutti riuniti in quella stanza: Billy seduto sul divano con accanto Donovan, ma a una debita distanza per non rischiare di ferirsi con gli artigli. Zec e Michelle passeggiavano avanti e indietro lungo il perimetro del salone, evitando di sedersi, o appoggiarsi ai mobili per paura di bruciare qualcosa con le ali di fiamme, comunque ridotte a una scia crepitante lungo i contorni delle loro braccia.

«Non saprei... riflettendoci, penso sia qualcosa di simbolico» rispose Betty. «Le nostre personalità non sono state alterate più di tanto, quindi se deve essere una punizione, può riguardare solo i poteri.»

«Credete che a uno, o più di noi li abbia lasciati in modo permanente?» ipotizzò Billy. «Se fosse così, avrebbe davvero trovato il modo di utilizzare a suo piacere le capacità di alterare la realtà di Elliott. Finora chi cambiava, o acquisiva strane capacità, lo faceva per scelta.»

«E in questo caso, la coincidenza con quello che fa Kate sarebbe stranamente sospetto» disse Zec, fermandosi alle spalle del divano.

Michelle sbuffò. «Ok, ma preoccupiamoci di adesso. Come capiremo se davvero i poteri ci sono rimasti addosso, o li abbiamo solo per via dei costumi?»

Il Gioco del Branco | ASBDI Stagione 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora