(46) 10.Una Notte da X-Men (1°parte)

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Zec stringeva la mano destra in quella sinistra di Billy. «Sei proprio sicuro di non voler annullare? So che hai fatto questa promessa a Donovan e lui ti ha ricordato di doverla mantenere, ma nel frattempo è successo di tutto.»

Camminavano uno a fianco all'altro, diretti a casa di Betty dove si sarebbero riuniti e festeggiato Halloween, come deciso dal suo ragazzo al risveglio dal suo stato catatonico nell'Istituto Reicdleyen.

Dovevano scegliere dei costumi ispirati agli X-Men e lui aveva proposto un travestimento di coppia, così a fatica erano andati in giro per negozi e tutto quello che aveva trovato era stata una maglietta verde con stampato in giallo fluorescente il simbolo della Forza Fenice. Purtroppo non aveva pantaloni dello stesso colore, così aveva deciso per un semplice paio di jeans; si era tinto qualche ciocca di capelli rossa ed era diventato un'opaca versione di Jean Grey nella sua trasformazione di Fenice buona.

Billy scosse la testa. «Me lo hai già chiesto cinque volte negli ultimi due giorni: non ti preoccupare, possiamo dedicarci a un po' di svago. Nelle ultime tre settimane non è successo niente di soprannaturale» rispose, con il casco blu e il visore giallo e la lente rosso rubino da Scott Summers/Ciclope, infilato su metà volto.

«Però non abbiamo idea di chi abbia mandato quel messaggio a tutti noi» gli ricordò. «Abbiamo subito incolpato Kate, ma si è firmato o firmata solo con una "S". Inoltre il messaggio è scomparso subito, limitandoci nelle ricerche, quindi potrebbe essere chiunque altro che ce l'ha con noi.»

Billy si bloccò e si tolse il visore dalla faccia. «Non devi angosciarti così. Non voglio che il peso di ciò che ho fatto come Elliott ricada su di voi e soprattutto su di te. Troveremo questa persona e faremo il possibile per risolvere tutto senza altre uccisioni.»

Zec lo fissò. Nella tuta blu presa per assomigliare al personaggio dei fumetti, aveva più un aspetto da ragazzo in pigiama, ma restava il suo supereroe. Si sforzò di sorridergli. «Ho paura di perderti» ammise, sorprendendosi per lo slancio di sincerità. «Ci hai rassicurati che non tenterai più di farti del male colpendo Elliott, ma il tuo ritorno dallo stato catatonico è stato così... improvviso. C'è qualcosa che non mi hai detto? »

Billy sorrise a sua volta e si infilò il visore sul volto. «È tutto a posto.» Gli afferrò di nuovo la mano e riprese a camminare.

Stando al suo passo, Zec si morse il labbro. Ogni volta che cercava di approfondire i particolari di cosa era accaduto all'istituto psichiatrico dopo la misteriosa visita dell'amica di Elliott, il suo fidanzato diventava vago e silenzioso. Essere in costume e pronti a passare la notte di Halloween come normali adolescenti doveva sollevarlo da ogni dubbio sulla reale intenzione di non compiere altri gesti impulsivi pericolosi, però osservandolo notava sempre un velo scuro sulla sua espressione. Anche quel veloce modo di liquidare l'argomento e l'atteggiamento sfuggente gli suggerirono di non potersi fidare del tutto.

«Siamo arrivati» disse Billy, allontanandolo dai suoi pensieri. Si fermarono davanti alla porta e suonò il campanello.

Dall'interno udirono un pestare deciso di suole sul pavimento e poi l'uscio si spalancò con Donovan ad accoglierli. «Buon Halloween! Venite, Betty è impegnata in camera sua con gli ultimi ritocchi al costume.»

Entrarono e Zec lo squadrò da capo a piedi. Non sembrava avere indosso un travestimento per Halloween. «E tu cosa aspetti a prepararti?»

Donovan osservò il suo abbigliamento: una giacca di pelle nera, una maglia bianca, un paio di jeans scuri e degli anfibi blu. «Sono già pronto, mancano solo gli accessori.» Andò verso il divano e raccolse da dietro un cuscino un paio di guanti con tre artigli di finto metallo per mano e una maschera gialla e nera, con la parte per coprire gli occhi che svettava in alto a punta. Li mostrò a loro e aggiunse: «Sono Wolverine, non si capisce?»

Il Gioco del Branco | ASBDI Stagione 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora