(38) 2.Billy ti Presento Nicole

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Billy osservò la donna di fronte a sé. Non provò nulla.

«Sarai un po' sorpreso di vedermi» gli disse.

Gli occhi marroni erano puntati nei suoi. Sorrise, allargando le labbra rosso scuro e mostrò i denti bianchi, che risaltarono sulla carnagione tra il color cannella e il nocciola.

«Sono Nicole Racher, sinceramente non so se ti ricordi di me» si passò un po' imbarazzata le dita della mano sinistra tra i capelli neri e fece arricciare una ciocca sull'indice. «Voglio dire, l'altro te sa chi sono e penso lo sappia anche tu.»

Billy sbatté le palpebre. Per la prima volta da quando si trovava dentro quella struttura, qualcosa riaccese la sua attenzione. Provò la sensazione come di riemergere dal fondo di una vasca piena d'acqua. Fece ruotare lo sguardo intorno a sé. Vide tutto l'arredamento come se avesse appena messo piede nella sala. Riportò lo sguardo sulla donna, perché sentiva che gli era familiare?

«Ok, forse è meglio inizi a darti qualche spiegazione» continuò Nicole. Appoggiò le braccia coperte dalla giacca di lino sul tavolo e il bracciale d'oro al polso sinistro tintinnò. «Sono il contatto di emergenza di Elliott Summerson, lui è...»

«So chi è» replicò. Nel sentire la sua stessa voce dopo tanto tempo gli parve diversa. Si sorprese addirittura di aver proferito parola... chi era quella donna per potere destarlo dal suo esilio autoindotto?

«Bene, come dicevo sono il suo contatto d'emergenza, mi hanno chiamato anni fa quando finì misteriosamente in coma e poi adesso che il suo corpo è scomparso dall'ospedale. Sono qui anche per questo. Tu sai dove possa trovarsi?»

«No» rispose d'istinto. Poi aggiunse: «Perché dovrei? Anzi, come mai parli a me di Elliott Summerson? È per la faccenda dell'aggressione?»

Nicole scosse la testa. «Me l'hanno raccontato prima di darmi il permesso di farti visita, ma sono qui per un'altra ragione. Ho saputo di te e dei tuoi amici, ho visto delle foto di quando vi hanno rinchiuso e ho avuto i primi sospetti. Una volta entrata nell'istituto, non appena ti ho visto, ne ho avuto la conferma. So che sei Elliott... una parte di lui.»

Billy la scrutò con più cura. Un'immagine balenò dietro i suoi occhi. Una Nicole più giovane, seduta con lui a un a banco di scuola, a ridere...

«Noi eravamo compagni, no amici, al liceo e anche prima, fin da bambini» le disse.

«Migliori amici» lo corresse. «Sono contenta che tu mi abbia riconosciuta.»

Billy si allontanò lentamente dal tavolo, schiacciandosi contro lo schienale. «Se è vero, perché all'ospedale hanno detto che nessuno era con Elliott quando è stato male? E anche che nessuno è andato a trovarlo?»

«Abito fuori città da diversi anni. La mia strada e quella di Elliott hanno preso direzioni diverse dalla fine del liceo e ci siamo allontanati.» Abbassò lo sguardo, sembrava dispiaciuta e in parte colpevole. «Sono tornata il giorno che è stato ricoverato in coma, ma non sono rimasta. Avevo una vita con delle responsabilità e poi sapevo non lo avrebbe voluto.»

«Gli amici non abbandonano gli amici» ribatté Billy. Si rese conto quanto suonasse infantile, ma non riuscì a trattenersi. Una parte di lui covava del risentimento, anche se non ne capiva bene il motivo.

Lei però fece una debole risata. «Non sei cambiato, sono felice. Era una delle tue paure, temevi di tirar fuori il peggio di te con le tue capacità.»

«Aspetta, sai dei poteri psichici?»

Nicole annuì. «Tu... Elliott li possedeva già all'epoca della scuola. Non li usava mai, o almeno solo in situazioni che consideravamo di emergenza, lo aveva confidato solo a me. E poco prima che partissi e lui finisse in coma, mi mise in guardia.»

Il Gioco del Branco | ASBDI Stagione 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora